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Cronaca, Giudiziaria

Geovillage sequestrato, imprenditori arrestati: tutte le ipotesi di indagine

Secondo i Finanzieri avrebbero tentato di riacquisire la struttura

Geovillage sequestrato, imprenditori arrestati: tutte le ipotesi di indagine
Geovillage sequestrato, imprenditori arrestati: tutte le ipotesi di indagine
Angela Galiberti

Pubblicato il 10 May 2021 alle 12:32

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Olbia. Questa mattina il Gruppo della Giardia di Finanza di Olbia, coordinato dal capitano Carlo Lazzari, ha sequestrato l'intero complesso sturistico del Geovillage: una struttura alberghiera molto grande e molto nota situata all'interno del perimetro della zona industriale gestita dal Cipnes.  L'operazione è avvenuta intorno alle 11: i finanzieri olbiesi hanno messo i sigilli sull'hotel, sulla club house, al centro dedicato al nuoto, al centro benessere, al palazzetto dello sport, ai campi sportivi e ad alcuni uffici situati nelle torri 1, 3 e 4. Il sequestro non tocca solo i beni immobili, ma anche i beni mobili: ovvero tutto ciò che si trova all'interno degli edifici, per i quali è già iniziata la procedura di inventario. Ai domiciliari, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tempio, i fondatori del complesso turistico: il patron Gavino Docche e suo figlio Fabio Docche.  Le prime notizie sull'indagine sono trapelate la scorsa estate, mese di luglio 2020, quando la Guardia di Finanza di Olbia ha compiuto delle perqusizioni. Quattro, all'epoca, le persone iscritte nel registro degli indagati: i già citati Docche, padre e figlio, il direttore generale del Cipnes Aldo Carta e del curatore. (Qui l'articolo della Nuova Sardegna) Oggi un passo ulteriore, con il sequestro dell'intero complesso turistico e di alcune partecipazioni societarie, più gli arresti. L'ipotesi di indagine è pesante.  Secondo la Finanza, le indagini avrebbero svelato "gli accordi e le collusioni finalizzati a turbare l’asta fallimentare per consentire a soggetti falliti di rientrare in possesso del compendio". La Finanza, nella nota, continua così: "I soggetti colpiti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, padre e figlio, noti imprenditori olbiesi legali rappresentanti di diverse società, attraverso accordi con un pubblico ufficiale, Direttore Generale di un’associazione di enti pubblici locali, e con la mediazione di un importante professionista romano, avrebbero tentato di rientrare in possesso del patrimonio di società fallite". Non solo: secondo la Finanza, gli indagati avrebbero "agito anche approfittando della situazione emergenziale venutasi a creare con la pandemia da nuovo coronavirus. Gli stessi avrebbero provato ad accedere perfino a finanziamenti agevolati e garantiti da fondi governativi". Infine, gli indagati - sempre secondo le ipotesi investigative della Finanza -  avrebbero "in pratica ristretto, anzi azzerato, la platea dei possibili concorrenti, attraverso contatti clandestini ed accordi che gli avrebbero consentito, con la costituzione di una new company con sede un paese extra UE, di continuare a gestire le attività". Ora, la domanda è una sola: che fine farà la splendida struttura del Geovillage che inizia già a sentire i segni della chiusura? Non si sa: le persone con cui bisogna interfacciarsi sono tante. Ci sono i curatori fallimentari della Sviluppo Olbia, la società di Gavino Docche che ha creato questo centro turistico d'eccellenza. Poi ci sono i curatori della Real Effegi, la società del figlio Fabio Docche, che gestiva la struttura e che è andata in fallimento recentemente. Adesso ci sono anche i curatori del sequestro giudiziario. A giugno 2021, salvo restrizioni pandemia e a questo punto salvo indisponibilità struttura (anche se il Tribunale potrebbe trovare una soluzione), erano previsti i mondiali juniores di judo proprio nel palazzetto del Geovillage. E che dire della procedura di riacquisizione con contestuale ricerca di nuovi investitori avviata dal Cipnes? Potrà continuare oppure no?