Olbia, incendio cantiere nautico: 5 indagati

Olbia. La Procura di Tempio ha avviato una delicata fase istruttoria sull’incendio che, lo scorso 22 aprile, ha devastato il cantiere nautico Nautica Acqua a Olbia, provocando danni stimati in decine di milioni di euro. Nell’ambito delle indagini, coordinate dalla sostituta procuratrice Claudia Manconi, è stato disposto un accertamento tecnico irripetibile per ricostruire le cause del rogo. Lo riporta l'Unione Sarda.

Secondo quanto si apprende, cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Si tratta di un atto dovuto, necessario a garantire piena partecipazione e tutela ai soggetti coinvolti nella consulenza tecnica. L’iscrizione consente agli indagati – tra cui figurano i titolari del cantiere di Cala Saccaia e rappresentanti di una nota azienda nautica della città – di nominare consulenti di parte e di partecipare agli accertamenti.

Il reato ipotizzato, allo stato attuale, è incendio colposo. Tuttavia, la magistratura non esclude alcuna pista. In particolare, l’attenzione è rivolta a due filoni: da un lato le condizioni di sicurezza del cantiere e l’osservanza delle misure antincendio, dall’altro le condizioni di uno yacht in lavorazione all’interno della struttura.

I resti del natante in questione sono stati posti sotto sequestro. I consulenti nominati dovranno stabilire se l’imbarcazione presenti eventuali anomalie.

La difesa, composta dagli avvocati Stefano Oggiano e Marco Petitta, mantiene il più stretto riserbo, così come gli inquirenti.

L’inchiesta resta in una fase preliminare e non emergono, al momento, elementi che permettano di formulare accuse definitive. La Procura di Tempio procede nel pieno rispetto del principio di presunzione di innocenza, in attesa che la perizia fornisca risposte chiare sulle dinamiche di un evento che ha colpito duramente uno dei comparti economici più attivi del territorio.