Sunday, 17 August 2025
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Pubblicato il 17 August 2025 alle 18:00
San Teodoro. 17 agosto 2025: si chiudono oggi i campi scuola dei ragazzi della parrocchia della Sacra Famiglia di Olbia. Un'avventura iniziata più di 50 anni fa con una vocazione che ha i colori dell'arcobaleno e in sottofondo suona un arpeggio di chitarra.
Si chiudono le persiane bianche e si smontano i pannelli color tiffany, con uno sguardo un po' malinconico, ma grato, mi volto indietro verso quel caseggiato che negli ultimi 60 anni ha regalato sorrisi, emozioni, fede e tantissimi momenti di riflessione tra un bagno al mare e i confronti con se stessi e il prossimo.
I campi scuola della parrocchia della Sacra Famiglia anche quest'anno chiudono le porte e spalancano portoni fatti di opportunità e tanti ricordi che costruiranno gli uomini e le donne del domani. Ragazzi, ragazze, uomini e donne che armati del bastone del pellegrino, armati di fede, speranza e carità umana sapranno proseguire un cammino in cui tendere la mano all'altro ha la forza potente di una rivoluzione.
In questo 2025, anno giubilare, Don Andrea Raffatellu parroco della Sacra Famiglia, ha voluto riprendere il tema caro a Papa Francesco: "la speranza": "Tutti noi siamo pellegrini di speranza - racconta don Andrea a tutti i suoi ragazzi - ognuno affronterà un cammino appoggiandosi al suo prossimo con coraggio, fede e speranza. Un cammino in cui si racconta di fede, comunità, carità; un cammino in cui si tende la mano per accogliere l'altro, accompagnarlo e sostenerlo".
Parole tanto potenti quanto importanti, parole che fanno riflettere e tra i colori dell'arcobaleno disegnato sul bastone e la parola speranza scritta sulla conchiglia che abbevera il pellegrino in viaggio ecco che, come di fronte ad uno specchio ci osserviamo attraverso occhietti gioiosi, occhi tristi, occhi che hanno conosciuto il dolore, ma tutti sono accomunati dalla speranza.
Partecipare ai campi scuola della parrocchia qui a Olbia è tradizione, spesso tramandata di padre in figlio, zie e mamme hanno conosciuto lo stabile di via Olbia, un luogo in cui i pannelli colorati testimoniano decenni di passaggi, un campo una firma, un attestato di presenza di cui si resta orgogliosi. Un momento in cui si diventa grandi, per i più piccoli spesso significa la prima volta fuori casa, una settimana senza le coccole di mamma e papà, provando a fare i grandi e se dovesse arrivare il mal di gola o il mal di pancia una buona camomilla con il miele, sarà come una carezza. Tra una lacrima e un abbraccio si prepara tutto per il turno successivo e a metà agosto, i ragazzi più grandi, "quelli del terzo turno" vivono una esperienza ancor più forte e formativa, una di quelle che lascia il segno e ti fa riflettere e senza renderti conto ti porta ad essere testimone e portatore di speranza.
Da diversi anni la giornata di Ferragosto viene vissuta al campo scuola come un momento di confronto, di conoscenza ma sopratutto di crescita. In questa giornata di festa la consuetudine di un momento di preghiera, di una grigliata e di una tavola condivisa è resa ancor più speciale perché nella sua quotidianità ha il carattere della straordinarietà per i ragazzi della Comunità di recupero Arcobaleno, di cui Don Andrea è il responsabile e il fondatore.
Don Andrea Raffatellu e la sua squadra di volontari e operatori professionisti occupano in un clima festoso la tavolata della veranda con i ragazzi che affrontano coraggiosi e determinati il percorso di recupero: un momento condiviso con i ragazzi del campo scuola, un pranzo in cui si racconta delle ore di mare condivise tra tuffi e giochi con la palla. I ragazzi guardano con curiosità questi uomini all'apparenza ritrosi e timorosi, ma basta una spiaggia, una passione condivisa per i tuffi e qualche momento di pensieri condivisi per trasformare tutto e creare un clima disteso dove arrivano pensieri e racconti di vita che alleggeriscono il peso dei grandi e fanno sentire importanti i più piccoli.
Non è solo il mare a creare momenti di confronto, diverse risate e riflessioni serie passano anche attraverso le scale di cuori, picche e assi, imparare a giocare a canasta è la sfida del giorno e totalizzare una vittoria con 665 punti alla quarta partita ha il sapore di una grande vittoria. I compagni di gioco osservano con curiosità e rispetto un compagno di partita inesperto, desideroso di imparare e di capire quali realtà, dolori e forza di volontà si nascondono dietro quegli sguardi che paiono imperscrutabili, ma sotto sotto, tra le sfumature castane, verdi e azzurre raccontano un mondo, tanti mondi dove gli errori, la sofferenza e le cadute oggi hanno come ago della bilancia una determinazione, un voglia di ricominciare di sentirsi accolti, migliori, capaci di realizzare con le proprie mani più di un bel mobile di legno.
C'è chi si vanta per la bontà delle polpette fritte, chi racconta della ripresa degli studi, chi ricorda una figlia lontano e si augura di poterla riabbracciare presto. Gli accenti e le cadenze raccontano una comunità dove le differenze e le origini si sentono ma si appianano nel vissuto, dove si diventa compagni affiatati nelle partite di canasta, dove i più grandi fanno da guida ai più giovani perché questa giornata è speciale, un dono e l'augurio più bello resta rincontrarsi ai campi scuola o in visita alla Comunità come atto di speranza che rende concreto quel progetto di crescita per grandi e piccoli. Appuntamento alla prossima estate con dei bambini e dei ragazzi oggi un po' più grandi, più forti e sicuri di sé e delle proprie debolezze, ma soprattutto certi di non essere soli.
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