Olbia. Sanità gallurese bocciata: tre strutture a servire il territorio, ma nessuna rispetta tra teoria sulla carta e pratica nella realtà canoni e normative per operare: il personale tenta il tutto e per tutto e si sacrifica per garantire il servizio.
Il programma Presa Diretta ha analizzato la sanità raccontando la realtà della Sardegna, del Nord Italia e alcune realtà europee e la nostra Isola si è mostrata in tutta la sua fragilità e in tutte le sue carenze: reparti svuotati, carenza di personale, dagli infermieri agli specialisti, senza contare le liste d'attesa infinite.
Sapere cosa accade, e poi trovarsi di fronte a queste testimonianze di personale, infermieri e medici e dei pazienti diventa peggio di un pugno allo stomaco e ci si rende conto che non possiamo più voltarci dall'altra parte.
Francesca Fava inviata per Presa Diretta si è recata nelle tre strutture sanitarie di Tempio, La Maddalena e Olbia e ha raccontato attraverso testimonianze dirette, anche con tanto di telecamera nascosta cosa accade effettivamente nei presidi sanitari del territorio.
"La sanità gallurese è stata classificata tra le peggiori nella gestione e nella presa in carico del paziente, lo certifica l'ultimo rapporto Agenas sulle performance delle aziende territoriali" - spiega il programma in onda nella serata di domenica si Rai 3, e a denunciare da anni con toni anche duri questa realtà c'è anche il sindaco di Tempio, Gianni Addis, presidente della Conferenza Socio Sanitaria: "mi è capitato di definire più volte la nostra sanità da terzo mondo, le nostre strutture sono in sofferenza nel periodo invernale, figuriamoci d'estate, qua succede di tutto. Si ha difficoltà ad accedere alle cure primarie e al Pronto soccorso".
In Gallura sono tre gli ospedali pubblici dotati di PS: Tempio, Olbia e La Maddalena, solo Olbia secondo la legge può gestire le emergenze gravi. Dopo la riforma regionale diversi reparti sono stati svuotati e d'estate il sistema va in apnea. La giornalista si reca con una telecamera nascosta al PS di Tempio dove si scopre che "non possono gestire codici rossi, solo bianchi e verdi, così dice la carta ma proprio durante la presenza nel presidio si scoprono all'ingresso due codici rossi: un infarto e un emorragia celebrale: due viaggi a Olbia".
A raccontare la realtà in corsia di emergenza gli stessi operatori: "la presenza di 1 medico solo a gettone con 20 pazienti e due codici rossissimi , facciamo codici rossi pur non avendo nessun servizio alle spalle, stabilizzazione e via a Olbia, qui manca tutto, l'ospedale, oramai smantellato è diventato un poliambulatorio, un niente, una realtà triste"- concludono amareggiati e tristemente consapevoli infermieri e altro personale sanitario.
La situazione nell'isola de La Maddalena non è migliore di Tempio, anche qui popolazione d'estate si quintuplica e la struttura è stata ridotta all'osso, non può garantire codici gialli, arancioni e rossi, si tratta di una casa di comunità, di una struttura dove non ci sono specialisti, dove non si può andare oltre la stabilizzazione, ambulanza ed elicottero e via a Olbia. Una cittadina dov'è neanche i residenti hanno orami diritto alle visite basilari.
Olbia risulterebbe l'unica struttura abilitata a gestire ogni tipo di emergenza ma anche qui il sistema ha più falle, fa acqua da più parti. L'Ospedale Giovanni Paolo II ha l'OBI (osservazione breve intensiva), previsto in base ad un accordo Stato Regione in tutti i Ps di primo e secondo livello), in realtà però non è così: "qui c'è sulla carta ma l'ospedale non ha mai avuto l'accreditamento - si scopre in corsia d'emergenza. Si tratta di uno Spazio in cui si resta prima del ricovero o della dimissione. Ma qui non c'è l'accreditamento, qui finiscono i casi più gravi di tutta la Gallura, con tempi di attesa e stanziamento su questi letti per giorni, settimane, addirittura mesi. La visita al Pronto soccorso avviene in una giornata di fine giugno e in quel momento nel PS ci sono 62 pazienti al momento solo 3 dovrebbero essere on boarding, ma in quel momento sono 30 e dormono al Ps, in attesa di un posto letto per essere ricoverati.
"Violazione di tutte le norme di sicurezza, in ogni stanza ci sono 10 persone e il poco personale presente a settembre è distrutto per l'immane carico di lavoro assunto"- recita uno degli operatori sanitari. L'Assessore Bartolazzi raggiunto dalla giornalista che chiede delucidazioni a proposito di obbligo legge per l'accreditamento per l'Obi risponde "se in Sardegna dovessimo vedere le cose obbligatorie per legge dovremo rivedere molti ospedali", incalzato dall'osservazione "non è a norma", l'Assessore risponde "se per questo non è a norma neanche un PS senza medici".
Nel servizio di Presa Diretta viene anche esposta l'idea della precedente Giunta: l'arrivo dei medici da Cuba, esposta proprio dall'ex assessore alla sanità Carlo Doria dice: "123 medici con tutte le specializzazioni con tanto di conteggio e suddivisione in base alle carenze, alla sofferenza di personale nelle strutture. Perche è saltata? Bartolazzi risponde che era limitata alla copertura nei PS, quindi era per un tempo limitato.
In conclusione dopo diverse disamine e dopo aver analizzato la faccenda della sanità malata del territorio Bartolazzi presenta l'idea di "un sistema tampone, creare delle possibilità di lavoro a medici che intendono prestare servizio in PS, guardie mediche, offrendo un contratto collaborazione, nel contempo le vacanze per la famiglia per tre/quattro mesi l'anno, da giugno a settembre".
Non può mancare la citazione al super contenzioso degli ex direttori generali delle Asl, che hanno fatto causa e attendono l'esito della vicenda dopo aver richiesto super risarcimenti.
Ma, nonostante tutto, da giugno ad oggi sul territorio della Gallura sono state evase 53 mila richieste di soccorso e si sono alzati in volo 709 elicotteri, un lavoro immane, immenso e sacrificato "ma non è facile gestire una sanità pubblica maltrattata ma soprattutto maltratta per tanto tempo".
Potrete trovare la puntata integrale di Presa Diretta del 21 settembre su Rai Play.