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Cronaca

Personaggi di Barbagia: Ignazio Floris, il signore dei campanacci

Personaggi di Barbagia: Ignazio Floris, il signore dei campanacci
Personaggi di Barbagia: Ignazio Floris, il signore dei campanacci
Laura Scarpellini

Pubblicato il 06 January 2021 alle 19:37

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Tonara, 6 gennaio 2021 - La terra di Barbagia è il cuore della Sardegna più verace e autentica. Qui le tradizioni non hanno lasciato il passo ai tempi moderni, e convivono insieme nella quotidianità.Un simbolo della Barbagia sono i tipici campanacci che in occasione delle feste fanno bella mostra adornando la maschera dei mamuthones. Ignazio Floris a Tonara è un artigiano di terza generazione e oggi anche i figli si dedicano alla realizzazione dei tipici campanacci sardi. "Creare un campanaccio è come realizzare uno vero e proprio strumento". Ignazio Floris lo incontriamo nel suo laboratorio ricco di storia, in cui si percepisce tutta la passione per questo antico mestiere. Inizia quindi a raccontarci del suo lavoro: "Il suono dei campanacci è arcaico, ma nello stesso tempo molto armonioso. Grazie alle nuove generazioni i nostri campanacci di Tonara sono conosciuti non sono in Sardegna, ma attraverso internet sono apprezzati in tutto il mondo. Riceviamo richieste anche dalla Francia, Spagna, Svizzera, e dal lontano Canada". L'artigiano tonarese ci spiega che esistono ben 4 tipi di campanacci che a loro volta si differenziano in due tipologie: Narboliesa e Sandiesa. Poi vi è la forma tonda che in tutta la Sardegna si utilizza esclusivamente per le pecore. Infine si realizza una serie serie quadra che nella dimensione più piccola si utilizza per le pecore, mentre la dimensione più grande viene indossata dalle mucche. Ignazio Floris produce nei campanacci sonorità uniche, personalizzate di volta in volta per un gregge. Il capobranco avrà il campanaccio di riferimento indispensabile per tenete riunito tutto il gregge che ne farà il suo riferimento sonoro. Ci viene raccontato inoltre da Floris che l'utilizzo dei campanacci nell'allevamento di bestiame talvolta vale più di una marchiatura perché l'animale se sottratto al proprio gregge, riconoscendo da lontano il suono del proprio capobranco, non potrà fare a meno di seguirlo. Prosegue Ignazio Floris a raccontare: "Nella transumanza il campanaccio che emette un suono particolare detto "sugono", viene messo al maschio che guida il branco. E' un campanaccio molto importante. Giunti al pascolo viene tolto e appeso nell'ovile. Verrà di nuovo messo al capobranco quando si farà il cammino inverso". I costi per i campanacci possono andare dai € 2,50 fino a €150, a seconda della grandezza. Spesso i pastori si recano da Ignazio Floris accompagnati dalla figura dell'esperto musicale. E' lui che aiuta a trovare la sonorità giusta per ogni pastore, con la sua esperienza e quell'aria quasi magica delle tradizioni antiche. Prosegue nel suo racconto Ignazio Floris: "Ci accorgiamo subito da quale territorio dalla Sardegna arrivano i pastori in cerca dei campanacci.Pianura o montagna sono diversi perché richiedono un determinato suono. In pianura si sceglie un suono che si senta a breve distanza, invece per la montagna ci viene richiesto un suono che più ci si allontana, e più si senta il campanaccio. Il campanaccio in una bestia si immette per non farla allontanare perché si ricercano tra di loro con il suono e quindi stanno vicino e più tranquille. Quando in passato i gregge non avevano i campanacci venivano rubati molto di più. Ora non li rubano perché è un suono che non passa inosservato. Gli allevatori ne riconoscono il suono del proprio vicino, e anche le compagnie barracellari si rendono subito conto sei il suono è diverso, all'interno di un gregge regolare. Ora le nuove generazioni stanno creando nuovi utilizzi per questi affascinanti campanacci sardi. Vengono realizzati arredi particolari, usati per adornare liquori e vini sardi, souvenir della terra di Barbagia, o usati come decorazioni nelle case moderne. Lasciamo Ignazio Floris al suo lavoro fatto di fatica, passione e tanto sacrificio. In tutti questi anni tante cose sono cambiate nel mondo agro pastorale della Barbagia e della Sardegna. Immutato è rimasto l'amore per l'antico sapere e per la propria terra. Ora si guarderà al futuro non dimenticando il passato, e l'inconfondibile richiamo dei campanacci di Tonara.