Wednesday, 13 August 2025
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Pubblicato il 13 August 2025 alle 09:45
Porto Rotondo. Nel panorama musicale isolano poche realtà riescono a catturare l’essenza autentica delle tradizioni sarde come il coro Eufonia, composto esclusivamente da donne sarde. Da anni il maestro Mauro Lisei guida con passione e dedizione questa formazione vocale, portando sulle scene emozioni intense e atmosfere magiche che richiamano i canti più autentici dell’isola. In un’intervista esclusiva, scopriamo i segreti di un progetto che non solo coinvolge il pubblico, ma contribuisce a preservare e valorizzare le sonorità uniche delle donne sarde, vere protagoniste di ogni esibizione.
Ecco come il Maestro Lisei, ci racconta del coro, della musica sarda, e delle splendide emozioni che solo la tradizionale musica dell'Isola riesce a trasmettere.
Qual è il significato e l'importanza di rappresentare la tradizione sarda attraverso il canto e l'abbigliamento durante le vostre esibizioni?
"Sentiamo molto la responsabilità che deriva dall’indossare il nostro abito tradizionale. Nei primissimi anni di vita, il coro indossava una divisa diversa, che non aveva niente a che fare con le nostre tradizioni: erano anni di sperimentazione, durante i quali nessuno sapeva cosa saremmo voluti essere “da grandi”. In seguito, quando abbiamo deciso di dedicarci alla ricerca, allo studio, la trascrizione, l’armonizzazione e l’interpretazione dei canti tradizionali delle donne sarde, oltre all’arricchimento di questo repertorio con nuovi canti, di ispirazione tradizionale, a questo punto, abbiamo ritenuto giusto anche indossare l’abito tradizionale. Siamo coscienti che questo abito impone rispetto e chi lo indossa si deve impegnare a rappresentare al meglio le proprie radici. Quando cantiamo con l’abito tradizionale, entriamo dentro un’altra dimensione e diamo sempre il massimo che possiamo".
Lo scorso 10 agosto al Teatro Mario Ceroli di Porto Rotondo è stato un vero successo e avete incantato il numeroso pubblico. Come si prepara il coro per un evento all'aperto così importante?
"Il coro studia costantemente e fa in modo di essere sempre pronto per le chiamate, in particolare durante i periodi di “alta stagione” che, per noi, sono durante l’estate e nel periodo di Natale. Durante i mesi invernali invece, le esibizioni di diradano e quindi ne approfittiamo per perfezionarci e per incrementare il nostro repertorio con nuovi canti. Ogni concerto è importante, ma certamente certe location e un pubblico numeroso creano più adrenalina. Quando cantiamo in tv, per esempio, è necessario respirare profondamente e pensare solo a fare al meglio ciò che sappiamo di saper fare".
Quali sono stati i riconoscimenti più significativi ricevuti dal coro finora, e come hanno influenzato il vostro percorso artistico?
"I riconoscimenti sono sempre importanti, sia quando arrivano in una competizione, sia quando vengono assegnati per meriti acquisiti. I primi riconoscimenti ci hanno dato fiducia rispetto alle scelte e al percorso che avevamo intrapreso. Gli altri, oltre a confermare questo, ci fanno capire cosa pensano di noi le Istituzioni che ce li hanno assegnati, quale sia la considerazione e il valore di ciò che abbiamo fatto e facciamo. Il riconoscimento che ci fu assegnato nel 2008 dalla Giuria del “Premio di Ozieri”,istituito “per un gruppo che valorizza e tramanda con rigore, originalità e modernità la tradizione etnomusicale polivocale della Sardegna”, è arrivato all’improvviso e ci ha subito dato una bella carica di fiducia. Nel 2009 il Coro ha rappresentato la Sardegna al Festival Internazionale “Europe and its songs”, tenutosi a Barcellona, dove si sono incontrati cori provenienti da tutta l’Europa. In questa occasione la Giuria Internazionale ha conferito il Premio Speciale “The best song” al brano “Anninnia,anninnia” (parole e musica di M.Lisei): per la prima volta un Coro femminile sardo vince un Premio Internazionale; abbiamo capito allora che i nostri canti erano stati apprezzati anche a livello internazionale, cosa molto importante, perché significa che ciò che cantiamo può essere compreso anche fuori dalla nostra Isola. Nel 2012 ha rappresentato la Sardegna al prestigioso “Concerto della coralità di montagna”, tenutosi a Montecitorio e trasmesso dalla Rai e dalla TV satellitare, immaginate l’emozione. La partecipazione straordinaria del nostro coro al Programma “Stasera CasaMika”, andato in onda su RAI 2 il 31 ottobre 2017: durante la popolare trasmissione, seguita da milioni di telespettatori, gli artisti internazionali Elisa e Mika hanno cantato con noi la nostra “Anninnia”, accompagnati dall’orchestra diretta dal M° Valeriano Chiaravalle, già Direttore dell’Orchestra Sinfonica del Festival di San Remo. E’ stato un successo enorme e inaspettato, con milioni di spettatori prima e di visualizzazioni dopo. Il 5 maggio del 2019 il Coro vince il Primo Premio Cat. E nel Concorso Corale di Vittorio Veneto, il più longevo d’Italia, con il Progetto “Antidoti: i canti ancestrali delle donne sarde”. Il giorno dopo, ha l’onore e il piacere di cantare al Teatro “La Fenice” di Venezia. Nel mese di novembre 2021 ha vinto il Primo Premio per il migliore brano originale al Concorso biennale di Armonizzazione e Composizione di Verona, organizzato da AGCV, col brano inedito “Janas” , parole e musica del M°Mauro Lisei e il secondo premio per l’armonizzazione originale del canto tradizionale “Deus ti salvet, Maria”. Nel 2023 arriva un riconoscimento particolarmente importante per noi: il “Premio Maria Carta”, assegnato dal Comitato scientifico dell’omonima fondazione, in condivisione con la cantautrice napoletana Teresa De Sio, con la seguente motivazione: “In 25 anni di intensa attività hanno dimostrato, sotto la guida del direttore Mauro Lisei, quanto elementi innovativi e nuove elaborazioni possano arricchire il patrimonio polivocale isolano che attinge dalla nostra tradizione. Avendone sempre a cuore il rispetto e senza stravolgerne contenuti e moduli espressivi. Davvero donne speciali, per una delle formazioni più apprezzate e originali della scena sarda.”
In che modo la tradizione musicale sarda si evolve nel tempo, e quale ruolo gioca il coro Eufonia nel preservare e promuovere questa cultura?
"Non è facile rispondere a questa domanda. In Sardegna, come ovunque nel mondo, le tradizioni vanno incontro ad una continua evoluzione, nella musica e negli altri ambiti artistici e sociali. Anche chi dice di conservare immutata la tradizione, non dice una cosa del tutto corretta. L’evoluzione è ciò che garantisce la sopravvivenza e la musica non fa eccezione. Alcune espressioni musicali tradizionali, come il canto “a tenore” e la musica da ballo, si evolvono molto più lentamente; altri generi, come il canto corale, si muovono più velocemente. Il canto corale femminile appartiene a sua volta ad una categoria particolare. I cori femminili sardi di ispirazione tradizionale sono relativamente recenti ( circa 30 anni) e costituiscono, già di per sé, una “novità” nel panorama della musica sarda. Le donne infatti hanno sempre cantato melodie a una sola voce, salvo qualche rara eccezione, e solo da trent’anni hanno deciso di riunirsi in complessi vocali organizzati, sotto la guida di un maestro. Si tratta dunque di gruppi che interpretano la tradizione seguendo percorsi diversi, secondo la propria sensibilità. Certamente l’apporto dato dai cori femminili alla musica di ispirazione tradizionale è positivo e costituisce un arricchimento".
Che messaggio desiderate trasmettere al pubblico attraverso le vostre performance, e cosa sperate che rimanga impresso negli spettatori dopo aver ascoltato il vostro canto?
"I nostri canti desiderano offrire, a chi li ascolta, la possibilità di aprire lo sguardo verso un orizzonte sonoro ancora quasi totalmente sconosciuto ai più e, nel contempo, sensibilizzare l’ascoltatore nei confronti di alcune importanti tematiche, tipiche del mondo femminile tradizionale, ma non solo: attraverso una proposta musicale arcaica e fresca al tempo stesso, che si è ormai guadagnata un posto di primo piano a fianco di altre modalità espressive già note al grande pubblico,noi cerchiamo di trasmettere emozioni".
Cosa si prova a dirigere un coro di donne? La personalità maschile che cosa può aggiungere ad un talento "donna"?
"Per me dirigere un coro femminile come il Coro Eufonìa di Gavoi ha significato, e continua a significare, avere la grande possibilità di forgiare musicalmente un gruppo di persone sensibili e coraggiose, avendo davanti a sé una prateria di opportunità musicali da cogliere e valorizzare. Non mi sono mai posto il problema per il fatto di essere un uomo alla guida di un gruppo di donne, non si tratta di una questione di genere ma di condivisione di intenti".
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