Tuesday, 20 May 2025
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Pubblicato il 03 June 2021 alle 10:43
Alghero. La pattuglia della Base navale del Corpo Forestale di Alghero durante un controllo nelle acque tra l’isola Foradada e l’isola Piana nell’Area marina protetta di Capo caccia, ha rilevato purtroppo l’ennesima presenza nelle acque della Sardegna della famigerata rete “barracuda”. La rete viene così chiamata poiché una volta distesa sui fondali è capace di catturare tutte le specie ittiche senza alcuna distinzione, nelle sue fittissime maglie. Per circa un chilometro la trappola marina ha catturato corallo, pesci pregiati e di piccola taglia, stelle marine. Sono stati rilevati oltre 200 ami con diversi tipi di esche, di cui alcune vietate La pattuglia della Base navale del Corpo Forestale ha messo fine all’opera della rete devastatrice, per mezzo di argani in dotazione alle motovedette. Inoltre gli Agenti hanno provveduto a rendere nelle acque quanto imprigionato. E’ stata portata a termine con soddisfazione una nuova operazione di tutela del patrimonio marino quindi dal Corpo forestale diretto da Giancarlo Muntoni. La zona interessata dalle operazioni risulta essere troppo spesso battuta da pescatori abusivi che danneggiano la fauna marina con attrezzi inadeguati. Il Corpo Forestale da sempre vede tra i suoi incarichi istituzionali la salvaguardia delle risorse marine. I severi controlli messi in atto vanno a contrastare quelle attività illecite sul territorio, sempre più frequenti. Ora sono in corso indagini al fine di individuare il proprietario della rete. La rete è risultata essere sprovvista dei segnali di posizione divenendo così un costante pericolo per la navigazione. E’ bene ricordare che per questo tipo di illeciti si incorre nel penale, con deferimento alla Procura della Repubblica. Tale decisione viene presa tenendo conto della loro possibilità di mettere a rischio i natanti in transito. Inoltre sul fronte amministrativo vi sono sanzioni molto pesanti relativi alle infrazioni al Codice della Navigazione e al regolamento dell’Area Marina Protetta. Il palamito recuperato, poi, era una lunga cima con, ugualmente proibito all’interno dell’Area marina protetta ai pescatori non professionisti. Gli uomini del Corpo della Forestale intendono sollecitare una maggiore responsabilità e il rispetto delle normative, da parte degli operatori professionisti della pesca, per conto dei pescatori sportivi.
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