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Olbia, rubrica "Pillole": come essere la migliore madre per i propri figli

I consigli dell'esperta Michelle Oetterli

Olbia, rubrica
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Ilaria Del Giudice

Pubblicato il 05 October 2025 alle 09:00

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Olbia

Cari lettori oggi, con questo nuovo numero della nostra rubrica “Pillole di benessere e crescita personale” abbiamo scelto di trattare un tema scottante per l’educazione: come essere genitori-modello per i propri figli. Un tasto dolente per molte famiglie (e soprattutto per molte mamme) che, nonostante le provino tutte per crescere figli sani e realizzati, si scoraggiano di fronte alle difficoltà e finiscono per sentirsi inadeguate. Ma niente paura, ci viene in soccorso Michelle Oetterli, esperta in gestione emotiva infantile, con alcuni consigli semplici ma estremamente efficaci.

“Molti dei genitori che si rivolgono a me per imparare a gestire le problematicità che presentano i propri figli (soprattutto mamme) sono persone stanche, spente, senza energie – racconta Michelle – Mamme piene di sensi di colpa che continuano a ripetersi: “Non sono abbastanza brava”; “Le altre mamme riescono a fare tutto con facilità, mentre io sono un disastro” e altre frasi depotenzianti che, oltre ad essere dannose, risultano anche inutili e prive di senso. Quando le sento parlare così le rincuoro facendo capire loro che proprio il fatto che si facciano tante domande sull’educazione dei propri figli e che si preoccupino del loro benessere dimostra che sono delle brave madri, capaci di mettersi in discussione e di farsi aiutare per migliorare ogni giorno di più”.

Ma preoccuparsi eccessivamente del benessere dei propri figli concentrando tutte le energie su di loro e dimenticandosi di sé stessi fa realmente bene ai bambini e ai ragazzi? A questa domanda provocatoria Michelle risponde: “Certamente no! Questo è estremamente dannoso per tutti i componenti della famiglia: per i genitori in primis che, alla lunga si esauriscono e tendono a scaricare la loro stanchezza e frustrazione con nervosismo, e anche per i figli che, oltre a vedere genitori tristi, arrabbiati e insoddisfatti, imparano a non mettersi al primo posto e a sacrificare la propria felicità imitandoli”.

Quindi come comportarsi? Come trovare un equilibrio tra le mille cose da fare per essere genitori disponibili per i propri figli senza però perdere la propria identità?

“Una mamma non deve dimenticare che non è solo una mamma. Prima di essere genitore è una persona, una donna con sogni ed esigenze. Ci sono cose che dobbiamo fare per noi stesse e non in funzione dei nostri figli – spiega Michelle – Un po’ come quando un aereo precipita: le sagge norme di sicurezza vogliono che si indossi la maschera d’ossigeno per primi per garantire la sopravvivenza a sé stessi e solo in un secondo momento si pensi all’incolumità di chi si trova a fianco. Così dovrebbe accadere anche nella vita familiare di tutti i giorni: solo quando stiamo bene con noi stessi possiamo occuparci del benessere dei nostri figli”.

Banditi dunque autocritiche e sensi di colpa in favore di un cambio di strategia e di mentalità: pensare prima a sé stessi non è egoismo ma la condizione sine qua non per garantire il benessere dei propri figli e il buon funzionamento della vita familiare.

Conclude la Dott.ssa Oetterli: “Dobbiamo insegnare ai nostri figli che la persona più importante della loro vita sono loro stessi e l’unico modo che abbiamo per farlo è l’esempio, in quanto noi siamo il loro specchio e apprendono per imitazione. Abbiamo il dovere morale di prenderci cura di noi stessi e di ricaricarci con piccole attività quotidiane per essere in grado poi di svolgere al meglio il nostro ruolo genitoriale. E questo possiamo farlo solo radicandoci nel qui e ora e ascoltando i nostri bisogni. Dobbiamo concedere a noi stessi attività piacevoli e ricreative, anche piccole, come una passeggiata, un’uscita con le amiche, una doccia rilassante dopo una giornata stressante, sorseggiare in tranquillità un buon caffè senza fretta. Prenderci del tempo per noi stessi è il più grande regalo – ed eredità – che possiamo lasciare ai nostri bambini. Solo così saremo in grado di dedicare a loro momenti di qualità. Solo imparando per primi a gestire il nostro vissuto emotivo potremo insegnargli a regolare le loro emozioni”.

Insomma, un invito a rivalutarsi come persone e come genitori e a mettere in evidenza le proprie doti piuttosto che concentrarsi sui difetti. Amare le proprie imperfezioni. Ricaricarsi. Ricordarsi che nessuno nasce genitore. Fare pace con il perfezionismo, in quanto la perfezione non esiste e ricordarsi di essere umani – non supereroi. Concentrarsi sul raggiungimento di semplici obiettivi: dare amore, ascolto e comprensione. Creare dei piccoli momenti, magari a tavola senza dispositivi. Accettare i figli per ciò che sono dando comunque le giuste regole, essendo dolci ma autorevoli. Rendere partecipi i figli nelle faccende di casa. Smettere di essere sempre di corsa. Fare piccole cose con presenza e consapevolezza, dedicandosi un momento, una coccola. Queste sono le cose che possono migliorare le dinamiche familiari e soprattutto il vissuto di tante mamme che, purtroppo, si sentono spesso sopraffatte dalla vita frenetica e non si rendono conto della loro straordinaria forza e bellezza. Nutrirsi di piccole cose per ricaricarsi ed essere pronti ad affrontare le sfide e le difficoltà della vita.