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Olbia e i comitati di quartiere: formazione e operatività dell’occhio all’interno della città

Come nascono e come funzionano queste braccia operative al servizio dei cittadini

Olbia e i comitati di quartiere: formazione e operatività dell’occhio all’interno della città
Olbia e i comitati di quartiere: formazione e operatività dell’occhio all’interno della città
Barbara Curreli

Pubblicato il 18 May 2025 alle 17:00

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Olbia. La città di Olbia e il ruolo dei comitati di quartiere: strumento utile per far funzionare meglio la città, assistere i cittadini e consentire una relazione più immediata tra cittadini e amministratori, uno strumento che funge da ponte, espone difficoltà, criticità ma anche le soluzioni a situazioni del vivere quotidiano dei cittadini.

Con queste parole si può riassumere la funzione di questi gruppi nati per avvicinare cittadini e amministrazione, un sistema che consente una gestione più snella e immediata delle problematiche che possono riguardare zone specifiche della città. A dare qualche dettaglio in più sull'istituzione dei comitati, sul numero, e sulle aree di competenza giunge il cooordinatore dei comitati di quartiere Pier Giovanni Porcu, che è stato per tanti anni presidente del Comitato di Isticadeddu e ora fa parte del direttivo dello stesso. 

"Al momento i comitati operativi in città sono sette: Isticadeddu, Ospedale vecchio, Tannaule-ospedale nuovo, Putzolu-monte a Telti, Sa Istrana-Teggia e Sambene, Santa Maria-Orgosoleddu e Olbia centro storico". Ma, chiediamo, come nasce un comitato? "Va presentata la proposta con 20 cittadini residenti in quel quartiere che firmano e presentano in comune la lista per fare le elezioni, ci devono essere dei cittadini che sostengono quella lista, a seguire il sindaco indice le elezioni che vengono fatte solitamente in un luogo pubblico, anche in piazza. Una volta istituito il comitato viene nominato il direttivo composto da presidente, vice presidente e segretario, successivamente c'è l'iscrizione all'albo dei comitati che è presente nell'albo regolatore del comune, esiste uno statuto apposito. Il comitato deve essere composto almeno da 5-6 membri". 

"Il ruolo dei comitati è quello di dare una mano a chi amministra per migliorare la città: nessuno ha la bacchetta magica, -specifica Porcu- bisogna agire, intervenire, ricordando sempre che ci sono delle priorità: il ruolo del comitato è quello di raccogliere segnalazioni, si va in base alle priorità, alcune segnalazioni, alcune criticità sicuramente possono avere una corsia preferenziale, essere trattate con maggior priorità, poi interviene l'amministrazione. Anche la stampa ha un suo ruolo, far conoscere, mettere in risalto le cose fatte, anche quelle buone, quindi non si parla soltanto delle criticità, non bisogna fare opposizione, i comitati sono un occhio all'interno della città, un occhio in più". 

"I comitati di quartiere esistono da sempre e i cittadini si mettono a disposizione affinché tutti possano vivere meglio, Olbia è una grande città, è il secondo comune della Sardegna dopo Sassari per estensione: tra frazioni e località campestri annesse, se ci sono i comitati ne beneficia l'intera città. Tra l'altro - prosegue Porcu- la nostra è una città che si candida a essere porta d'ingresso d'eccellenza ma deve essere un fiore all'occhiello non una porta del degrado, diciamo che abbiamo una doppia responsabilità. La nostra città comprende 20 quartieri, considerando le frazioni di Pittulongu, Murta Maria, San Pantaleo, Porto Rotondo, Putzolu, Rudalza e Berchiddeddu".

"Il segreto dei comitati è avere una squadra: non basta essere in pochi, il comitato ha una funzione trasversale, non bisogna entrare in mezzo alla politica, si lavora indipendentemente da chi amministra, bisogna avere un organigramma, ognuno ha il suo lavoro, il suo ruolo, c'è chi si occupa di viabilità, chi di scuola, chi di ambiente, si cerca di avere una divisione dei ruoli: il lavoro distribuito viene svolto meglio; esistono diverse pagine Facebook e le bacheche per i vari quartieri".