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A San Teodoro soffia il vento dell’inclusività grazie allo sport

Il progetto della Kite Gym raccontato dal presidente Fabio Tiboni

A San Teodoro soffia il vento dell’inclusività grazie allo sport
A San Teodoro soffia il vento dell’inclusività grazie allo sport
Barbara Curreli

Pubblicato il 26 October 2025 alle 09:00

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San Teodoro. Nell'ambito del progetto "Soffia il vento dell’inclusività” per il terzo anno consecutivo la società sportiva Kite Gym SSD con sede operativa a San Teodoro in collaborazione con l'associazione culturale Speedy Sport Asd, ha avviato e concluso un programma educativo denominato "Inclusione, una sfida possibile". L'evento è stato realizzato nell’ambito della disciplina sportiva del kitesurf insieme ad alcuni ragazzi che hanno voluto approfondire la conoscenza di questo sport d'acqua.

Incontriamo Fabio Tiboni il presidente dell'Associazione di San Teodoro che con grande entusiasmo e umiltà ci racconta questo straordinario viaggio sulle tavole che è partito da un open day arrivando a realizzare un percorso completo che ha portato i ragazzi tra le onde.

Come nasce questo progetto inclusivo che ha come protagonista il kitesurf?

"Nasce 3 anni fa durante una giornata "open day", realizzata in pieno inverno insieme ai ragazzi di Speedy Sport. Ricordo che era una giornata grigia e con pochissimo vento, una domenica di inizio dicembre uggiosa e apparentemente impossibile. Avevamo preparato una colazione di benvenuto e una video-presentazione all'interno del punto informazioni della Cinta gestito dal Comune e poi un spuntino, che sapeva di pranzo condiviso per il dopo lezioni. Alle 10 di mattina arrivarono i partecipanti con i pullman e con le auto: più di 40 ragazzi provenienti dal centro Sardegna in gruppo con accompagnatori e famiglie".
 
Tiboni ricorda come se fosse ieri le emozioni di quella giornata che da uggiosa si era trasformata in una giornata soleggiata. "L'impatto fu fortissimo, finimmo le lezioni tardissimo, e alla sera non avevo la forza nemmeno per parlare ma ero, eravamo felici. Si era aperto un mondo nuovo per me".
 
 
Con quali associazioni del territorio avete collaborato?
 
"Con Speedy Sport, l'associazione di Dorgali e con una associazione del Lago di Garda molto più avanti di noi in queste esperienze".
 
 È la prima volta che svolgete in toto un progetto inclusivo?
 
"Nel 2025 siamo riusciti dopo 2 anni di open days a fare un vero e proprio progetto bimestrale che si è concluso portando alcuni allievi a fine corso a salire sulla tavola".
 
Quale è stata l’emozione o il sorriso che l'ha colpita maggiormente?
 
"Tutti i sorrisi sono stati preziosi, queste cose le fai per superare i confini mentali e fisici e per sognare. Sono azioni che servono a lanciare il cuore oltre l'ostacolo, per questo mi sento di dire che il sorriso più bello è stato quello che avevano i ragazzi arrivando con il cuore gonfio di aspettative e gioia. Senti di aver mosso in loro un'energia importante, è vita".
 
 
Ritiene fondamentale un approccio no limits per poter aiutare i ragazzi con disabilità nel percorso sportivo?
 
"Si esatto, per superare i soliti limiti era fondamentale fare di più. Volevo fare vero coaching, dedicare del tempo a questi ragazzi e avere degli obbiettivi, non solo creare un evento, fare due foto e lasciarli poi alla loro quotidianità. Abbiamo voluto fare 2 mesi di corsi per arrivare fino in fondo".
 
Fabio Tiboni ha le idee chiare quando si parla di impegno, sport e inclusività ed entriamo dunque ancor più nel dettaglio delle attività svolte nel percorso estivo. Il più grande risultato è stato vedere i ragazzi continuare il corso di kitesurf e proseguire fino in fondo, ridere e gioire delle vittorie e delle conquiste quotidiane ed affrontare con loro e con i loro fantastici accompagnatori i momenti difficili, la fatica, la stanchezza, il dubbio, il meteo e vederli superare queste difficoltà.

"Ad aspettarli un appuntamento domenicale ogni settimana che grazie alla nuova logistica offerta dal Porto di San Teodoro, ha permesso di portare gli allievi in gommone fino all'area sportiva partendo proprio dalla banchina del porto. La possibilità di offrire loro un team di istruttori adulti ed esperti, oltre ai loro bravissimi accompagnatori e tutor, e la scelta di condizioni meteo ideali, mai troppo impegnative, hanno permesso rapidi progressi e davvero risultati inaspettati. Al progetto hanno partecipato 
ragazzi di varie età: i più giovani avevano 12 anni e si è  arrivati fino ai 50 anni".
 
Replicherete l’esperienza? Avete già qualcosa in programma nel prossimo futuro?
 
"Sinceramente ora sono molto attratto dall'affrontare i problemi della mobilità, studiare il corpo e i suoi limiti fisici e quali sono le protesi adatte per poter navigare in caso di disabilità fisica.
Vorrei far surfare chi ha sempre pensato di non poterlo fare. Regalare un sogno e vederlo riflesso negli occhi di chi lo vive".
 
"Ci sono già dei progetti al riguardo ma non voglio anticipare un discorso che tecnicamente sarà molto complesso - conclude Tiboni - se ci sarà una risposta corale come è accaduto negli ultimi anni allora potremo realizzare nuovi progetti". Fabio Tiboni non dimentica la grande collaborazione ricevuta dal Comune di San Teodoro insieme all'assessorato alle Politiche Sociali, Ambiente e Cultura e auspica che collaborando insieme ai cittadini, ai tecnici e accompagnatori sarà forse possibile allargare il raggio e centrare insieme nuovi nobili obbiettivi.

"San
Teodoro non ha eguali in questo, La Cinta è abituata ad ospitare grandi manifestazioni sportive, musicali e culturali da sempre". E in attesa di veder surfare nuovi sorrisi e nuovi sogni chiudiamo gli occhi e immaginiamo anche noi il sole e il vento sul viso che accoglie la vita e gli attimi di felicità.