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Buddusò accoglie il ritorno di Vanna Sanciu: la poetessa presenta “Fit una die de ’eranu”

La limba come casa e consolazione: la poesia di Vanna Sanciu torna dove tutto è cominciato

Buddusò accoglie il ritorno di Vanna Sanciu: la poetessa presenta “Fit una die de ’eranu”
Buddusò accoglie il ritorno di Vanna Sanciu: la poetessa presenta “Fit una die de ’eranu”
Patrizia Anziani

Pubblicato il 04 December 2025 alle 13:30

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Buddusò. La limba come casa e consolazione: la poesia di Vanna Sanciu torna dove tutto è cominciato. Dopo il grande successo ottenuto lo scorso aprile a Olbia per la presentazione del suo libro Fit una die de ’eranu, la poetessa Vanna Sanciu torna nel suo paese natale, Buddusò, per condividere la sua opera con la comunità che l’ha vista nascere.

L’appuntamento è fissato per domani, venerdì 5 dicembre alle ore 18, nella Sala Conferenze del Centro Culturale di Buddusò, in una serata promossa dalla Cooperativa Liber con il patrocinio del Comune.

Il volume, pubblicato da Paolo Sorba Editore e inserito nella prestigiosa collana “Poeti Isolani”, riunisce oltre quaranta componimenti in limba logudorese, accompagnati dalla traduzione italiana. La copertina è impreziosita da un dipinto originale dell’artista Lino Pes.

Durante la precedente presentazione olbiese, la poetessa aveva raccontato come la scelta della lingua sarda sia nata in modo inspiegabile e naturale. "Non avevo mai scritto in limba, nessuno me l’aveva insegnato, eppure per me è stato spontaneo utilizzare quel registro", aveva spiegato definendo il logudorese “sa limba de su late”, la lingua del latte materno. Un idioma che è diventato la via più autentica per dare voce alle emozioni più profonde, nate soprattutto dall’elaborazione del dolore per la perdita dell’amato fratello.

"Scrivere in limba è stato come nutrirmi alla fonte materna della mia terra", aveva confidato, ricordando come la poesia sia diventata per lei "medicina e consolazione". Un percorso creativo che, pur radicato nell’intimità, ha risonanza universale grazie alla capacità dei suoi versi di attraversare i temi fondamentali dell’esistenza: l’amore, il lutto, la memoria, i colori della sua isola.

"La poesia è un inno alla vita e una forma di resilienza nei momenti difficili", ribadisce Sanciu. "Scrivere in limba significa preservare una parte della nostra identità culturale. Quando una lingua si perde, si perde una parte della nostra storia".

Nata a Buddusò nel 1956 e residente a Olbia dal 1968, la poetessa ha dedicato la sua carriera all’insegnamento nella Scuola Primaria, promuovendo laboratori poetici e teatrali in lingua sarda. Dal 2015 collabora con Olbia.it Quotidiano Sardo e ha partecipato a numerosi concorsi letterari, ottenendo numerosi riconoscimenti.

Il volume si apre con una prefazione del poeta bilingue Antonio Rossi, ambasciatore del Premio Mondiale Nosside, e con un testo introduttivo in logudorese firmato da Cristiano Giovannino Becciu, esperto di lingua sarda.

Alla serata di Buddusò la poetessa dialogherà con il noto studioso e scrittore Tomaso Tuccone, mentre il Coro Santa Nostasia de Uddusó offrirà un contributo musicale dal forte valore identitario. Sono previste anche letture selezionate delle poesie, in limba e in italiano, affidate a interpreti locali.

Il ritorno a Buddusò, che si preannuncia ricco di emozioni, segue di pochi giorni la "Menzione Particolare" ricevuta al Premio Mondiale di Poesia Nosside 2025, assegnata a Reggio Calabria per il componimento Eroi senza medaglie. Un nuovo riconoscimento che conferma come la poesia di Sanciu, pur radicata nella tradizione e nella lingua sarda, sia capace di superare ogni confine culturale senza perdere la propria intensità.