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Olbia, la sagra della cozza e i suoi 70 anni di storia

Origini e trasformazioni della sagra popolare più amata della città

Olbia, la sagra della cozza e i suoi 70 anni di storia
Olbia, la sagra della cozza e i suoi 70 anni di storia
Barbara Curreli

Pubblicato il 17 May 2025 alle 12:00

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Olbia. La festa di San Simplicio prosegue tra fede, tradizioni e immancabili appuntamenti che coinvolgono la città e tramandano usi e costumi che nel tempo mantengono alcune peculiarità ma si trasformano con la città che cresce.

Oggi il parco Fausto Noce ospita la sagra delle cozze, evento che appartiene alla tradizione olbiese da più di 70 anni e che negli anni ha raccontato e coinvolto la popolazione partendo da quella piccola realtà che in via Vittorio Veneto ospitava i pergolati, i grappoli di cozze appesi ai fili.

Raffaele Bigi ci porta indietro nel tempo e tra foto e ricordi ci racconta le origini di questo evento: "la sagra delle cozze è nata tra la fine degli anni 50 e l'inizio degli anni 60, Olbia all'inizio era un paese di 12.000 abitanti dove le due attività principali erano legate al porto e alla mitilicoltura, la sagra consisteva nel fare una degustazione popolare del prodotto crudo: venivano portati i pergolati che venivano appesi in verticale a dei fili, la sagra originariamente si teneva nella piazzetta vicino al passaggio a livello perché lì c'erano anche dei box che vendevano sia frutti di mare che frutta e verdura e la sagra veniva fatta la mattina del 15 dopo la Diana, una festa popolare letteralmente benedetta dal Santo.

"Proprio per la sagra veniva utilizzato quello che è il prodotto tipico di cui spesso ci si dimentica e che andrebbe curato e valorizzato e portato fuori, come fiore all'occhiello del territorio - aggiunge Bigi- durante la sagra venivano presentate le cozze crude e c'erano i famosi "sbucciulatori de indattaru", ossia gli esperti che aprivano le cozze crude, attività talmente particolare e sentita che ha portato anche alla creazione di vere e proprie gare, come mostra questa foto del 2018, e-  ricorda Bigi - non sarebbe male utilizzare anche questi eventi come veicolo promotore dei prodotti, delle peculiarità e delle tradizioni locali".

"Fino agli anni '80 la festa veniva fatta nella zona di San Simplicio nella piazza della Basilica, poi quando la popolazione è cresciuta  c'è stato uno spostamento al molo Brin (nell'area vicino alla ruota panoramica di fronte al comune). Successivamente c'è stato il trasferimento al parco Fausto Noce, perché serviva una zona più ampia, nel frattempo sono cambiate anche alcune modalità di presentazione della sagra: si è passati alle cozze alla marinara, alle cozze cucinate. 

Per quanto ci siano stati trasferimenti e alcune variazioni la sagra mantiene quella che è la sua origine: una festa popolare in cui viene celebrata la città, un momento di convivialità gustando un prodotto che rappresenta la città stessa. "Oggi saranno cucinati 50 quintali di cozze, 5.000 kg distribuiti in 20.000 porzioni trasformando e valorizzando un prodotto locale anche se a noi piacerebbe avere una valorizzazione ben più ampia, con delle ricette diverse, un maggior supporto da parte delle istituzioni per creare valore nel territorio e rendere questo patrimonio immateriale di tradizioni ancor più ampio, un punto di riferimento locale a 360 gradi, 365 gg l'anno".