Sunday, 09 November 2025
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Pubblicato il 09 November 2025 alle 17:00
Monti. Arriva in Gallura un'artista di fama internazionale del belcanto, la soprano Silvia Dalla Benetta parte da Olbia per raggiungere gli allievi alla 4 giorni di Masterclass che si è tenuta a Monti.
L'evento fortemente voluto da Gabriele Barria, direttore artistico di Sardegna Lirica e docente di belcanto presso la scuola di musica Sonora di Olbia ha riscosso grande successo e prima di partire tra vocalizzi, arie e ore di studio, il direttore ha dato la possibilità a tutte le allieve di incontrare la Soprano che ha raccontato il suo percorso professionale con grande empatia.
"L'opera lirica è patrimonio dell'Unesco, va preservata, va amata" ha affermato con gran pathos l'artista che partendo dalle origini e da una casualità ha raccontato come è nata la sua passione diventata lavoro, professione e compagna di vita.
"Un giorno sentii per caso alla radio un aria che si intitola "Vissi d'arte, vissi d'amore" questo pezzo, tratto dalla Tosca di Puccini, le parole, la musica mi colpirono profondamente e da lì iniziò il mio percorso, comprai in edicola una musicassetta per trovare quell'aria. Ho cominciato a cantarci sopra e mi divertivo tanto. E così sono entrata in questo mondo magico e meraviglioso, ma anche difficile dell'opera lirica".
Silvia Dalla Benetta arrivava dall'Accademia delle Belle Arti e l'arte ha sempre fatto parte del suo percorso di vita, la pittura e la musica sono sue compagne da sempre. E questo è anche un vantaggio perché "con l'opera lirica si abbracciano un po' tutte le arti, il cantante lirico non deve essere solo cantante, non deve avere solo una preparazione tecnica ma deve anche sapersi muovere nel palcoscenico, deve saper recitare e deve saper ballare, non solo opera, ma anche operetta e musical e in questi ultimi due casi risulta più complesso il lavoro da fare poiché sono previsti la recitazione e il ballo" - ricorda l'artista.
Dalle sue parole emerge tutta la grinta e la passione per questa arte, ma lei per prima sottolinea che serve avere un carattere solido, sul palco dell'Arena di Verona, di fronte a 15 mila persone ricorda ancora la forte emozione e come le mancò il fiato. Il momento dell'ingresso sul palcoscenico per lei originariamente rappresentava un momento al tempo stesso bellissimo e terrificante, "è come mettersi a nudo di fronte al pubblico e a se stessi, quando ci si cala, ci si mette in contattato con il personaggio che interpreti l'adrenalina è tanta".
"La cosa bella del canto lirico è avere la sensazione di avere una vita parallela, una vita di tutti i giorni con amici e familiari e una vita parallela dove ti innamori, ti appassioni o addirittura uccidi qualcuno o hai un lutto in famiglia, ma è una vita in cui ti scopri, perché può capitare che sul palcoscenico porti un tuo dolore, la rabbia, una tua passione, una tua gioia, hai la possibilità di trasmettere questa emozione e in scena puoi essere ciò che non sei nella vita reale" (e cita il suo ruolo da regina Elisabetta con tanto di inchini da parte di chiunque la incontrasse).
Non manca qualche parola anche in merito alla prestanza fisica che un cantante lirico deve possedere: "un allenamento vocale continuo e anche per il fiato, lasciarsi andare non è contemplato, serve anche un certo allenamento fisico e due buoni polmoni e avere cura del proprio corpo, non bere e non fumare. Nonostante il grande amore e la passione Silvia Dalla Benetta non racconta solo di rose e fiori, nel giardino del canto lirico ci sono anche le spine fatte di sacrifici e solitudine, tante rinunce, magari anche ad avere una famiglia e non vedere costantemente i propri affetti, "serve una certa tempra mentale per poter reggere le pressioni ed essere sempre al meglio, essere tenaci e non mollare mai, perché la tenacia vince, bisogna insistere, ora più che mai".
A tal proposito la soprano conferma come anche il mondo delle audizioni nel campo della lirica sia stato in parte spersonalizzato e velocizzato dall'avvento delle nuove tecnologie, senza scordare come abbia assunto maggior importanza anche la prestanza fisica, mentre prima l'audizione era un vis a vis dove persino l'alterazione del respiro veniva percepita dai giudici ed esaminatori. Ben lieta dell'iniziativa della scuola di musica di Olbia si complimenta con Barria che da giovane si presta a essere trascinatore di giovani, la musica lirica ha bisogno di giovani, di nuove voci pronte a farsi coinvolgere da questo mondo fatto di passione e di sacrifici.
Passando alle competenze tecniche Dalla Benetta conferma che "il canto deve essere legato alla nostra natura, io apro bocca e devo sentirmi bene, non devo avere delle tensioni, dobbiamo partire dalla naturalezza che sta anche nella respirazione. E dopo lo studio, le prove, lo studio sul personaggio e la preparazione musicale e la tappa dal maestro ripassatore ecco che dopo la prima prova ufficiale arriva il bello, si compie la magia. Quando canti una cosa, non sarà mai la stessa e ogni volta sarà diverso pur facendo o recitando la stessa opera e questo fa parte del gioco, è la bellezza di questo mondo".
Alla domanda sul personaggio preferito e sull'opera preferita Silvia Dalla Benetta parte dal presupposto che quando prepara un'opera è sempre la sua preferita, per l'impegno che ci mette, anima e corpo, "è tutto un'emozione, ci metto del mio, vado ad aprire tutti i cassetti della mia vita e porto sul palco una parte del mio vissuto, delle mie emozioni provate e vado a costruire il personaggio su me stessa, ciascuno è sempre un personaggio preferito, però - ammette convinta - se devo fare una scelta legata ai due compositori che più amo Rossini e Verdi, allora per Rossini scelgo la regina Semiramide e per Verdi la Lady Macbeth.
"La Lady mi ha dato molto filo da torcere - ricorda Dalla Benetta, mi ha messo molto alla prova, è un personaggio molto difficile psicologicamente, il suo colore è il rosso sangue e non ha emozioni, sentimenti, è un'opportunista che mira al potere che pur di ottenere il suo scopo non risparmia nessuno". Proprio queste peculiarità del personaggio non mi hanno permesso di poter trasmetterle qualche mia caratteristica, ma nel tempo mi ha dato grandi soddisfazioni proprio perché è stata una grande sfida, impegnativa, ma accattivante".
Con grande umiltà e simpatia nel raccontarsi abbiamo incontrato un'artista che riconosce il valore e il sacrificio di ogni lavoro, pensando al suo lavoro, non dimentica e non scorda che ci sono lavori ben più pesanti, lei conosce bene di queste realtà poiché nella zona dove vive ci sono i conciatori di pelli, ed ecco dunque che, sempre con il sorriso sulle labbra , ma con gran rispetto, ricorda la fatica di chi fa lavori pesanti, mentre lei ha la fortuna di "fare ciò che mi piace, vengo pagata bene e vengo pure applaudita a fine lavoro".
Concludendo rammenta alle giovani aspiranti amanti del canto lirico : "A far la differenza non è l'ambiente, ma il voler cantare, l'entusiasmo e ricordate che la musica non è solo parole, ma trasmette attraverso il cuore, la musica arriva dritta al cuore bypassando tutte le lingue e tutti i canoni".
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