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Cronaca

Golfo Aranci: il no alle ostriche di Benedetto Cristo

Golfo Aranci: il no alle ostriche di Benedetto Cristo
Golfo Aranci: il no alle ostriche di Benedetto Cristo
Olbia.it

Pubblicato il 03 September 2020 alle 10:50

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Golfo Aranci, 3 settembre 2020 -E' con tanta determinazione e impegno che il Comitato popolare Salviamo la Costa di Golfo Aranci sta portando avanti la battaglia contro l'allevamento di ostriche e metili che dovrebbe nascere di fronte alla spiaggia di Baracconi.

Il Comitato ha raccolto il sostegno di numerosi VIP come la regista Lina Wertmuller, il campione del basket Gigi Datome, la conduttrice Licia Colò, l'attrice Cinzia Leone, e molti altri ancora.

La petizione creata dal Comitato per opporsi alla nascita dell'allevamento ha già raccolto 42mila firme.

Ieri poi, sulla pagina ufficiale di Salviamo la Costa di Golfo Aranci, si è voluto dare spazio al biologo marino Benedetto Cristo, che conosce in modo magistrale Golfo Aranci e la sua costa.

La domanda posta a Cristo è stata questa: "l’impianto di molluschicoltura impatta e deturpa l'ambiente?"

Benedetto Cristo è al fianco del comitato spontaneo sin dal principio, e in questi giorni ha redatto una relazione tecnica che sarà segnalata agli enti preposti insieme al resto della documentazione.

“... L’area esaminata comprende una delle zone più interessanti dal punto di vista naturalistico e turistico." - si legge nella relazione tecnica riportata sulla pagina del Comitato.

"L’interesse che desta la richiesta di concessione di una porzione di spazio acqueo da parte della società cooperativa Effediemme è del tutto legittima, ma risulta di bassa imprenditorialità."

"Le espressioni di dissenso riconducibili alla popolazione golfarancina alle quali si associa anche lo scrivente, non criticano la richiesta imprenditoriale a prescindere, ma il luogo dove dovrebbe insistere." - scrive Benedetto Cristo nella relazione tecnica.

"Studi recenti dimostrano che la molluschicoltura può modificare significativamente la dinamica dei nutrienti e il funzionamento degli ecosistemi costieri poco profondi in quanto la filtrazione, accoppiata alla biodeposizione di feci e pseudofeci, crea un accumulo localizzato di materia organica in modo analogo alla sedimentazione di feci e cibo non ingerito nelle vicinanze degli allevamenti ittici."

"Tale sito è totalmente inadatto alla crescita estensiva dei bivalvi in quanto il trofismo dell’area è insufficiente alla loro alimentazione ed alla loro crescita, inoltre l’impatto ambientale sul Posidonieto sarebbe disastroso."

"La Posidonia oceanica verrebbe soppressa dalle deiezioni degli animali stessi, a questi si aggiunge, inoltre, che la riduzione della luce solare dovuta all’impianto, non permetterebbe la fotosintesi. Anche l’azione meccanica dell’impatto dei corpi morti sulla fanerogama produrrebbe gravi lesioni nella “matte” nella quale l’ingresso di correnti laminare provvederebbero ad aumentare il danno fino alla distruzione."

"La perdita della prateria di Posidonia sarebbe poi letale anche per le spiagge limitrofe che già sofferenti le condurrebbe all’erosione totale."

"In conclusione è importante se non fondamentale procedere con la ricerca di un areale meno sensibile di quello già richiesto, e nel caso effettuare uno studio prudenziale di valutazione che sia in grado di stimare tutte le azioni di disturbo." - conclude il biologo.