Saturday, 02 August 2025
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Pubblicato il 01 August 2025 alle 12:14
Olbia. La Città di Olbia ha nuovamente brillato sotto un cielo stellato, questa volta grazie alla magia del balletto classico. La serata di gala tenutasi lo scorso 26 luglio è stata parte integrante dei festeggiamenti per i 26 anni della “Vetrina coreografica di danza”. L'evento di fatto ha trasformato piazza Crispi in un teatro a cielo aperto affacciato sul suggestivo golfo.
Protagonisti assoluti sono stati i migliori danzatori internazionali, provenienti dai più prestigiosi teatri del mondo, che hanno incantato il pubblico con interpretazioni dei grandi classici e delle avanguardie contemporanee. Una serata questa che ha confermato il talento e la passione di Mavi Careddu, direttrice artistica e organizzatrice dell’evento, capace di avvicinare l’eccellenza del balletto al grande pubblico. A pochi giorni dalla serata, abbiamo avuto il piacere di intervistarla per scoprire i retroscena di questa straordinaria manifestazione e i progetti futuri che continueranno a far brillare Olbia come nuovo fulcro della danza e della cultura.
"Per me è stata una grande emozione perché comunque ho raggiunto un importante obiettivo: portare l'eccellenza della danza internazionale nella città dove vivo da tantissimi anni. Ho scelto deliberatamente la piazza per avvicinare quest'arte a un pubblico più ampio, considerando che Olbia non ha un teatro che ospiti regolarmente spettacoli di questo genere.
Creare questo 'teatro a cielo aperto' nel cuore della città è stata una sfida entusiasmante. Il risultato è stato uno scambio meraviglioso: io ho portato la danza tra la gente, e la gente ha risposto riempiendo lo spazio e abbracciando questa esperienza. Vedere quella partecipazione è stato davvero emozionante".
Può raccontarci qualche dettaglio sul concept dello spettacolo “Nuit des Étoiles” e cosa ha voluto trasmettere attraverso questa performance straordinaria?
"Ho scelto un format specifico per rendere la danza accessibile anche a chi non frequenta abitualmente il balletto. Invece di proporre un'opera integrale come 'Il Lago dei Cigni', che potrebbe risultare impegnativa per i neofiti, ho optato per una selezione degli estratti più spettacolari e rappresentativi dei grandi balletti.
Questo approccio, unito alla presenza di artisti eccezionali, ha permesso di presentare la parte più virtuosistica e coinvolgente della danza classica. Il risultato è stato un programma che ha saputo conquistare sia gli appassionati che chi si avvicinava per la prima volta a quest'arte, creando un'esperienza universalmente coinvolgente".
Quali sono i prossimi appuntamenti della sua scuola di danza e ci può anticipare alcuni progetti o eventi in programma nei prossimi mesi?
"La nostra scuola è attiva 360 giorni l'anno. Durante l'estate manteniamo aperti i corsi con alcuni professionisti, perché molti allievi desiderano continuare lo studio anche in questo periodo, e trovo questa dedizione molto gratificante.
A settembre ripartono i corsi invernali con tutte le discipline che offriamo, mentre lavoriamo contemporaneamente ai progetti collaterali e alla preparazione dello spettacolo di dicembre. Il calendario prosegue poi con lo spettacolo classico di fine giugno, che coinvolge tutti gli studenti della scuola.
Tra gli eventi più importanti organizzo le qualificazioni nazionali del Dancer Cup, un concorso internazionale che culmina ogni anno con una finale mondiale in una nazione diversa. Mi occupo personalmente della formazione della squadra italiana che parteciperà a questa finale. Quest'anno la finale mondiale si terrà a Dublino a luglio, mentre per le qualificazioni nazionali sto ancora valutando la location - l'anno scorso si sono svolte in Toscana. Durante tutto l'anno ospitiamo inoltre maestri di prestigio e direttori di compagnia per workshop specializzati, che estendiamo a tutti i danzatori della Sardegna. Ogni progetto richiede mesi di preparazione per essere realizzato al meglio".
Come vede l’evoluzione della danza classica oggi e quali sono le sfide più grandi che affronta nel formare giovani talenti?
"La danza è in costante evoluzione, per questo è fondamentale rimanere aggiornati sui movimenti e le tendenze sia nazionali che internazionali, per comprendere verso quale direzione si sta muovendo quest'arte.
La sfida più grande che affronto riguarda proprio la formazione dei giovani talenti, specialmente nell'ambito del classico. Oggi molti ragazzi sono attratti da forme di danza che percepiscono come meno impegnative, ma è cruciale far comprendere loro che tutte le discipline - dalla moderna alla contemporanea - per raggiungere livelli di eccellenza richiedono una solida base di danza classica.
Questo significa studio meticoloso, rigoroso e costante. Il sacrificio e la dedizione rimangono alla base di una vera crescita artistica, e trasmetterlo alle nuove generazioni rappresenta la sfida più importante del mio lavoro di formatrice".
Infine, quali sono i suoi obiettivi futuri e come pensa di continuare a incantare il pubblico con la sua arte e i suoi progetti?
"Ammetto che a volte, quando sono particolarmente stanca, mi passa per la mente l'idea di fermarmi. Ma poi mi rendo conto che questo lavoro è parte integrante della mia vita e non riesco davvero a rinunciarvi. Quando si lavora con passione, il lavoro ti accompagna sempre, anche in vacanza - è impossibile liberarsene.
Il mio obiettivo principale rimane quello di continuare a offrire una formazione di qualità ai giovani nella nostra struttura, mettendo a disposizione tutte le nostre competenze. Voglio sviluppare nuovi progetti che portino qui professionisti di livello internazionale, per far comprendere ai ragazzi che la danza è un'arte complessa, ricca di sfaccettature e diverse metodologie di lavoro e insegnamento.
Aspiro a migliorare continuamente, sia dal punto di vista organizzativo che formativo. Tuttavia, questo non dipende solo da me: servono collaborazioni esterne e un sostegno economico importante dalle amministrazioni locali, perché da sola non posso farcela. Dal canto mio continuerò a impegnarmi al massimo, ma per realizzare progetti ambiziosi è fondamentale trovare i partner giusti che condividano questa visione".
Dalle parole di Mavi Careddu emerge il ritratto di una professionista che ha fatto della danza non solo la sua professione, ma la sua missione di vita. La sua dedizione nel portare l'eccellenza artistica internazionale in Sardegna, la passione nell'educare le nuove generazioni e la visione di rendere accessibile quest'arte a un pubblico sempre più ampio testimoniano un impegno che va oltre il semplice insegnamento.
In un'epoca in cui la formazione artistica richiede costanza e sacrificio, Mavi Careddu rappresenta un ponte prezioso tra tradizione e innovazione, tra rigore tecnico e apertura al territorio. Il suo lavoro dimostra come la danza possa diventare un linguaggio universale capace di unire comunità e generazioni, trasformando una piazza in teatro e ogni allievo in ambasciatore di bellezza. Siamo certi che le stelle continueranno a brillare e ad essere dalla parte di Mavi Careddu, perchè i sogni sono inarrestabili e amano ballare.
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