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Olbia, visita al Nuraghe Riu Mulinu. L'archeologo Amucano: 'Un sito di straordinario valore che guarda all'UNESCO"

Successo per la visita guidata. Le riprese dal drone di Luca Parisi

Olbia, visita al Nuraghe Riu Mulinu. L'archeologo Amucano: 'Un sito di straordinario valore che guarda all'UNESCO
Olbia, visita al Nuraghe Riu Mulinu. L'archeologo Amucano: 'Un sito di straordinario valore che guarda all'UNESCO
Laura Scarpellini

Pubblicato il 23 October 2025 alle 15:00

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Olbia. Una splendida giornata di sole e di partecipazione ha accompagnato la passeggiata archeologica al Nuraghe Riu Mulinu di Cabu Abbas, organizzata dalla Pro Loco Olbia con il patrocinio dell’associazione La Sardegna verso l’UNESCO. All’appuntamento hanno preso parte una cinquantina di persone, tra cittadini, appassionati e curiosi, che hanno seguito con grande attenzione le spiegazioni del prof. Marco Agostino Amucano, archeologo e guida turistica regionale.

Il pubblico, partecipe e interessato, ha posto numerose domande e ha mostrato vivo entusiasmo di fronte ai dettagli storici e alle interpretazioni presentate durante la visita. Il Nuraghe Riu Mulinu, situato a circa 250 metri  d’altitudine sulla vetta del Monte Colbu, è uno dei monumenti più originali e scenografici della civiltà nuragica in Gallura.

Abbiamo chiesto al professor Amucano di spiegare brevemente il monumento ai nostri lettori: "È un sito archeologico di straordinario valore che merita il riconoscimento dell'UNESCO. Si tratta di un piccolo nuraghe monotorre risalente al Bronzo finale (XIII–XII secolo a.C.), racchiuso da un poderoso muro di cinta lungo oltre duecento metri, che si adatta alla morfologia del colle e ingloba in modo magistrale gli affioramenti di roccia granitica. Da questa posizione, i costruttori nuragici controllavano visivamente tutto il golfo di Olbia, l’agro di Olbia e le isole di Tavolara e Molara".

Il panorama a 360° è mozzafiato e nulla della costruzione in massi di granito sembra lasciato al caso:
"L’interno del nuraghe conserva una camera di piccole dimensioni, due nicchie laterali e un pozzo scavato nella roccia, interpretato come elemento di carattere sacro e con un probabile collegamento all’ipotizzato culto delle acque. Proprio in questo contesto fu rinvenuto il celebre bronzetto della portatrice d’acqua, databile tra il X e l’VIII secolo a.C., testimonianza della lunga frequentazione del sito anche nella prima età del Ferro. La vicinanza con il pozzo sacro di Sa Testa rafforza l’ipotesi di una funzione rituale e simbolica del luogo, che potrebbe aver affiancato, o in seguito sostituito, quella originaria di presidio e difesa", conclude l'archeologo Amucano.

La visita, condotta lungo un percorso panoramico tra i profumi e i colori della macchia mediterranea e la vista aperta sul mare, ha permesso di riscoprire un sito di straordinaria importanza storica che merita sicuramente di essere annoverato tra i 32 nuraghi candidati a patrimonio dell’UNESCO. Il drone di Luca Parisi ha restituito allo spettatore immagini sorprendenti della visita guidata al nuraghe (qui il video).

Con la speranza che questa iniziativa, patrocinata dall'associazione La Sardegna verso L'UNESCO, sia auspicio di nuovi interventi di valorizzazione e soprattutto di una migliore accessibilità.
Sarebbe infatti necessaria una manutenzione della strada che conduce al sito e alla fonte di ottima acqua potabile: la rete elettrosaldata posta alla base della copertura in cemento è ormai affiorata e sporge in più punti, rendendo pericoloso il transito delle automobili e mettendo a rischio le gomme. La zona, particolarmente suggestiva, meriterebbe quindi maggiore cura e attenzione.

Si ringrazia Luca Parisi per l'immagine della copertina e il video.