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Silvia Ruiu: l’eleganza sonora della Costa Smeralda

Repertorio sofisticato, live band e una presenza che valorizza ogni cornice

Silvia Ruiu: l’eleganza sonora della Costa Smeralda
Silvia Ruiu: l’eleganza sonora della Costa Smeralda
Laura Scarpellini

Pubblicato il 02 October 2025 alle 15:30

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Olbia. Sassarese di nascita ma gallurese di adozione (artistica), con la sua presenza costante ai grandi eventi musicali che proprio nel nord est dell'Isola sono un forte richiamo per gli appassionati delle sonorità di altissima risonanza. E'  facile ascoltarla cantare nella suggestiva location di San Pantaleo durante il Sound, Stone e Soul Festival, così come  durante un concerto all'alba sulla meravigliosa spiaggia di Capriccioli. Per lei essere un'artista con la Porto Cervo Event's vuol dire anche esibirsi nei live di grande impatto emotivo, negli scorci della Costa Smeralda più esclusiva o a Berchidda nel corso del prestigioso Festival internazionale Time in Jazz. Senza contare poi le sue varie incursioni artistiche che la portano ad essere ormai una presenza costante degli eventi in Sardegna, quando si parla di musica Jazz, di elevata caratura, o in jam session con la risonanza di grandi artisti.

Silvia Ruiu ha scoperto la musica all’età di 11 anni, ma è nel canto jazz che ha trovato la sua strada artistica. Dopo anni di studio e con  una formazione consolidata al Conservatorio di Sassari laureandosi nel 2023, la giovane vocalist si è guadagnata spazio su palcoscenici diversi, tra club e rassegne di alto rilievo.

Nel suo percorso la passione per il jazz si è intrecciata con una curiosità creativa che si esprime sia in arrangiamenti di standard sia nelle sue composizioni originali. Silvia Ruiu ha calcato i palchi di numerosi locali e contesti festivalieri, offrendo al pubblico progetti vari e accurati, capaci di coniugare tradizione e contemporaneità.

Tra le tappe significative della sua carriera figura la partecipazione a progetti di alto profilo come il concerto per Insulae Lab a Berchidda, diretto artisticamente dal musicista Paolo Fresu con il quintetto SRD Jazz Project. L’eco di questa esperienza è stata amplificata dall’invito a esibirsi all’evento nazionale della Festa della Musica 2023, dove ha aperto il concerto di Enrico Rava con la Jazz Big Band su Rai Play.

Ottobre 2023 segna un altro passo importante quando viene selezionata per partecipare al progetto C.E.C., promosso dal cantautore Piero Marras volto a monitorare lo stato della musica d’autore in Sardegna. Un’ulteriore attestato di fiducia che indica quanto la sua voce e la sua creatività siano considerate strategiche per il panorama jazzistico isolano.

Ecco quindi che attraverso l’intervista che segue si andrà a schiudere una finestra diretta sul suo universo musicale: le influenze, le scelte interpretative, i progetti futuri e le prospettive per la scena jazz di Sassari e della Sardegna. Una voce che vale ascolto, pronta a raccontarsi in profondità.

Come il percorso tra oboe classico e canto jazz ha plasmato in lei la sua vocalità: quali elementi tecnici o estetici ha mantenuto e quali ha completamente rinnovato?

"Sono stati due percorsi molto diversi e per lungo tempo separati. Lo studio dell’oboe classico, affrontato da bambina, mi ha fornito basi teoriche e musicali solide che mi accompagnano tuttora. Il jazz, invece, mi ha aperto alla dimensione più autentica e viva della musica: l’improvvisazione, la libertà espressiva, la composizione originale. Di fatto ho rinnovato quasi tutto, perché i due linguaggi hanno natura completamente diversa: nella classica prevale la scrittura, nel jazz la trasmissione orale e l’estemporaneità. Cambiano i suoni, la pronuncia, il tipo di ensemble, perfino l’approccio agli strumenti".

Ha collaborato con nomi internazionali durante masterclass. Quale consiglio pratico o insight specifico ha trovato più utile per il suo approccio al canto jazz?

"Tra le esperienze più significative c’è stata la masterclass con il Maestro Paolo Silvestri. Sono stati tre giorni intensi dedicati alla composizione e all’arrangiamento: mi ha trasmesso tecniche concrete e strumenti preziosi per affrontare la scrittura di musica originale. Oltre ad essere un grande musicista, è un didatta straordinario: riesce a condividere i “trucchi del mestiere” mantenendo viva la motivazione di chi ha davanti".

Nel progetto Silvia Ruiu Quartet e nel SRD Jazz Project ha presentato composizioni originali. Qual è il tema o l’immagine sonora ricorrente che vuoi comunicare al pubblico attraverso le tue composizioni?

"Dal punto di vista sonoro sto cercando un equilibrio tra il linguaggio del jazz e quello più contemporaneo: mi affascina l’estetica del jazz elettrico, con il suono del Rhodes accanto a fiati come tromba, sax o trombone. Sul piano dei temi, invece, il filo conduttore è racchiuso in una frase che per me ha un grande significato: embrace the uncertainty. È anche il titolo della mia ultima composizione, che spero di poter registrare quanto prima".

 


Ha dedicato molte serate a festival e jazz club. Qual è la differenza chiave tra suonare in contesti festivalieri e in sale da concerto intime, e come adatti la tua performance a ciascun setting?

"La lezione più importante l’ho ricevuta semplicemente ascoltandoli. Ho avuto la fortuna di assistere a concerti di grandi musicisti, e l’impatto è sempre fortissimo: oltre all’ammirazione, scatta una spinta profonda a rimettersi a studiare, a lavorare per migliorarsi. È un processo che ti rimette in discussione in maniera positiva e che alimenta costantemente la voglia di crescere".

Si è esibita aprendo o collaborando con nomi di rilievo (uno fra tutti Enrico Rava). Quali lezioni ha tratto dall’aprirsi a questi incontri dal vivo e come influenzano la tua musica e la tua presenza sul palco oggi?

"Premetto che ogni contesto ha una sua particolarità e un suo fascino. Nei festival si respira l’energia di un pubblico ampio e variegato, con quella dimensione di festa che rende tutto più corale. Nei club, invece, prevale l’intimità: si crea un dialogo più diretto con il pubblico, si parla e si respira la musica insieme. Sono esperienze diverse, entrambe preziose, e in ognuna cerco di adattare la mia performance al contesto, lasciandomi ispirare dall’atmosfera che si crea".