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Olbia, torna la Colletta Alimentare: "la spinta é il senso di gratitudine"

Parla Filippo Sanna, storico volontario del Banco Alimentare di Olbia

Olbia, torna la Colletta Alimentare:
Olbia, torna la Colletta Alimentare:
Camilla Pisani

Pubblicato il 12 November 2021 alle 06:00

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Olbia. Ricorre quest’anno il 25esimo anno della Colletta Alimentare, una delle istituzioni solidali più partecipate in tutto il territorio nazionale: con più di 1800 volontari, il Banco Alimentare recupera eccedenze alimentari per distribuirle a strutture caritative che offrono pasti o pacchi alimentari a persone che vivono in difficoltà. Accanto all'operosa attività quotidiana, Banco Alimentare organizza ogni anno, l'ultimo sabato di novembre, la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.

Filippo Sanna, direttore AGCI Gallura e volontario per la Colletta Alimentare ad Olbia da anni, ha ben chiaro cosa significhi essere parte di questa benefica onda di solidarietà: “Che cosa spinge un uomo ad offrire tempo, energia, talenti e fatica, a ripetere un gesto di solidarietà per 25 anni consecutivi? Un profondo senso di gratitudine, il desiderio (pia illusione) velleitario di ridurre il debito di riconoscenza verso un destino buono, verso l’appartenenza ad una storia fatta di amicizie – vecchie e nuove – che con attenzione, con pazienza, nel tempo, hanno continuato a provocarmi ad uscire dalla mia comfort zone. Queste, in breve, le ragioni che mi accompagnano verso le nozze d’argento con la Colletta Alimentare numero 25, questa colletta 2021 che ritorna in presenza dopo due edizioni a digitali a distanza, causa Covid. Ogni volta è una sorpresa e, nonostante la tanta, necessaria programmazione, come ci ricorda Montale nel finale della splendida poesia “prima del viaggio” …E ora, che ne sarà del mio viaggio? Troppo accuratamente l'ho studiato senza saperne nulla. Un imprevisto è la sola speranza. Ma mi dicono che è una stoltezza dirselo. Con questo sentimento mi appresto, insieme a tanti amici, curioso e desideroso di quali provocazioni, quali sfide, quali risposte scopriremo facendo la prossima colletta”.

Lo stesso Sanna ha per l’occasione scritto un toccante racconto legato alle emozioni ed alle motivazioni intrinseche che si celano dietro il gesto del dono: “Quest'anno l'attesa della giornata della Colletta Alimentare si è manifestata con largo anticipo, almeno un mese prima. Nell'aria vagheggiava un desiderio indefinito, poi sempre più intenso e via via più preciso. Già ad ottobre Daniele, il nuovo responsabile di zona, nel chiedermi di dargli una mano per gli aspetti legati alla comunicazione, mi trasmetteva parte delle sue giuste preoccupazioni: avvisare per tempo tutti gli attori per il grande gesto, volontari, punti vendita, associazioni e media, aziende a supporto. Belli gli incontri preparatori, abbiamo assistito alla presentazione in diretta video con Carron, Guzzetti e Bertinotti (nella sala messa a disposizione da una delle nostre cooperative) con il “nucleo” degli amici più direttamente coinvolti, e di fianco il mio "capo". Poi, l'incontro operativo con Federico Bassi, lasciandoci provocare dalla domanda fondamentale "perché faccio la colletta?" e sentirlo raccontare aneddoti e testimonianze vibranti di umanità. Daniele, mi invita a fare da capo equipe e, quindi, ad essere a disposizione per tutta la giornata. Una nuova scommessa dopo che, per tante volte - per problemi vari, di salute pigrizia o altro - mi ero limitato a turni di poche ore, mezze giornate o poco più. Insomma da panchinaro a titolare!

La stessa scommessa la fa Francesca, mia moglie, che, provocata dalla assunzione di responsabilità di Daniele e dalle parole ascoltate da Federico Bassi, desidera giocarsi ancora di più. Parlarne a pranzo coi figli è stato il passo successivo: "vogliamo fare la colletta tutto il giorno, vi arrangiate a casa e/o ci date una mano?". Altre sere "verso la colletta": la scoperta, inedita per me, della logistica legata all'arrivo delle scatole, alla loro distribuzione nei vari centri. Vedere Domenico (manager di professione) farsi prestare un camion per venire a ritirarle una domenica mattina, all'ora del primo caffè, sotto la minaccia della pioggia e stata un'altra provocazione. La domanda sospesa era "quale desiderio ti fa lasciare il letto caldo nel giorno del riposo? Un caffè con gli amici si potrebbe rispondere, ma forse non basta, ci dev'essere dell'altro. Il richiamo al tentativo ironico mi giungeva da un post su Fb, dove campeggiava una slide sul ciellino d'allevamento che fa un turno di 16 ore alla colletta alimentare. Roba da giessini incoscienti o universitari sboroni, pensavo. Il venerdì, sera della vigilia, ancora una staffetta a trasferire le scatole vuote da un magazzino ai camion degli amici imprenditori che li hanno messi a disposizione, via al passamano con Giuseppe, Tore e Salvatore e, naturalmente, Daniele. Sabato 28, finalmente siamo pronti. La prima sorpresa è vedere Giovanni, il nostro primogenito, pronto per le 8:15, lui che, nei fine settimana, sfida cuscino e materasso! Rapida distribuzione nei punti vendita. A me tocca il MD Discount dove sono in turno con Antonello e Nunzio, due giganti buoni, divertiti e divertenti (il primo già padrino di cresima di uno dei miei figli che lo scelse perché zuzzurellone, requisito essenziale per una buona educazione cristiana). Alle 9 arrivano Anna Maria e Marilena, due miss sorriso perfette per volantinare agli ingressi. A metà mattina giunge Benedetto (di nome e di fatto) un collega, rappresentante degli artigiani – così come io rappresento i cooperatori – dando credito al messaggio che gli avevo inviato e che, in precedenza aveva partecipato, anche, all'incontro con Bassi. Fa la sua spesa, ci saluta e via. La gente arriva fitta, i più' sanno già come funziona. Tutto scorre liscio sino alle 13, dopo vari caffè alla macchinetta. Pranzare non si può, suppliamo momentaneamente con grissini e cioccolatini che mi sono premurato di procurare. Alle 14:30, momento di calma, ci si può permettere un panino al volo o un trancio di pizza. Ne approfitto per fare un salto nel punto vendita vicino, al Conad trovo Daniela e un membro della protezione civile, ranghi ridotti anche qui.  Brevi commenti e si riprende. Siamo rimasti in tre e chiedo rinforzi via whatsapp. Arriva un poliziotto in pensione della omonima associazione. Le miss sorriso ci hanno abbandonato con un abbraccio. Adesso all'ingresso siamo due mister attempati. Ci raccontiamo quali esperienze ci portano a fare la colletta. L'ex agente racconta – bei tempi quando si andava in pensione giovani – è alla settima edizione. Io dico, credo, di aver collezionato 15 bollini su 19. Su whatstapp fioccano messaggi con le foto dei giovani e giovanissimi che con le loro casacchine gialle allietano gli occhi e il cuore di volontari e donatori. Intanto imparano a servire in un gesto di condivisione. Una coppia, madre e figlia, mi chiedono qualcosa in più, dico loro di aver iniziato 20 anni prima e che, oggi, è di turno anche mio figlio ventiduenne. Mi manifestano sorpresa e apprezzamento. Scoprirò più tardi – sempre da whatsapp – che anche Andrea, nostro figlio quindicenne, è andato a supportare la madre nell'ora di punta. Il ritmo rallenta, ne approfitto per aggiornare i profili sui social, fb, instagram e twitter. Gli amici del Banco Alimentare sono stati prodighi di strumenti e di indicazioni apposite! Sono in piedi da 11 ore, le gambe dolgono. Accetto il limite e faccio un salto di fianco in un cose di casa e acquisto una sedia pieghevole che spero torni utile nelle prossime occasioni. Si volantina ancora, a tratti seduto con poca vergogna. L'amico poliziotto invece è sempre sull'attenti.

Dal cellulare giungono richieste di aiuto, sono le 19, ora di punta, scelgo di andare a dar man forte a mia moglie, pare siano rimaste in due. Auto a tavoletta, arrivo in un lampo, da bravo marito... Non sono stato abbastanza veloce, sono già arrivati rinforzi nelle persone di Ginetto e Roberta di Libere Energie, una Onlus cittadina che si occupa, veramente, come ci ricorda papa Francesco di andare nelle periferie: loro assistono – la notte – i “senza fissa dimora”, ovvero barboni, clochard e padri separati (i nuovi poveri che sono spesso costretti a vivere in macchina), con coperte, buste di cibo e medicine. È una delle tante associazioni che si sono coinvolte negli ultimi anni, colpiti dallo slogan “condividere i bisogni per condividere il senso della vita”, mission costante del Banco, di AVSI e, l'ho sperimentato di persona nell'incontro con loro, di tanti veri volontari per vocazione. Ci scambiamo le impressioni sulla giornata, ci diamo conferma che – come ci ricordava il Giuss ne Il senso della Caritativa – anche la generosità si stanca se non c'è qualcosa d'Altro a sostenerci nella fatica. Manca poco più di un'ora al termine, si chiudono tutte le scatole pronte, le amiche più precise annotano le schede. Arriva Tore, un amico cooperatore, col furgone della sua azienda (scoprirò più tardi che anche il mio capo, Michele, presidente della associazione cooperativistica per cui lavoro, ha fatto da autista e da staffetta dai punti vendita al magazzino di raccolta. Un bel modo di trascorre in gratuità il giorno del suo compleanno!). Nonostante il furgone non permetta l'uso dei palets un veloce passamano permette di effettuare il carico. Tore riparte, deve andare dagli amici di San Teodoro, a 20 km di distanza a recuperare gli ultimi scatoloni. Mi duole un polso, sarà la vecchiaia, non basta l'allenamento quotidiano col mouse davanti al monitor per prepararsi come si deve. Ci siamo quasi, 20:45, ultime procedure, i camion sono lontani, arriva Daniele, si caricano le nostre macchine con le ultime casse. Non sono entusiasta: avevo l'auto pulita di fresco. Si va. Scarichiamo gli ultimi scatoloni, recuperiamo i vuoti.

Ci raggiunge Giuseppe, del Banco di Solidarietà, anche lui di staffetta, lo accompagna Giovanni, il nostro primogenito che, dopo il turno al mattino, è ritornato ad aiutare la sua squadra per completare il tutto. Apprezzo in silenzio senza commenti. 21:30, 13 ore e 15 di turno, non ho rispettato lo standard del ciellino di allevamento. Abbraccio Laura, moglie paziente di Daniele, sono commosso e stanco. Insieme a Francesca (anche lei dolorante e contenta) si torna a casa. Un pezzo di pane e sono sul divano per seguire il secondo tempo di Milan – Sampdoria. Evvai!!! Si vince 4 a 1. Ho scordato di raccontare della coppia in abiti firmati e Suv che voleva aiutare a condizione che giurassi che avremmo dato nulla agli zingari, dell'amico giornalista che , arrivato nei punti vendita per fare il pezzo, invece ha fatto la spesa e poi raccontato sul suo blog la sua esperienza in prima persona. Arrivano anche sms da amici, come Federico, sindacalista, che non hanno potuto fare la spesa: ricordo loro il n.45502 per le offerte sino al 6 dicembre. Ma queste sono altre storie. Cosa c'entra il desiderio? C'entra, c'entra”.