Thursday, 14 August 2025
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Pubblicato il 14 August 2025 alle 07:00
Olbia. Metti una notte di mezza estate o quasi, metti un'utilitaria che si dirige verso Porto San Paolo, metti un tratto buio e nero come la pece, aggiungi un animale vagante di grosse dimensioni e la tragedia sfiorata è compiuta. Il 22 giugno scorso, sulla SS 125 Orientale Sarda, si è sfiorata davvero la tragedia: una Fiat 500 guidata da un giovane di poco più di 20 anni che rientrava a casa dal lavoro intorno alle 4:30 di notte, ha impattato contro un mulo ed è finita nella scarpata del rettilineo che si trova tra il ponte sul Rio Padrongianus e il primo ingresso del Mater Olbia.
L'impatto tra la piccola auto Fiat e il povero animale è stato devastante: il mulo è morto sul colpo, l'auto ha l'avantreno completamente distrutto, ma fortunatamente il giovane al volante è uscito quasi illeso dall'auto. Per lui, solo una frattura alla mano e un enorme spavento. Per il resto, neanche un graffio ed è un vero miracolo.
A raccontare a Olbia.it la storia di questo incidente è la proprietaria della Fiat 500, che chiameremo Anna Z. poiché preferisce rimanere anonima. "Vorrei raccontare quanto accaduto soprattutto per sensibilizzare le istituzioni perché sono queste che devono tutelarci e non devono aspettare il morto per farlo", spiega la signora Anna.
Il motivo è presto detto: il povero mulo, che prima di essere centrato dalla 500 è stato sfiorato dall'auto che precedeva la Fiat (e che ha danneggiato lo specchietto), è risultato senza microchip nonostante avesse delle briglie. Tradotto: ha presumibilmente un proprietario, ma è ignoto. Senza proprietario, non c'è risarcimento perché la Regione risarcisce solo gli incidenti con la fauna selvatica.
"Abbiamo fatto regolare denuncia. Sono passati due mesi e non ci sono notizie", ribadisce Anna Z.; del proprietario del mulo non si sa nulla, è come se l'animale con le briglie non avesse mai avuto un padrone.
Non è la prima volta che accadono cose di questo genere in quella zona. Nel 2023 è stato visto passeggiare un mulo sul ponte e qualche anno prima c'è stato un incidente.
Gli episodi menzionati sono documentati dai giornali locali: qui un articolo della Nuova Sardegna sul mulo a spasso per il ponte, qui invece l'articolo sull'incidente con un cavallo sempre nel medesimo rettilineo. Ovviamente, allargando il raggio all'intero territorio comunale e non solo, gli episodi aumentano e tutti hanno come protagonisti animali domestici lasciati incustoditi.
Gli animali domestici vaganti sono un enorme problema in Sardegna, ma per la verità sono un problema risolvibile: basta fare controlli mirati. Non tutte le persone che vivono in campagna tengono i loro terreni (o le loro stalle) senza adeguate misure di sicurezza: chi conosce il territorio in cui opera lo sa molto bene.
Il rispetto delle leggi e/o un controllo mirato può salvare delle vite: quelle umane che utilizzano strade non illuminate (e non c'è bisogno di superare i limiti di sicurezza per rischiare la vita, basta una serie di coincidenze sfortunate) e quelle degli animali che non hanno certamente consapevolezza del pericolo che corrono uscendo dai loro terreni.
Ne consegue che prevenire è meglio che curare: basterebbe dedicare opportune risorse nel controllo delle campagne. Se gli agenti della Polizia Locale non possono farlo e se non può neanche la Forestale, ci sono associazioni deputate che forniscono questo servizio gratuitamente previa convenzione. La più importante a livello regionale è certamente l'Enpa: quella che ha collaborato alla chisura del canile Europa di Olbia.
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