Friday, 18 July 2025
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Pubblicato il 18 July 2025 alle 14:21
Olbia. Chi ha il potere (e il dovere?) di tutelare le nostre spiagge e in particolare i sistemi dunali? Se lo è chiesto un nostro assiduo lettore.
"Spesso i Vostri articoli parlano di ambiente, e mi piacerebbe dunque porre alla Vostra attenzione la situazione di abbandono, spesso di degrado, e di assenza totale di tutela, in cui versano le dune delle nostre spiagge - scrive il cittadino, in una lettera firmata -. In molti comuni, come nella vicina Sant Teodoro, le dune sono rispettate, in quanto fondamentali per "l'ecosistema spiaggia". Sono quindi delimitate da staccionate e cartelli".
"Ero nella spiaggia dello Squalo - continua - e la situazione è veramente tragica, tra bambini che giocano a pallone, adulti che calpestano la vegetazione esistente, immondizia sparsa qua e la. Stessa situazione alle Saline e a Marina Maria. Qualcosa può cambiare? Chi dovrebbe essere l'ente che dovrebbe proteggerle? Grazie per l attenzione".
Purtroppo è vero: le spiagge olbiesi non sono particolarmente tutelate. Non è un problema di questa amministrazione, ma è un problema vecchissimo. Si pensi a pittulongu e alla strada in asfalto che taglia in due letteralmente un'ecosistema unico: da una parte lo stagno, dall'altra la spiaggia. In questi anni di mancato utilizzo, il sistema dunale si sta ricreando naturalmente, ma rimane il nodo della tutela (c'è un progetto, ma deve essere attuato).
L'esempio di San Teodoro è calzante: il paese lavora in sinergia con l'Area marina protetta e ha disposto alcune spiagge a numero chiuso e non mancano attività informative.
Il comune, come ente istituzionale, può dunque tutelare le sue spiagge: servono volontà, progettualità e denaro.
A Olbia, purtroppo, al momento non si ravvede una direzione chiara in questo senso. Il PUL è stato definito "ambientalista" perché taglia le concessioni, ma senza il numero chiuso, la pressione antropica è destinata ad aumentare e con essa i danni alle spiagge.
Non è, infatti, la concessione o la spiaggia libera a decretare la tutela in sé, ma quante persone vanno in spiaggia contemporaneamente. Si veda, per esempio, lo stato di Porto Istana: il problema non è tanto il restringimento o l'allargamento della prima spiaggia (nel corso del tempo si è allargata e ristretta diverse volte, vedasi Google Earth), quanto lo stato della "compattezza" dell'arenile. D'estate, è talmente presa d'assalto che spesso diventa quasi un "blocco" unico.
Olbia ha molte spiagge che meritano tutela e, in futuro, sicuramente le cose potranno migliorare sia grazie a una maggiore consapevolezza ambientale nella popolazione, sia a progetti specifici che potrebbero anche essere portati avanti in sinergia con altri enti.
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