Sunday, 12 October 2025
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Pubblicato il 12 October 2025 alle 09:00
Tempio Pausania. L'Istituo Euromediterraneo di Tempio ha ospitato per tre giornate un corso di formazione dal titolo 'All'Opera' un corso per educatori, per passare dal dire al fare, rimboccandosi le maniche, riscoprendo in primis se stessi per dare poi il meglio di sé ai giovani accompagnati nel percorso di crescita nella comunità.
All'avvio del corso queste le parole di Don Davide Mela, responsabile diocesano della Pastorale giovanile: "mi occupo di coordinare le attività per i giovani, fra le parrocchie, e i vari movimenti ecclesiali, noi stiamo a contatto con le realtà legate all'educazione. In quest'anno giubilare che cia ha permesso di incontrare tanti giovani e i loro accompagnatori ascoltando gli adulti è emersa questa esigenza di incontri di formazione per capire cosa fare con i giovani, come essere in mezzo a loro, come camminare con loro. A giugno - prosegue Don Davide - ho iniziato un aggiornamento personale perché anche io cercavo di formarmi, se io devo formare, devo essere il primo che si forma che cerca sempre un di più. Sono entrato in contatto con la Agoformazione che si occupa appunto di formazione a 360 gradi, io per primo sto facendo un corso per formatore di formatori e parlando con loro abbiamo organizzato il programma di questa tre giorni, con degli incontri che partono da un lavoro su se stessi".
La risposta è stata veramente partecipata, e - come conferma lo stesso Don Davide - "abbiamo avuto un buon riscontro sia per il numero dei partecipanti, circa 80 iscritti, sia per il numero delle parrocchie, circa 20, e questo dimostra che il territorio risponde, si interessa, è un progetto che non riguarda pochi".
Per quanto riguarda Olbia c'è una buona rappresentanza di quasi tutte le parrocchie olbiesi, e questa è una cosa buona, anche Tempio e la Costa hanno risposto bene alla proposta. "Questo sarà il primo ciclo di incontri, a gennaio ci aspetta una due giorni sulla realtà degli oratori" anticipa il giovane sacerdote.
"Non mancherà la giornata della gioventù, il 23 novembre e un campo, un piccolo ritiro spirituale per i ragazzi durante le vacanze natalizie, e gli incontri nelle quattro sedi della forania". Tanti incontri, tanti momenti di confronto e di gioco si sono alternati nei tre fine settimana in cui educatori di ogni età si sono, letteralmente, messi in gioco e hanno riscoperto che il proprio lato di bambino aveva solo bisogno di essere riscoperto per aiutare a sviluppare un percorso di crescita che possa aiutare anche i bambini e i giovani che hanno accanto.
I partecipanti entusiasti e sorridenti condividono la soddisfazione per aver partecipato a questo progetto che ha fornito diversi spunti di riflessione e diversi e preziosi momenti di condivisione e confronto dove le emozioni, le difficoltà e il disagio dei giovani sono stati mostrati in tutta la loro fragilità, in tutta la loro forza creando momenti di grandi condivisioni emotive. Momenti forti dove il sorriso è stato sostituito da momenti di grande consapevolezza, raccontando di un mondo che sempre di più anticipa i percorsi di crescita, dove i bambini di 10 anni hanno le stesse conoscenze di un 15enne: tutto è anticipato, si bruciano alcune tappe e mai come in questo momento storico è necessario che i ragazzi abbiano accanto delle figure, delle guide che siano per loro un punto di riferimento. Una grande responsabilità dunque per cui è sicuramente necessario essere preparati.
V.C. Catechista e animatrice parrocchiale ci riporta alcuni concetti che porterà con sé dopo questa esperienza: "I giovani sono poveri di esperienze: non hanno conoscenze, esperienze della quotidianità e delle realtà, dobbiamo cercare di restituire nel campo educativo solo cose belle, e aggiunge, "Valutate tutto, trattenete il bello", mi a colpito racconta V.C. che - "per cambiare non devo cambiare tutto, basta cambiare una cosa, serve costanza, si parte dal poco, da una cosa e piano piano si procede. Noi dobbiamo Osservare e capire i giovani e raccontare a loro stessi chi sono".
Tra quadri, preghiere, condivisioni, giochi, e momenti di racconti e di vissuto la tre giorni si è conclusa tra la soddisfazione dei partecipanti e degli organizzatori.
In chiusura della tre giorni Don Davide Mela traccia un bilancio: "sono molto contento di aver visto nei volti innanzitutto persone che si sono messe in gioco. I laboratori sono stati un luogo in cui ogni partecipante ha messo in gioco se stesso, anche i formatori hanno confermato che si è trattato di un momento di crescita , se oggi l'accompagnatore, l'adulto non cresce come può accompagnare i nostri giovani a crescere? I ragazzi hanno bisogno di questo, di avere accanto qualcuno che fa un percorso che, con l'esempio dimostra che non si smette mai di crescere, che c'è da fare una scalata e questa credo sia la cosa più importante".
"C'è stata una bella risposta e abbiamo affrontato temi importanti, spesso si dice, non sono preparato e allora eccoci qua, ora ci formiamo noi e chi accompagna i giovani delle nostre realtà. Tutti ci sentiamo un po' indegni ma poi c'è - prosegue Don Davide - quell'immagine, quella sensazione, quella grazia che ti spinge, la parabola del seminatore riprende questi temi, il grano e la zizzania, e noi come chiesa spesso ci concentriamo sulla difesa, mai nel portare la buona notizia, e questo ci ha limitato. Io spero che questo corso ci abbia aiutato a ripartire da una cosa importante: a portare la buona notizia".
Ma questo è l'inizio, della formazione e delle attività, don Davide Mela ricorda il prossimo appuntamento con i seminari sull'oratorio precisando come il progetto faccia un'analisi attenta del territorio, perché "la realtà di Tempio è diversa da quella di Olbia, l'Anglona è diversa dalla Costa, così come anche Palau è diversa dalla Maddalena, dobbiamo capire se ci sono delle linee guida diocesane e poi ognuno deve lavorare per capire che tipo di oratorio serve nella propria realtà. Nella foto Don Davide Mela con i due formatori Emanuele Bortolazzi e Manuel Carboni.
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