Friday, 26 September 2025
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Pubblicato il 26 September 2025 alle 08:00
Olbia. Mirko Putzu, olbiese virtuoso della fisarmonica, è una presenza quasi fissa nel panorama sonoro della Gallura: un volto noto non solo al pubblico locale, ma anche agli ospiti che animano le feste popolari della regione. Tra feste campestri e celebrazioni padronali, la sua musica funge da filo conduttore, capace di unire tradizione e festa in un abbraccio ritmato che risuona lungo i vicoli e lungo le piazze.
L’estate 2025 ha scandito i suoi tempi: note che hanno rallegrato sia i sardi sia i numerosi turisti in visita all’Isola per le vacanze estive. Ogni brano è una porta aperta sulla cultura folk locale, una fisarmonica che sembra raccontare la Gallura come una colonna sonora folkloristica, capace di trasformare ogni evento in una celebrazione condivisa. Mirko Putzu, con le sue dita capaci di creare melodie vivaci e sentite, resta una figura centrale nel palcoscenico musicale tradizionale della Gallura, un simbolo di autenticità che risuona ben oltre i confini dell'Isola.
Qual è stato l’episodio o l’istruttore che le ha fatto capire che la fisarmonica sarebbe diventata la sua strada, e quale brano rappresenta al meglio il suo stile iniziale?
"Ho iniziato come tanti altri artisti da molto piccolo, avevo all'incirca quattro anni quando un amico di famiglia mi regalò una tastiera (Bontempi) e io iniziavo ad orecchio a strimpellare le canzoni che sentivo alla radio. Ricordo benissimo che la mia prima melodia che suonai alla tastiera fu Montagne Verdi di Marcella Bella. Dopo qualche anno, avevo otto anni, fu regalata a me e a mio fratello Danilo da nostro padre ( anche lui fisarmonicista), una piccola fisarmonica che tutt'ora ho. Fondamentalmente non c'è stato un episodio in particolare che mi ha fatto avvicinare alla musica, ma piuttosto è stato tutto un percorso di crescita nel vero senso della parola. Infatti mio padre insieme al collega e compare, mio padrino Bachisio Altamira, suonavano la fisarmonica nelle sagre di paese e nelle feste patronali, matrimoni e nelle piazze durante gli eventi. Ecco io sentivo già la musica prima che venissi al mondo, cosicché posso dire di essere nato in mezzo alla musica".
In che modo il pubblico delle feste campestri e degli eventi folkloristici influisce sull’energia delle sue esibizioni quando è sul palco? C’è una differenza tra le due atmosfere?
"Posso dire sicuramente che il pubblico gallurese è un pubblico molto accogliente, molto allegro e con tanta voglia di divertirsi. Ritengo che quando si suona dal vivo, ovviamente si è lo specchio oltre che dell'anima, anche del pubblico, quando ovviamente nella festa c'è un pubblico allegro spensierato e con una grande energia positiva. Sicuramente tutto ciò si riflette sull'artista arrivando sul palco, per poi venire e rilanciata al pubblico, attraverso la musica. Insomma è come se fosse un'alchimia tra artista e pubblico che rende l'atmosfera magica".
Ha menzionato di intraprendere performance fuori dal contesto tradizionale. Qual è l’esperienza più inaspettata o creativa che ha portato in scena con la fisarmonica, e come è stata accolta?
"Ho sempre accolto molto bene l'innovazione sempre nel rispetto anche della provenienza dello strumento e quindi della tradizione. Credo che col passare degli anni bisogna adeguarsi ai tempi che si vivono e di conseguenza, insieme a dei colleghi, durante tutti questi anni di musica si è sperimentato di fondere un po' di tradizione con l'innovazione. Ecco che abbiamo composto dei brani con strumenti e sonorità tradizionali, ma "ricamando sopra" il brano, una coreografia in stile ballo di gruppo come ad esempio in UMPARE. Questo è il titolo del brano con testo in Italiano e ritornello in sardo. UMPARE che in italiano significa insieme, intende quindi lanciare un messaggio molto bello, e sempre attuale. Il brano è stato presentato insieme al collega Quirico Bacciu, su Canale Italia, ( Cantando Ballando ) uno show televisivo dedicato alle esibizioni musicali. Dove spesso vado come ospite in collaborazione con l'Edizioni Musicali Farfallina dell’Amico Giuseppe Spinelli.".
Se dovesse raccontare a chi viene ad ascoltarla cosa rappresenta la sua musica per la comunità della Gallura, quale messaggio desidera trasmettere attraverso la sua allegria e il suo temperamento?
"Ritengo che tutto si adatta in base al contesto, anche la musica, ma di base una buona musica allegra, spensierata ed armoniosa sono certo che possa arrivare all'anima del pubblico trasmettendo un'energia positiva. In una serata del genere da considerarsi leggera, dove si possa per un attimo mettere da parte qualsiasi problema e divertirsi con il sorriso, la musica la intendo e la vivo come una sorta di cura dell'anima mia, e spero anche del pubblico che mi ascolta".
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