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Bricoman al Centro Gallura con Hi4: perché è a rischio e cosa dicono le carte

In attesa del nuovo pronunciamento del Tar, approfondiamo la vicenda

Bricoman al Centro Gallura con Hi4: perché è a rischio e cosa dicono le carte
Bricoman al Centro Gallura con Hi4: perché è a rischio e cosa dicono le carte
Angela Galiberti

Pubblicato il 03 July 2023 alle 06:00

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Olbia. A inizio anno ci eravamo lasciati con una promessa: approfondire la questione "Bricoman al Centro Gallura". Un argomento che ha interessato il Consiglio di Stato che, mesi addietro, aveva rispedito tutto a Cagliari sulle scrivanie dei giudici amministrativi sardi per riconsiderare le obiezioni dell'azienda di Bricofer/Ottimax che aveva a sua volta fatto ricorso contro il procedimeno amministrativo in seno al Comune di Olbia conclusosi con esito positivo nel maggio del 2022.

In questa sede ci concentreremo esclusivamente su un solo aspetto: quello del rischio idrogeologico che grava nel lotto oggetto dell'investimento, lotto che contiene l'edificio che dovrebbe ospitare il nuovo negozio dedicato al bricolage.

Per quanto riguarda il TAR, chiamato a esprimersi su diverse doglianze proposte da Ottimax, dovremo aspettare il prossimo 13 luglio del 2023: giorno in cui si svolgerà l'udienza pubblica di merito. Intanto, la società Tecnomat - subito dopo la sentenza del Consiglio di Stato - ha già ribadito il suo interesse a continuare l'investimento su Olbia e si è detta fiduciosa per il suo esito.

Ordunque, la storia è nota: ripercorriamola brevemente. Bricoman, che ha già sede a Sassari e Cagliari, vuole aprire anche a Olbia: il percorso inizia nel 2021 e si conclude nel maggio 2022 con esito positivo: è questo iter a far scattare il ricorso. La sede individuata è nel piano seminterrato nel Centro commerciale Gallura in località Pozzo Sacro.

I parcheggi meridionali del Centro Gallura sono in zona Hi4: le zone a rischio lambiscono l'edificio

La cosa particolare di questo lotto della zona industriale è la pericolosità idraulica. Il lotto, nella sua parte meridionale, è gravato da una zona a rischio idrogeologico Hi4 molto elevato che coinvolge buona parte dell’area parcheggi e che lambisce in modo inequivocabile (secondo le carte) la struttura.

Il 5 maggio 2022, la conferenza di servizi per il cambio di destinazione d’uso e i lavori di ristrutturazione ha dato esito positivo. L’Ufficio Pai del Comune non ha ritenuto necessario lo studio di compatibilità idraulica e tra gli allegati vi è una relazione asseverata firmata da un ingegnere idraulico e un geologo.

L'Ufficio PAI del Comune di Olbia non ha ritenuto necessario uno studio di compatibilità idraulica

Il rischio idrogeologico, però, esiste e viene così esplicitato dal Cipnes nella “Relazione di Compatibilità Idraulica” aggiornata al 2014. Questo documento è una sorta di Piano di assetto idrogeologico e vale a tutti gli effetti come questo, tant'è che si ritrova nella documentazione regionale e nelle mappe di rischio.

Partiamo dal principio, cioè dal definire cosa crea quel rischio idrogeologico in località Pozzo Sacro secondo i documenti ufficiali del Consorzio: si tratta di un corso d’acqua che, secondo i dati presenti su Sardegna Geoportale, parte da poco sopra il sito archeologico del Pozzo Sacro e scende a valle verso il mare passando proprio nel lotto D1/D della zona industriale dove si trova il Centro Commerciale Gallura. Nella Relazione del Cipnes tale torrente è denominato come “tronco critico ZI_B4”.

Qui sotto la cartografica Cipnes:

Questo tronco critico, scrive il Cipnes nel suo piano, “è caratterizzato da un’alternanza fra sezioni in terra, occupate da vegetazione e tombinature in calcestruzzo a sezione prevalentemente circolare”.

Tradotto in parole povere, è tombato: “La canalizzazione attraversa una zona in cui sono presenti edifici a destinazione industriale e viabilità di accesso ai lotti nonché strade di scorrimento e di immissione”.

Per farla molto breve e non annoiare troppo i lettori con i tecnicismi, nel documento Cipnes vengono descritte le opere presenti in loco che, in alcuni precisi tratti, “strozzano” o tombano questo corso d’acqua/tronco critico.

Nello specifico si tratta di due tubazioni di calcestruzzo, una condotta da diametro 1000 mm, un pozzettone di raccolta acque 3x3 metri e poi una canalizzazione con tubo da 1000 mm di diametro che attraversa “tutto il piazzale dell’edificio industriale”. Infine il percorso verso il mare, che non dà criticità: le criticità sono tutte prima, nel lotto del centro commerciale.

Qui sotto, l'elemento idrico secondo il PAI Sardegna (freccia rossa), nel cerchio il punto dove si trova la parte di lotto interessato dal tronco critico:

Ciò che è interessante, nella relazione, è che nel descrivere il pericolo idrogeologico il Cipnes punta l’accento proprio su quei manufatti, cioè sulla tombatura (o per lo meno sui primi tratti). Per le pendenze presenti in loco, infatti, si possono instaurare correnti veloci, ma “a causa dei rigurgiti dovuti all’insufficienza dei manufatti di attraversamento e delle tombinature presenti, le portate non riescono quasi mai a defluire interamente in alveo”. Eccezion fatta per la parte nello scatolare.

Quindi, “I calcoli eseguiti hanno evidenziato che le principali criticità sono ascrivibili alla insufficienza idraulica delle sezioni di deflusso dei manufatti di attraversamento che vengono sormontati dalle piene già in corrispondenza delle portate cinquantennali”.

Qui sotto la mappatura di Sardegna Mappe PAI:

Il Cipnes sottolinea che “Questo implica che, in occasione delle piene, i manufatti funzionano in pressione causando l’allagamento della sede stradale e di alcune aree a destinazione commerciale. Inoltre, per effetto dei rigurgiti provocati dai ponti, si origina l’esondazione dell’alveo nei tratti immediatamente a monte dei manufatti data la ridotta altezza delle sezioni di deflusso del canale”.

A creare il rischio, secondo i documenti Cipnes, sono i manufatti: il tronco critico risulta in parte tombato

A creare pericolo, insomma, sono i manufatti realizzati dall’uomo che risultano, secondo i calcoli effettuati, insufficienti a gestire piene critiche, provocando così allagamenti in una zona commerciale dove si vuole realizzare una vendita al dettaglio e non più all’ingrosso da 7.500 metri quadri (senza considerare il magazzino e le superfici esterne).

Insomma - anche se sul parcheggio, anche se non è mai successo nulla e anche se volessimo ragionare presupponendo calcoli in eccesso dettati da un ragionevole principio di precauzione - lì secondo le carte esiste un rischio Hi4. Una zonizzazione che presuppone innanzitutto delle regole molto precise.

Questo è l'argomento del prossimo articolo.