Wednesday, 06 November 2024
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Pubblicato il 17 October 2023 alle 18:00
Olbia. Sarà il giudice a decidere sull'archiviazione del procedimento penale a carico di Giuseppe Masia, il noto comico/docente olbiese, ma dopo la sua difesa social che tanto aveva fatto discutere, ora a parlare è la controparte: ovvero Paola Puddu, avvocata dei proprietari del gatto sbranato.
I fatti. Il procedimento penale scaturisce in seguito a una denuncia originata dalla morte di un gatto di proprietà di una famiglia olbiese avvenuta questa estate a giugno.
La richiesta di archiviazione. Dopo le indagini, l'acquisizione delle prove e delle testimonianze, la PM Noemi Mancini ne ha chiesto l'archiviazione lo scorso agosto, pur riconoscendo la configurazione del reato contestato. Precisamente, l'archiviazione inizia così: "Dagli atti di indagine emerge la configurazione del reato ascritto a carico dell'indagato". Dopo di che, la PM elenca le motivazioni per cui ne chiede l'archiviazione.
Il ruolo della riforma Cartabia. Le motivazioni della richiesta di archiviazione sostanzialmente hanno a che vedere con la riforma Cartabia: se il fatto è "tenue" e non "abituale" e la pena detentiva non supera i due anni, scatta la non punibilità e dunque si può archiviare. Ed è proprio questo che scrive la PM: "pur tuttavia appare applicabile al caso di specie la norma di cui all'art.131 bis cp", cioè l'esclusione della punibilità per la tenuità del fatto.
La riforma Cartabia nasce per "velocizzare" i tempi della giustizia perché i tribunali sono letteralmente ingolfati da procedimenti che spesso si instaurano su relative inezie, ma sappiamo come reati particolarmente odiosi come quelli sugli animali abbiano pene che probabilmente, stante il mutamento della sensibilità collettiva, andrebbero alzate.
La riforma Cartabia, però, non dice che i reati come quelli sugli animali debbano essere archiviati tout court. La stessa riforma infatti prevede che anche i reati con pene inferiori a 2 anni possano essere perseguiti quando "l'autore ha agito per motivi abietti o futili o con crudeltà anche in danno di animali o ha adoperato sevizie".
L'accusa rivolta a Masia è la seguente: avrebbe stanato il gatto con dell'acqua mentre si trovava nel suo giardino sopra un albero, per poi aizzare insistentemente il suo cane fino a farglielo sbranare davanti al figlio minorenne. Dopo di che Masia avrebbe occultato l'animale ormai deceduto. Nella sua difesa "social" la versione è un'altra: quella di una rissa tra animali.
"Siamo stati zitti fino a oggi per rispetto del procedimento penale e dei suoi tempi, adesso parliamo perché abbiamo visto che la richiesta di archiviazione è stata strumentalizzata dopo alcuni articoli - spiega l'avvocata Paola Puddu, che difende i proprietari del gatto sbranato -. La riforma Cartabia è chiara: anche se prevede la non punibilità per i reati con pene fino a 2 anni, dice che l'offesa non si può considerare tenue quando si agisce con crudeltà o futili motivi, e questo vale anche per gli animali. Di conseguenza consideriamo questa richiesta di archiviazione ingiustificata e illegittima".
"Masia avrebbe dovuto chiedere scusa - continua l'avvocata Puddu - Stiamo ancora aspettando le sue scuse. E' una famiglia molto provata, soprattutto il bambino. I miei clienti non sono interessarti a un risarcimento. Qualora dovesse arrivare, sarà devoluto interamente alla Lida. Ai miei clienti interessa avere giustizia. Il video che abbiamo depositato è eloquente".
Nell'opposizione all'archiviazione, l'avvocata Puddu sottolinea come le vittime siano due: la prima è il gatto, ucciso senza motivo, la seconda è il bambino autistico che ha perso un importante affetto famigliare.
"Se si creasse questo autonomatismo sulle pene con meno di due anni - sottolinea l'avvocata Puddu - si rischierebbe seriamente che reati contro gli animali vengano di fatto depenalizzati, mentre al contrario la sensibilità della società va nella direzione opposta".
Ecco perché l'opposizione scritta dall'avv. Puddu è decisamente corposa: ben 7 pagine in cui si chiede che le indagini continuino per integrare quelle già svolte.
Come detto poco sopra, il fascicolo di indagine contiene diverso materiale tra cui un video che abbiamo potuto visionare e che non pubblichiamo esclusivamente per tutelare i nostri lettori e le nostre lettrici da qualsiasi possibile turbamento.
L'ultima parola, ovviamente, spetta al Gip che dovrà analizzare tutto l'incartamento.
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