Sunday, 26 October 2025
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Pubblicato il 26 October 2025 alle 09:00
Olbia. Cari lettori, anche in questo nuovo numero della nostra rubrica “Pillole di benessere e crescita personale” abbiamo deciso di trattare un argomento molto dibattuto dalla notte dei tempi e di fondamentale importanza per ogni persona, famiglia, società che rispetti i diritti dell’individuo: la libertà. Una parola potente, evocativa, spesso usata e abusata. Ma cosa significa davvero essere liberi? Per rispondere a questa domanda in maniera esaustiva ci siamo rivolti alla psicologa e coach Paola Gallelli che ha fatto proprio della libertà il cavallo di battaglia della sua carriera nelle relazioni d’aiuto, creando eventi dal vivo su scala nazionale a tema.
“È una domanda che mi accompagna da tempo e che, nel corso degli anni, ha preso forme sempre diverse. Da ragazza pensavo che la libertà fosse poter decidere da sola, muovermi senza dover chiedere il permesso, dire quello che penso senza filtri. Poi, col tempo, ho capito che la libertà ha ben poco a che fare con ciò che fai. E molto a che fare con ciò che sei, dentro – racconta Paola - Non sei libero quando puoi fare tutto. Sei libero quando puoi scegliere, davvero, chi vuoi essere, come vuoi reagire, da che spazio vuoi vivere. E per farlo serve un lavoro profondo, continuo, che spesso non ha nulla di appariscente, ma cambia radicalmente il modo in cui abiti la tua quotidianità”.
Essere liberi, infatti, nel pensiero della Gallelli non significa eliminare ogni limite, quanto piuttosto riconoscere quali limiti ci aiutano a crescere e quali, invece, è tempo di superare. Tutto ciò si tradurrebbe con l’imparare a stare, dove ha senso stare, e a dire basta, dove quel limite diventa prigione. Non significherebbe fuggire dalle responsabilità, ma assumersele in modo nuovo. Non essere più schiavi delle proprie reazioni, non reagire in automatico, non farsi trascinare da emozioni non viste, non vivere in risposta a ciò che accade fuori. Ma scegliere sempre consapevolmente.
“E qui – continua la coach - entra in gioco un concetto che ho fatto mio nel tempo: la libertà non è fuori. È un processo interno. È uno stato interiore che nasce quando smetti di raccontartela, quando inizi a osservare le tue paure, i tuoi attaccamenti, i tuoi bisogni, senza giudizio. Quando inizi a rispondere alla vita, invece di reagire. E allora scopri che la libertà ha una forma sottile, a volte scomoda. Non ti urla “fai quello che vuoi!”. Ti sussurra: “Vuoi davvero farlo? O lo fai perché non riesci a fermarti?”. E lì inizia un’altra storia, molto più interessante”.
Nel percorso di crescita personale, spesso si pensa che la libertà coincida con il fare tutto ciò che si vuole, in qualsiasi momento. Ma questa visione, seppur affascinante, è anche superficiale. Perché non tiene conto della complessità dell’essere umano e di quanto siamo, in realtà, condizionati da paure, abitudini e meccanismi inconsci. La libertà ha bisogno di radici profonde, di disciplina, di consapevolezza, e soprattutto, ha bisogno d’amore. Nella visione dell’esperta, la libertà interiore possiede tre pilastri fondamentali.
Può sembrare un paradosso, ma non lo è. Solo chi ha disciplina può infatti davvero essere libero. La disciplina non è una gabbia: è un allenamento quotidiano che permette di non essere più vittima delle proprie reazioni. Non si parla di rigidità o di regole imposte, quanto piuttosto della capacità di restare presenti anche quando tutto intorno (e dentro) invita a reagire. Si parla di scegliere ogni giorno di nutrire ciò che ci fa bene, anche quando non ne abbiamo voglia. Di restare fedeli a ciò che si vuol diventare, non solo a ciò che si è stati fino a ieri. La disciplina rende liberi perché insegna a non cedere al primo impulso. Insegna a rallentare, a scegliere, a riconoscere dove finisce l’istinto e dove può iniziare una nuova possibilità. È come un’educazione gentile alla propria stessa libertà.
Ci hanno insegnato a inseguire la libertà come se fosse la possibilità di dire sì a tutto. Ma la vera libertà nasce quando impariamo a dire dei no. A volte a noi stessi. A ciò che ci fa male, a ciò che ci distrae, a ciò che ci allontana dalla nostra verità. Essere liberi significa poter scegliere da dove fare una cosa. Farla non perché “dobbiamo”, ma perché lo sentiamo vero, pulito, integro. Quando agiamo spinti dal bisogno di approvazione, dalla paura di perdere, dalla voglia di dimostrare qualcosa, non siamo liberi, ma guidati da automatismi interiori. La libertà, invece, nasce quando osserviamo questi automatismi e iniziamo a far si che non dirigano più la nostra vita.
Molti credono che amare significhi perdere libertà. Ma è solo un amore immaturo a togliere respiro. Quando l’amore è maturo, quando è scelto con consapevolezza, diventa la più grande forma di libertà. E viceversa. Perché amore e libertà non si escludono: si completano. Sono due ali dello stesso volo. Quando amiamo davvero, non vogliamo possedere, ma vedere l’altro libero, autentico, felice. E quando siamo davvero liberi, non abbiamo paura di amare, perché l’amore non toglie nulla, ma ci espande. Non è un vincolo, è uno spazio. Uno spazio in cui poter essere e lasciar essere. Ed è proprio in questo punto che libertà e amore si fondono in un’unica esperienza. Una relazione di coppia sana è quella in cui entrambi possono restare sè stessi, crescere, sbagliare e rialzarsi, senza dover rinunciare alla propria verità per restare insieme. Ecco perché amore e libertà sono le due ali della stessa verità: non esiste amore senza libertà, così come non esiste libertà autentica che non contempli anche l’amore.
Quando impariamo ad amare senza voler trattenere, senza voler cambiare l’altro, senza annullarci, stiamo piano piano imparando a essere liberi. E quando impariamo a essere liberi senza fuggire, senza chiuderci, senza costruire muri, stiamo imparando ad amare. È questo il grande paradosso e il grande insegnamento: più lasciamo libero chi amiamo, più profondo diventa il legame. Più ci sentiamo liberi di essere chi siamo, senza costringerci in ruoli o aspettative, più ci apriamo alla possibilità di un amore vero, maturo, espanso.
La libertà non è dunque solitudine. È presenza. Non è egoismo. È integrità. È lo spazio sacro in cui possiamo finalmente essere chi siamo fino in fondo con autenticità e permettere anche all’altro di fare lo stesso. E allora – suggerisce Paola Gallelli – Fermati e chiediti: Sto scegliendo davvero, o sto solo reagendo? Questa scelta nasce dalla mia verità, o da una ferita che non ho ancora guardato? Cosa sto difendendo, trattenendo, rimandando in nome della paura? Chi sarei, se smettessi di raccontarmela? La libertà non arriva tutta in una volta. Arriva in silenzio, quando inizi a dire dei no che ti rispettano. Quando inizi a dire dei sì che non ti svendono. Quando smetti di fuggire da te e impari a restare”.
Possiamo concludere affermando che la libertà è presenza. È scegliere con il cuore pulito. È vivere in coerenza con ciò che siamo, anche se il mondo intorno va in un’altra direzione. E allora, oggi, non chiediamoci solo cosa vogliamo fare, ma da che punto di partenza lo stiamo facendo. Perché è lì, in quello spazio interiore, che nasce la vera libertà.
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