Wednesday, 30 April 2025
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Pubblicato il 30 April 2025 alle 15:27
Ozieri. Un’operazione coordinata dalle forze dell’ordine ha portato, nella notte tra il 29 e il 30 aprile, all’arresto di un uomo di 64 anni residente a Ozieri, accusato di strage, simulazione di reato e minaccia a pubblico ufficiale. Secondo quanto ricostruito dalle autorità, l’uomo avrebbe finto l’omicidio della propria compagna per attirare i soccorritori in un’abitazione completamente satura di gas e predisposta per un’esplosione.
La vicenda è cominciata con una telefonata al numero unico di emergenza 112, nella quale l’uomo ha dichiarato di aver ucciso la moglie e di volersi togliere la vita. L’allarme ha fatto convergere sul posto Carabinieri, Polizia, Vigili del fuoco e 118, che sono intervenuti in una palazzina nel quartiere Tramentu di Ozieri.
Giunti sul luogo, i soccorritori hanno trovato l’edificio sigillato e saturo di gas propano, immesso attraverso due bombole collegate all’impianto di aerazione interna. All’interno dell’abitazione è stato individuato un innesco elettrico a distanza, potenzialmente in grado di generare una scintilla tramite una mola a disco o un fornello elettrico, con conseguenze esplosive.
La donna che l’uomo aveva dichiarato di aver ucciso è stata contattata telefonicamente e rintracciata in un altro comune, in buone condizioni di salute. Le forze dell’ordine hanno compreso che si trattava di una trappola e, dopo aver messo in sicurezza l’area, hanno rintracciato il 64enne nascosto in una cavità sotterranea ricavata nel cortile, da lui stesso scavata. Lì è stato trovato in possesso di un telecomando per l’attivazione dell’innesco.
In seguito all’arresto, l’uomo è stato trasferito al carcere di Bancali, a Sassari, su disposizione della Procura. All’interno della proprietà, oltre al materiale tecnico per l’innesco, sono stati rinvenuti scritti contro le istituzioni e materiale di propaganda a contenuto estremista, attualmente al vaglio degli inquirenti.
Il soggetto era già noto alle autorità per un precedente atto vandalico risalente al 2022: era stato ritenuto responsabile del danneggiamento della lapide dedicata al carabiniere scelto Walter Frau, ucciso a Chilivani nel 1995 durante un’operazione contro una banda di rapinatori.
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