Thursday, 08 May 2025
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Pubblicato il 08 May 2025 alle 08:58
Olbia. Nel consiglio comunale, lunedì 12 maggio, approderà il tema cruciale dell’adozione del nuovo Piano Urbanistico Comunale (PUC). Ma per il Partito Democratico non è chiaro se si tratti realmente di un nuovo piano o dell’adeguamento di quello adottato nel 2020 alle nuove disposizioni del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). Una mancanza di chiarezza che, secondo il PD, mina la trasparenza dell’intero iter e compromette ogni possibilità di un confronto democratico e approfondito.
La segreteria del partito evidenzia come dal 2021 — anno in cui la Regione Sardegna, all’epoca guidata da Christian Solinas, trasmise 160 pagine di osservazioni — non ci sia stato alcun dibattito in consiglio. “Il fatto che non vi sia stato alcun confronto su queste osservazioni solleva dubbi sulla reale volontà di concertazione e trasparenza del processo”, si legge nel documento.
Il partito sottolinea inoltre l’assenza di un aggiornamento sostanziale sul piano di sicurezza idrogeologica, nonostante lo studio risulti già commissionato dalla stessa amministrazione. Un’anomalia grave, secondo il PD, che mette in discussione la credibilità dell’intero impianto urbanistico, soprattutto in una città che ha conosciuto eventi alluvionali drammatici negli ultimi anni.
Il segretario cittadino, Pietro Spano, rincara la dose: “Ciò che è sconcertante è che non si capisce se si parla di un nuovo PUC o se è un proseguo dell'iter del vecchio. Dopo 5 anni di silenzio e solo due commissioni urbanistiche, si porta in consiglio un piano senza alcun percorso di ascolto della città”.
Il Partito Democratico si dice sconcertato più per il metodo che per il merito, dichiarando di non essere stato messo nelle condizioni di studiare a fondo gli atti. "Non posso entrare nel merito del tema, mi riferisco all'urbanistica sia in termini edificatori che in termini di urbanistica sociale perché non c'è stato il tempo di approfondire", ha dichiarato Spano, evidenziando come una materia così delicata meriti un percorso partecipato e trasparente.
Il PD rivendica di aver contestato con forza il PUC del 2020, definendolo “un atto di distribuzione di cubature senza logica”, e denuncia la mancanza di una visione integrata tra pianificazione urbanistica e aggiornamento del PAI. “Questo Comune, quando adottava il PUC, aveva già uno studio del piano idrogeologico: le due cose sarebbero dovute andare di pari passo”, sottolinea il segretario.
Nel mirino del partito finiscono anche le opere incompiute e gli annunci mai seguiti dai fatti: a partire dalla riqualificazione dell’ex Palazzo Standa (ex Upim), acquistato dal Comune nel 2016 per ospitare le aule universitarie, ma tuttora abbandonato. “Quando il Comune farà la sua parte?” si chiede Spano, facendo riferimento anche al progetto delle nuove residenze per studenti nella zona industriale, promosso da privati con la collaborazione del CIPNES e dei soggetti universitari.
Un passaggio emblematico è quello dedicato al waterfront cittadino. Spano rivendica l’operato delle precedenti amministrazioni di centrosinistra: “È sotto gli occhi di tutti che Olbia è cambiata, questo concetto di Olbia bella, noi lo facemmo nostro dal momento che ottenemmo i finanziamenti necessari per la realizzazione del nuovo lungomare e della sponda sud. Mentre noi lavoravamo per ottenere quei fondi, l’attuale sindaco faceva tre ricorsi al TAR in qualità di presidente del CIPNES”.
“Non si può lavorare sulla base soggettiva del concetto di ‘bello’”, conclude Spano. “L'obiettivo di un PUC è arrivare a un livello di qualità della vita soddisfacente per tutti gli abitanti. Questo significa edilizia popolare, edilizia convenzionata, visione strategica del golfo e una relazione intelligente con la zona industriale-commerciale”.
Lunedì il consiglio comunale voterà l’adozione del piano. Il Partito Democratico si riserva di entrare nel merito solo dopo aver analizzato i documenti. Ma la critica politica è già netta: dopo quasi dieci anni di amministrazione, la città aspetta ancora risposte concrete.
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