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Olbia, pagati poco e sfruttati: ecco i lavoratori del settore pulizie e multiservizi

Olbia, pagati poco e sfruttati: ecco i lavoratori del settore pulizie e multiservizi
Olbia, pagati poco e sfruttati: ecco i lavoratori del settore pulizie e multiservizi
Angela Galiberti

Pubblicato il 29 May 2019 alle 13:50

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Olbia, 29 maggio 2019 - Il loro è un settore chiave, anzi indispensabile: senza i loro servigi, la loro meticolosità e la loro professionalità, tantissimi servizi essenziali non potrebbero essere svolti. Eppure, nonostante ciò, hanno probabilmente uno peggiori contratti in circolazione.

Stiamo parlando dei lavoratori del settore pulizie e multiservizi: un settore che coinvolge migliaia di persone solo in Gallura e che è fondamentale per la tenuta del tessuto produttivo pubblico e privato.

Sono loro a rendere puliti gli studi professionali e le aziende, sono loro che puliscono i macchinari, sono loro che rendono a prova di batteri gli ospedali.

Nonostante l'importanza del settore, questi lavoratori sono tra i meno pagati in assoluto e il prossimo 31 maggio sciopereranno a livello nazionale per un'intera giornata.

L'obiettivo dei dipendenti e dei sindacati è quello di ottenere - dopo sei anni - il rinnovo del contratto di lavoro.

"Si tratta di un contratto particolarmente povero - spiega Danilo Deiana, Segretario generale Filcams Cgil Gallura -. Il primo livello, il più basso, è pagato circa 6 euro l'ora: bisogna considerare che la maggior parte dei dipendenti è assunta par time".

In soldoni, significa che un stipendio "full time" è intorno ai 900 euro mensili circa, mentre un par time - a seconda delle ore fatte - si aggira intorno ai 400 euro.

Le controparti di questa battaglia sindacale-sociale sono ovviamente le associazioni datoriali: Confindustria, Confapi, Confcooperative, Confcommercio e Lega Coop.

"In questi sei anni non si è mai parlato di aumenti salariali", sottolinea Danilo Deiana.

Non è solo questo il problema: l'altro aspetto fondamentale riguarda gli appalti e in particolare il subentro. A oggi, il Codice civile impone all'azienda subentrante di prendersi carico dei dipendenti dell'azienda uscente, mantenendo lo stesso contratto e dunque lo stello livello retributivo con i conseguenti scatti di anzianità.

Se questa richiesta venisse accolta, il lavoratore verrebbe assunto "ex novo": ripartirebbe dal primo livello e perderebbe tutti i diritti acquisiti negli anni.

Non solo: l'azienda potrebbe anche decidere di assumere altre persone e di lasciare a casa i lavoratori dell'altra azienda uscente.

"Vogliono anche toccare la malattia, diminuire le ferie - continua Danilo Deiana - e toccare livello di inquadramento del primo livello: c'è una clausola che dice che il livello più basso può durare al massimo 9 mesi. Loro vogliono aumentare questi mesi per risparmiare circa 50 euro al mese in più ai danni del lavoratore".

Insomma, la situazione è complessa ed è molto delicata anche in Gallura e a Olbia, dove i lavoratori impiegati in questo settore sono tantissimi.

"Abbiamo diversi problemi - spiega Deiana -. C'è la questione del massimo ribasso negli appalti, che poi si traduce in una riduzione della retribuzione. Poi vi è qualche problema di sicurezza sul lavoro, ma anche sui limiti contrattuali: non si dovrebbe scendere sotto le 15 ore settimanali, ma abbiamo dipendenti con contratti da 4 o 5 ore".

La sicurezza sul lavoro non è un argomento da sottovalutare: i lavoratori di questo settore, infatti, maneggiano detergenti e sostanze che non sono quelle che si usano in casa. Si tratta, per esempio, di detersivi molto potenti che vanno usati con determinate precauzioni e attrezzature. Se, per esempio, un'azienda dovesse decidere di risparmiare sulle dotazioni di sicurezza, i suoi lavoratori sarebbero a rischio.