Monday, 22 September 2025

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Olbia, la Cgil replica ai commenti sulla richiesta inviata ai Comuni della Gallura per il riconoscimento della Palestina

Pubblichiamo integralmente la nota diffusa in risposta dal segretario Deiana

Olbia, la Cgil replica ai commenti sulla richiesta inviata ai Comuni della Gallura per il riconoscimento della Palestina
Olbia, la Cgil replica ai commenti sulla richiesta inviata ai Comuni della Gallura per il riconoscimento della Palestina
Olbia.it

Pubblicato il 22 September 2025 alle 18:30

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Olbia. Riceviamo e pubblichiamo la nota della CGIL in merito al nostro articolo che riportava integralmente il comunicato stampa del sindacato, ma che - esercitando il diritto di critica - sottolineava in chiusura alcune peculiarità. Fatto salvo il diritto di replica e fatto salvo il diritto di critica, apprezziamo l'invito al confronto che accogliamo con entusiasmo.

Replica della CGIL Gallura al commento sul comunicato per il riconoscimento dello Stato di Palestina - ecco la nota diffusa dal segretario generale della Cgil Gallura Danilo Deiana.

"In riferimento al commento pubblicato in seguito alla nostra comunicazione indirizzata ai Sindaci e ai Consigli Comunali della Gallura, intendiamo chiarire e approfondire alcune delle osservazioni sollevate. La nostra richiesta alle istituzioni locali, come già fatto da numerose amministrazioni comunali in Italia, si fonda sulla volontà di contribuire concretamente, anche dal livello territoriale, alla costruzione di una pace giusta e duratura in Medio Oriente, attraverso l’affermazione dei diritti fondamentali del popolo palestinese e il riconoscimento delle sue legittime aspirazioni nazionali".

"Siamo perfettamente consapevoli della gravità del contesto attuale: l’occupazione militare, le politiche di colonizzazione, l’espansione degli insediamenti illegali, le violazioni sistematiche del diritto internazionale, e le condizioni di apartheid denunciate da organizzazioni internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch, sono tutti aspetti che abbiamo più volte condannato in modo esplicito, sia a livello nazionale che territoriale, ribadendo con forza basta guerra, basta apartheid, basta genocidio. Tuttavia, nel comunicato specifico inviato ai Comuni abbiamo scelto una forma e un linguaggio adatti al contesto istituzionale, con l’obiettivo di favorire l’assunzione di atti concreti da parte degli enti locali, che possano unirsi a una pressione più ampia sul Governo italiano affinché si attivi in sede internazionale per il riconoscimento dello Stato di Palestina".

"La formula “due popoli, due Stati”, richiamata nel testo, non è una rimozione delle ingiustizie storiche subite dal popolo palestinese “dalla Nakba fino agli eventi odierni”, e non lo riteniamo anacronistico, ma rappresenta un punto di equilibrio politico condiviso anche da gran parte della diplomazia internazionale, che resta, al momento, l’unico orizzonte realistico per evitare un ulteriore precipitare nella guerra permanente e nella disumanizzazione reciproca. Comprendiamo e rispettiamo le posizioni più radicali che denunciano apertamente l’intero impianto ideologico e materiale del sionismo, così come il concetto stesso di apartheid e pulizia etnica, che in molte sedi, anche giuridiche, sta ricevendo crescente attenzione. Tuttavia, riteniamo che il ruolo di un’organizzazione sindacale come la CGIL sia quello di favorire percorsi di pace e giustizia dentro i margini di praticabilità politica e istituzionale, senza per questo rinunciare alla denuncia delle violazioni dei diritti umani".

"Infine, il riconoscimento dello Stato di Palestina, pur essendo oggi un atto simbolico, acquista valore proprio nella misura in cui viene accompagnato da atti politici, sociali e culturali che ne rafforzino la legittimità e rompano l’isolamento del popolo palestinese. Non è l’unico passo necessario, ma è un passo fondamentale. Ribadiamo dunque la nostra disponibilità a un confronto aperto e costruttivo su questi temi, anche con chi, come il giornalista in questione, solleva legittime critiche e interrogativi, nella consapevolezza che solo con l’unità delle forze democratiche, pacifiste e solidali sarà possibile fermare la spirale di violenza e affermare una giustizia duratura per il popolo palestinese".