Thursday, 15 May 2025
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Pubblicato il 15 May 2025 alle 16:06
Olbia. Dopo l’ordinanza firmata dal sindaco Settimo Nizzi che vieta l’accesso alla cima di Tavolara, arriva la risposta delle guide ambientali escursionistiche. È nato un comitato, TavolaLibera, che si prepara a impugnare il provvedimento. Tra i suoi promotori ci sono Massimo Putzu e Corrado Conca, due figure di riferimento dell’escursionismo professionale in Sardegna.
“Stiamo inviando una comunicazione al Prefetto – spiega Putzu – perché questa ordinanza, per come è costruita, secondo noi non sta né in cielo né in terra. Il sindaco ha fatto riferimento all’articolo 54 del Testo unico degli enti locali, che riguarda interventi straordinari, urgenti e limitati nel tempo, legati alla sicurezza urbana o all’incolumità pubblica in contesti come, per esempio, la chiusura temporanea di una strada per un crollo. Non ha nulla a che vedere con una vetta escursionistica come Tavolara. L’articolo 54 così com’è usato, non attacca da nessuna parte”.
Ma il comitato contesta anche il merito. “L’ordinanza non dice che si può salire con una guida, ma solo che può farlo una guida alpina e solo per scopi scientifici – continua Putzu –. Non ha davvero senso. È come se il sindaco di Courmayeur vietasse la salita al Monte Bianco perché ci sono stati incidenti. È un modo di legiferare assurdo e in questo caso anche scritto male. Si parla di "arrampicata" ma a Tavolara non si arrampica. Si sale camminando, fino a quota 430, poi ci sono due tratti attrezzati con corde fisse, uno da una ventina di metri e un altro poco più su. Si tratta di una via ferrata, non di una parete d’arrampicata”.
La distinzione non è solo terminologica. “Secondo la giurisprudenza, le guide ambientali possono accompagnare i clienti sulle vie ferrate, non è materia riservata alle guide alpine. C’è stata anche un’assoluzione piena e definitiva di un collega accusato di esercizio abusivo della professione. Bisognerebbe quindi usare i termini corretti: non stiamo scalando una parete, stiamo conducendo un’escursione con tratti attrezzati”.
A chi sostiene che l’ordinanza sia dettata da motivi di sicurezza, Putzu risponde con i dati: “A Gorroppu, solo il 25 aprile, l’elicottero è intervenuto due volte per soccorrere persone che hanno avuto incidenti su sentieri, senza corda e senza ferrata. E a Tavolara? In cinque anni ci sono stati sei interventi del Soccorso Alpino e l’ultimo è stato una semplice distorsione alla caviglia. Non è mai successo nulla di grave sulla via ferrata”.
Sul piano economico e turistico, Corrado Conca evidenzia invece l’impatto che questa interdizione potrebbe avere: “Le vie ferrate sono un attrattore naturalistico e sportivo di primaria importanza per territori come la Sardegna, che puntano alla destagionalizzazione dei flussi turistici. Tavolara è frequentata già a partire dalla primavera e fino a ottobre, con una presenza crescente di appassionati. Anche se non è facile stimare con precisione la ricaduta economica, modelli di calcolo affidabili parlano di almeno 500mila euro all’anno. E si tratta di una stima per difetto”.
Conca sottolinea che il beneficio non si limita all’attività delle guide: “Parliamo di turisti sportivi che usano i traghetti, mangiano nei ristoranti, dormono in zona per partire presto la mattina, e fanno girare l’economia locale. Se la via ferrata resta chiusa, questo indotto si perde”.
“Tavolara deve essere accessibile – concludono –. Nessuno nega la necessità di tutelare l’ambiente e garantire la sicurezza, ma questo provvedimento è sproporzionato, mal formulato e colpisce un intero settore che lavora nel rispetto delle regole”.
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