Wednesday, 28 May 2025
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Pubblicato il 11 February 2021 alle 06:00
Olbia. Quando si parla di pandemia, il pensiero corre inevitabilmente alla scuola, alle sue difficoltà, ai paradossi irrisolvibili che la necessità di conciliare rispetto delle norme sanitarie e continuità didattica crea: fin dal primo lockdown, con l’avvento della didattica a distanza, politica e cittadini sono stati messi di fronte a problemi di carattere sia teorico sia prettamente pratico. Ora le scuole sono riaperte, ma per un lungo periodo - terminato solo a febbraio - studenti e studentesse non hanno potuto godere degli effetti positivi della scuola in presenza. In questo fumoso orizzonte fatto di lezioni in video call, si è differenziato l’interessante esperimento portato avanti dall’istituto IPIA Amsicora, che, a dicembre, ha riportato i suoi studenti in classe. Abbiamo già dato voce agli studenti che hanno vissuto questo "esperimento" in pieno lockdown, oggi ne parliamo con chi ha preso quella decisione: dirigente e docenti. “Abbiamo deliberato nel Collegio dei docenti pochi giorni dopo il DPCM del 3 Novembre che obbligava le scuole superiore alla didattica a distanza, sfruttando le possibilità che la stessa norma concedeva, di continuare in presenza per piccoli gruppi nelle tre sedi dell’istituto Amsicora (IPIA Olbia, IPIA Oschiri, IPAA AGRARIA Olbia)”, racconta il dirigente Gianluca Corda. “Lo abbiamo fatto spinti da due esigenze fondamentali. La prima quella di non lasciare ancora una volta indietro, con la Didattica a Distanza tutti gli alunni più fragili: non solo gli alunni disabili, ma anche tutti gli alunni con Bisogno educativi Speciali, compresi quelli con difficoltà di connessione che sarebbero ancora esclusi dalla DaD. Lo abbiamo potuto fare, come detto, negli spazi consentiti dalla norma, sia dal DPCM sia la nota del Ministero della Pubblica istruzione che ci dà la possibilità di una vera inclusione, con la frequenza di piccolissimi gruppi di alunni all’interno dei quali non lasciare solo presenti alunni disabili e BES, ma tutto il gruppo classe”. Dirigente e personale docente hanno quindi scelto un percorso che privilegiasse l’inclusività e tenesse conto delle difficoltà dei ragazzi a tenere il ritmo d’apprendimento consueto. Come spiega il docente Ciro Punzo: “abbiamo condotto una battaglia per riportare i ragazzi a scuola. Vincendo le reticenze di alcuni colleghi, e facendo leva sul disagio che la didattica a distanza stava creando negli alunni, siamo riusciti ad organizzare un sistema che garantisce sia la sicurezza dal punto di vista sanitario che la continuità didattica in presenza; tutto è estremamente controllato, ogni giorno viene misurata la temperatura ai ragazzi, c’è grande attenzione alla disinfezione e viene mantenuto il distanziamento”. Malgrado l’istituto avesse fornito ai ragazzi tutto il materiale necessario per affrontare la DAD, come tablet e connessioni internet, per consentire a ognuno l’accesso alle lezioni online, la distanza si è rivelata da subito un elemento di disturbo. “Quello che i ragazzi imparano in istituto comprende una parte pratica dalla quale è impossibile prescindere, per non parlare delle difficoltà incontrate dai ragazzi disabili, nel momento in cui non hanno più potuto contare sui loro insegnanti di sostegno” continua Punzo, puntando l’accento proprio sulle difficoltà degli stessi alunni che, tornando in classe, hanno riacquisito la possibilità di apprendere serenamente ed efficacemente. “Fondamentale è stato tutelare le attività di laboratorio essenziali per i nostri percorsi di studio, per lo svolgimento degli esami regionali di qualifica e più in generale per la complessiva preparazione dei nostri ragazzi e ragazze al mondo del lavoro - dice il dirigente Corda - le tre sedi della scuola si sono popolate di piccoli gruppi di alunni, non solo alunni con bisogno educativi speciali ma gruppi eterogenei per favorire i processi di inclusione, con il resto della classe collegata (grazie alla piattaforma di istituto) da casa e tutti i docenti in presenza”. Una scelta vincente, quella dell’Amsicora, una scommessa vinta grazie alla collaborazione tra corpo docente e personale scolastico, una parentesi di normalità dentro un mondo sconvolto e ribaltato dal Covid. Conclude così Corda: “Ringrazio proprio i docenti, gli educatori e tutto il personale della scuola, che nonostante le preoccupazioni per la situazione generale, hanno accolto dopo un lungo confronto la mia proposta è hanno lavorato nell’ultimo mese in questa direzione. È stato molto bello vedere ragazzi e ragazze che a casa facevano fatica a seguire, rincontrarsi e riprendere motivati più di prima i loro percorso di apprendimento in classe ed in laboratorio, rivedendo dopo tanto tempo i propri compagni e i propri docenti. Grazie anche a questa scelta, che ha consentito di riprendere le attività di laboratorio interrotte da mesi, la settimana scorsa i ragazzi delle due sedi IPIA di Olbia e di Oschiri hanno conseguito la qualifica regionale nei diversi settori: operatore elettrico, meccanico, della manutenzione delle imbarcazioni da diporto”. La visione dell'IPIA ha poi trovato, finalmente, sponda nel Governo che alla fine ha riaperto le scuole.
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