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Olbia, crisi climatica uccide le cozze: mare caldissimo, danni per 1,5 milioni di euro

Il riscaldamento globale continua a mostrare i suoi effetti

Olbia, crisi climatica uccide le cozze: mare caldissimo, danni per 1,5 milioni di euro
Olbia, crisi climatica uccide le cozze: mare caldissimo, danni per 1,5 milioni di euro
Olbia.it

Pubblicato il 19 August 2022 alle 17:28

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Olbia. La crisi climatica, che in Toscana ha provocato due morti e che nel mondo sta provocando danni di ogni genere, ha colpito nuovamente la Città di Olbia. Le acque del golfo sono talmente calde che stanno uccidendo le cozze allevate dai mitilicoltori olbiesi. A renderlo noto è Raffaele Bigi, presidente del CMO.

"Rendiamo noto che, a causa del forte incremento delle temperature delle acque marine del Golfo di Olbia che hanno superato anche in alcuni punti i 30°, con la contemporanea assenza di ventilazione naturale (maestrale, scirocco) si è determinata una insufficiente ossigenazione delle acque che ha provocato la moria per anossia di parte della produzione di molluschi bivalvi dei nostri allevamenti di cozza, ostrica e arsella. Rimane peraltro disponibile per i numerosi consumatori che ne fanno richiesta, l’ultima parte della produzione ancora vitale che non presenta alcun problema", afferma Bigi in una nota stampa.

Gli effetti del riscaldamento globale causato dall'aumento dei gas serra prodotti dalle attività antropiche sono sotto gli occhi di tutti. I danni agli ecosistemi e alle attività umane che dipendono da questo equilibrio naturale sono estesi.

"Una prima stima dei danni evidenzia in alcune aree una perdita superiore al 50% con punte del 100% in quelle più interne, per un totale sicuramente superiore a 6.000 quintali ed un danno economico, provvisoriamente stimabile, superiore a 1,5 milioni di euro. Il danno ha interessato gran parte delle 16 cooperative socie.
E’ stato avviato il procedimento di accertamento dei danni con gli Enti interessati: R.A.S. , Agenzia ARGEA , Autorità Sanitaria, Direzione Marittima, Sindaco di Olbia. Seguirà la richiesta di proclamazione dello stato di calamità naturale per la richiesta degli eventuali indennizzi per la perdita di reddito delle aziende", spiega Bigi.

A volte però, non è solo un problema di cambiamento climatico, soprattutto se ci si mette anche la burocrazia. Lo denuncia fortemente il presidente del CMO: a quanto pare, ci sarebbero stati dei ritardi per l'ottenimento dei nulla osta e così i mitilicoltori non hanno potuto spostare le cozze.

"Evidenziamo peraltro che il danno subito poteva essere almeno parzialmente ridotto ove fosse stato possibile ultimare entro giugno gli impianti all’uopo in progetto nell’area esterna al Golfo interno (Lido del Sole), più refrigerata ed ossigenata, dove la produzione avrebbe dovuto essere trasferita entro la metà luglio. Sin dal mese di maggio avevamo comunicato agli Enti preposti l’inizio lavori, con la necessità di un rapido riscontro al rilascio (all’impresa incaricata) dei necessari nulla osta che, viceversa, non sono mai stati rilasciati per una serie di rimbalzi burocratici tra vari Enti, impedendo pertanto l’ultimazione dei lavori ed il conseguente trasferimento delle produzioni. Di tale pericolo di moria avevamo già dato segnalazione agli Enti interessati sin dal mese di giugno ma, purtroppo, non siamo stati ascoltati ed oggi ne scontiamo i danni e la perdita economica", specifica Bigi.

L'aumento delle temperature nel golfo di Olbia non è un fenomeno imprevedibile: ormai da diverso tempo è una costante e i mitilicoltori lo hanno imparato a loro spese.