Si preparano per il giorno 1 novembre di Ognissanti e per il giorno 2.
Wednesday, 22 October 2025
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Pubblicato il 22 October 2025 alle 12:30
Loiri. Non si può non applaudire Cristina Pileri, la food blogger sarda che tra ricami di sapori e filamenti di creatività sta conquistando la rete post dopo post, trasformando così la cucina della tradizione isolana, in una fama digitale irresistibile. Cristina Pileri olbiese di nascita che da tempo vive a Loiri, non è solo una food blogger ma è una vera e propria narratrice del gusto che intreccia passato e presente come una sarta che confeziona capolavori su misura. Proprio il suo passato di sarta creativa si riflette in ogni dettaglio: ricami di aromi, modellazione di fiori commestibili e linee di sapori che si svolgono con eleganza tra texture e colori. Da tempo ama anche reinterpretare le ricette della tradizione sarda, restituendole al tempo odierno con leggerezza, innovazione e rispetto per la materia prima.
La sua passione per i prodotti locali dell'Isola è stata il filo conduttore della sua crescita online, trasformando le cucine casalinghe in veri atelier digitali. Sui social Cristina Pileri racconta storie di ingredienti autoctoni, talenti artigianali e incontri tra comunità, ottenendo un consenso crescente che va oltre la semplice ricetta. Di fatto quello che mette in atto è una promozione del patrimonio gastronomico della Sardegna, raccontato con stile, pulizia dell’immagine e una dose di creatività affamata di novità.
Durante il nostro incontro la Pileri svelerà come l’estro acquisito da sarta si vada traducendo in dolci che incantano non solo il palato ma anche l’occhio: ricami di glassa, plissé di crema e bouquet di fiorellini di marzapane che sembrano nascere da un tessuto. Parlerà dell’equilibrio tra tradizione e modernità, di come aggiornare ricette secolari per i tempi odierni senza tradire l’anima originaria, e del ruolo cruciale delle risorse locali nel definire un gusto autentico e riconoscibile.
Inevitabile in vista delle prossime festività chiedere a Cristina Pileri di condividere due ricette concepite per il solo gusto di convivialità, stimolando la creatività in cucina, portando a tavola l’eccellenza dell’Isola. Tutto ciò risuona come un nuovo invito a scoprire la Sardegna non solo attraverso le immagini ma soprattutto, attraverso sapori e profumi che raccontano una terra, una professione artigianale e una passione senza tempo.
"Devo dire che fare la sarta in realtà mi ha aiutato molto, potendo utilizzare la tecnica che usavo nei tessuti per modellare i fiori, pieghe, fiocchi e altre forme, sulla sfoglia di pasta dei miei dolci tipici sardi, come coricheddos, il pane decorato e qualche formato di pasta fresca".
La cucina casalinga è la sua cifra stilistica: quale ingrediente o gesto semplice, tipico della tradizione sarda, descriverebbe come “l’anima” di una pietanza?
"Un ingrediente che ritengo essere estremamente importante è la farina che con l'aggiunta di un elemento fondamentale come l'acqua, si trasforma in cibo prezioso. Con le mani si vanno a riprodurre quei gesti antichi tramandati di mamma in figlia, e proprio come il pane, che è un cibo universale, e antico si mette un pò tutti d'accordo. Inoltre è un cibo economico con cui si possono creare tante ricette da cui trarre ispirazione".
Il legame con la natura è centrale per lei. Puoi raccontarci un momento in cui ha trovato ispirazione in un profumo o colore della campagna sarda per creare una nuova ricetta?
"C'è ne sono alcune. Una tra queste sicuramente è il mio raviolo monoporzione con impasto di semola di grano duro e acqua. Il ripieno di ricotta del pastore e gli asparagi selvatici che fanno come da contorno al tuorlo d'uovo, ovviamente delle mie galline ruspanti. Tutto questo lo descrivo nei dettagli in un video-tutorial sui social, illustrando bene come lo confeziono".
È una divulgatrice del territorio: quali angoli della Sardegna ritiene essere fondamentali per chi legge il suo lavoro, e come sono integrati nelle sue ricette e nei suoi post?
"La Sardegna è sicuramente un continente che conserva ancora delle eccellenze gastronomiche straordinarie. Ad esempio la penisola del Sinis si distingue per la pesca del muggine e la bottarga, e ancora resiste qualche azienda artigianale della trasformazione della bottarga. In agricoltura nella produzione di frutta come meloni e angurie, vi sono molti specialisti in coltivazione su terreno a secco. Questi risultano essere prodotti di eccellenza davvero dolcissimi. E poi qui si producono ancora tanti ortaggi che mettono in moto i processi artigianali di conservazione e l'industria alimentare. Il Sulcis è invece un altro esempio di eccellenza per la produzione del tonno. A Carloforte è famosa la pesca al tonno rosso che risulta essere il più raro e pregiato al mondo. Forse non tutti sanno che i giapponesi sono tra i più grandi estimatori del tonno della tonnara dell'isola di San Pietro. La Sardegna ad ogni suo angolo offre eccellenze uniche e pregiate. La Marmilla si distingue per la qualità del suo grano e per i legumi, l'Ogliastra e la Barbagia brillano per i loro formaggi caprini e ovini, le carni di allevamenti a pascolo brado e per tutti quei sapori forti, che profumano di montagna. Le zone del Campidano e il Logudoro il Barigadu, il Mandrolisai, sono da mettere in nota sempre in merito alle produzioni di formaggi eccellenti. La Gallura? Beh non si può che renderle omaggio ricordando l'infinità dei sui pregiati vini, ma dovremmo scrivere un l'elenco davvero troppo lungo".
Qual è un piatto tradizionale che ha reinventato senza tradire la sua essenza, e quale piccolo dettaglio di presentazione o di ambiente renderebbe l’esperienza culinaria ancora più autentica?
"Mi viene subito in mente una pasta antica tipica di Usini: gli "Andarinos" con ragù di melanzane e pomodorini. Tutto ovviamente a chilometro zero, con prodotti dell'azienda agricola biologica di mio figlio. Con questa ricetta ho partecipato all'ashtag promosso dalla rivista "La Cucina Italiana online" su Instagram per la candidatura della cucina italiana patrimonio dell'UNESCO. Con mio grande orgoglio è stata selezionata la mia ricetta che oggi compare nel loro sito, tra le tante foto. Di questa mia ricetta ne vado particolaramente fiera".
Cosa consiglia chi volesse diventare un foodblogger?
"Avere la curiosità di osare. Approfondire e studiare il proprio territorio con le sue le tradizioni. Fondamentale poi viaggiare e divulgare la propria esperienza, cercare ciò che ancora c'è da scoprire e guardare al futuro alla ricerca di nuove soluzioni, e idee. Tutto ciò è finalizzato a migliorarci e a fare in modo che tutto il nostro sapere, la nostra cultura non vadano persi, o peggio dimenticati persociò che possediamo della nostra cultura non venga perso o peggio dimenticato".
Farina “00”, semola rimacinata, uova, strutto, zucchero, uva sultanina, frutta secca, mandorle, noci nocciole, confettini colorati per guarnire, ammoniaca, latte.
Glassa cotta alla sarda
In un pentolino versate l’acqua e lo zucchero, e contemporaneamente frullate l’albume a neve. Portate a bollore l’acqua e lo zucchero fino a che lo sciroppo addensa un po' e si forma il filo, se avete un termometro da cucina cuocete fino a raggiungere i 121 gradi. A questo punto versate a filo e lentamente lo sciroppo nell albume e continuate a frullare fino a formare una crema densa e lucida. Con una lama di coltello spalmate la glassa su ogni papassino e decorate con i confettini colorati o “tragera argentata”. Lasciate asciugare fino a che la glassa diventa bella solida al tatto.
•500 g di semola di grano duro
•200 ml di acqua
• sale q.b.
Per il ripieno :
•500 g di ricotta fresca
• 5 g di zafferano in stimmi
• la buccia di una arancia grattugiata
• sale 1 cucchiaino
• 2 uova
Per la Crema di Pecorino :
• 100 g di pecorino stagionato grattugiato
• 100 ml di latte
• 100 ml di panna
Preparazione dell’impasto: in una ciotola versa la semola a fontana. Aggiungi il sale e comincia a incorporare l’acqua poco per volta, impastando fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Copri con pellicola e lascia riposare per 30 minuti.
Ripieno: in una ciotola, lavora la ricotta con il sale e lo zafferano (sciolto in pochissima acqua calda o latte ) Aggiungi la buccia d’arancia grattugiata. Amalgama bene fino ad ottenere un composto cremoso. Stendi la pasta in sfoglie sottili.Distribuisci dei mucchietti di ripieno sulla sfoglia, copri con un’altra sfoglia e sigilla bene i bordi.Ritaglia i ravioli con una rotella o uno stampino.
Preparare la crema di pecorino: in un pentolino, scalda il latte e la panna insieme a fuoco dolce. Aggiungi il pecorino grattugiato un po’ alla volta, mescolando di tanto in tanto fino a sciogliere completamente. Otterrai una crema densa e liscia . Cuoci i ravioli in abbondante acqua salata per qualche minuto, finché non salgono in superficie. Scolali delicatamente e condiscilo con la crema di pecorino calda. Servi subito e guarnisci con alcuni stimmi di zafferano.
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