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Decreto legge Sicurezza è legge: via libera dal Senato con 109 voti favorevoli

Decreto Sicurezza diventa legge: dalle occupazioni abusive ai blocchi stradali, ecco cosa cambia

Decreto legge Sicurezza è legge: via libera dal Senato con 109 voti favorevoli
Decreto legge Sicurezza è legge: via libera dal Senato con 109 voti favorevoli
Olbia.it

Pubblicato il 04 June 2025 alle 17:00

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Roma. Il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto sicurezza con un voto di fiducia che ha registrato 109 voti favorevoli, 69 contrari e un'astensione. La conversione in legge del decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell'usura e di ordinamento penitenziario introduce significative modifiche al codice penale e nuove misure di contrasto alla criminalità. 

Tra le novità più significative del decreto figura l'introduzione del reato di "occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui", che prevede una procedura accelerata di sgombero con pene da due a sette anni di reclusione. La norma stabilisce la perseguibilità d'ufficio quando l'occupazione riguarda immobili pubblici o è perpetrata ai danni di persone incapaci per età o infermità. Il cosiddetto "blocco stradale", che trasforma quello che l'opposizione definisce protesta pacifica da illecito amministrativo a reato penale, prevede ora reclusione fino a un mese e multa fino a 300 euro, con pene che aumentano da sei mesi a due anni se commesso in gruppo.

Il voto è giunto dopo una giornata parlamentare caratterizzata da forti tensioni e scontri tra maggioranza e opposizione.

Il momento più critico della giornata parlamentare si è verificato durante l'intervento del senatore di Fratelli d'Italia Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali, quando ha pronunciato la frase "Capisco che vogliate stare dalla parte della criminalità", rivolta all'opposizione. Le parole hanno scatenato la reazione immediata dei senatori di Pd, M5s e Alleanza Verdi-Sinistra, che sono scesi dai loro banchi dirigendosi verso quelli della maggioranza. L'intervento degli assistenti parlamentari ha evitato il contatto fisico, mentre alcuni senatori gridavano "Fuori!". La presidente di turno Anna Rossomando ha stigmatizzato le parole di Balboni, che successivamente si è scusato definendo la sua una "domanda retorica".

Il d-l n. 48/2025 - disposizioni sicurezza pubblica introduce anche misure contro le truffe agli anziani con l'inasprimento delle pene per la "truffa aggravata", che prevede ora reclusione da due a sei anni e sanzioni pecuniarie da 700 a 3mila euro, oltre all'arresto in flagranza di reato. È previsto inoltre un aumento della pena fino a un terzo per il reato di danneggiamento quando commesso durante manifestazioni pubbliche con violenza o minaccia, e viene introdotta una nuova circostanza aggravante per delitti contro la vita, l'incolumità e il patrimonio commessi nelle stazioni ferroviarie, metropolitane o a bordo di convogli.

Viene modificata radicalmente la legge sulla canapa del 2016, introducendo il divieto di commercializzazione delle infiorescenze e di tutti i prodotti che le contengono, compresi oli, resine ed estratti, mantenendo commercializzabili solo i semi. Particolarmente controversa è la modifica che rende facoltativo il differimento della pena per le detenute incinte o madri di figli fino a un anno, che prima era obbligatorio, con la possibilità di negarlo "ove sussista il rischio di commissione di ulteriori delitti".

Il primo articolo del decreto introduce nuovi reati per la "detenzione di materiale contenente istruzioni per il compimento di atti di terrorismo", incluse le istruzioni per la preparazione di sostanze esplosive, bottiglie esplosive e involucri incendiari, punendo anche chi ne diffonde le istruzioni.

Le forze dell'ordine ricevono nuovi strumenti operativi, tra cui l'autorizzazione all'uso delle bodycam durante i servizi di ordine pubblico e la possibilità per gli agenti di portare armi private quando non sono in servizio. È previsto inoltre un beneficio economico fino a 10mila euro per le spese legali sostenute dal personale delle forze di polizia indagato per fatti inerenti al servizio. Il decreto stabilisce anche che per attivare una nuova sim telefonica sia necessario fornire un documento di identità valido, con sanzioni che prevedono la chiusura degli esercizi commerciali da 5 a 30 giorni in caso di violazione.

Prima del voto, i senatori dell'opposizione avevano messo in atto una forma di protesta sedendosi davanti ai banchi del governo, urlando "Vergogna" e mostrando cartelli con scritte come "Denunciateci tutti". La manifestazione di dissenso era legata alle nuove disposizioni del decreto che l'opposizione considera liberticide.

Giorgia Meloni ha commentato l'approvazione sui social, definendola "un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa". La premier ha sottolineato gli interventi contro le occupazioni abusive, la lotta alle truffe agli anziani e il rafforzamento degli strumenti per le Forze dell'Ordine, ribadendo che "legalità e sicurezza sono pilastri della libertà". Anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha descritto il decreto come "un provvedimento strategico" che introduce "nuovi ed efficaci strumenti per rafforzare il contrasto a criminalità e terrorismo".

Le reazioni dell'opposizione sono state durissime. Carlo Calenda di Azione ha criticato l'atteggiamento dei colleghi dell'opposizione, affermando che "questi show aiutano la destra" e che "queste cose vanno combattute nel merito". Matteo Renzi di Italia Viva ha espresso "indignazione a un punto senza ritorno", criticando in particolare gli articoli 30 e 31 sulle intercettazioni e sugli agenti dei servizi, arrivando a dire "Se i servizi vogliono compiere un colpo di Stato possono farlo!" e definendo il decreto "quanto di più lontano dalla nostra cultura".

Francesco Boccia del Pd ha denunciato "la vergognosa gestione del decreto sicurezza e la sudditanza della maggioranza verso il governo", sottolineando che si tratta del "93esimo voto di fiducia" del governo Meloni, record delle ultime cinque legislature. Roberto Scarpinato del M5s ha annunciato l'impegno del suo partito "a inserire nel proprio programma politico al primo punto l'abolizione di questa legge vergogna", criticando duramente la classe dirigente attuale e citando episodi come il G8 di Genova del 2001.

La conferenza dei capigruppo del Senato è stata convocata per oggi alle 11.30, anche in seguito alla richiesta delle opposizioni di far slittare l'esame della riforma della giustizia dall'11 giugno a settembre. Il decreto sicurezza si conferma così uno dei provvedimenti più controversi dell'attuale legislatura, con la maggioranza che lo difende come strumento necessario per la tutela della legalità e l'opposizione che lo considera un attacco ai diritti costituzionali.