Friday, 12 December 2025
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Pubblicato il 12 December 2025 alle 07:00
Olbia. Il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze, luogo simbolo del Rinascimento e della grande arte italiana, ha applaudito nei giorni scorsi il talento di un giovane artista proveniente dalla Gallura. Andrea Sanna, olbiese, classe ’90, ha ricevuto il Fiorino d’oro per la sezione Arti Visive del prestigioso Premio Firenze Giovani, concorso che valorizza i migliori talenti emergenti in Italia e all’estero.
Un riconoscimento che parla di studio, dedizione e di una creatività che non teme confini. Prima dei pennelli, infatti, Sanna ha imbracciato lo strumento musicale: bassista in una band rock, ha affinato una sensibilità estetica e ritmica che oggi ritroviamo nelle sue opere pittoriche, dense di atmosfere e tensioni narrative.
Dalla musica al colore, dal palcoscenico alla tela: un percorso artistico trasversale che ha catturato l’attenzione della giuria del premio indetto dal Centro Culturale Firenze Europa “Mario Conti”. Un appuntamento storico del panorama culturale nazionale, articolato in sezioni che spaziano dalla pittura alla fotografia, dalla scultura alla letteratura. Il Fiorino d’oro rappresenta la massima onorificenza, riservata ai migliori giovani artisti under 30 (o 35 a seconda dell’edizione).
L’opera premiata di Sanna come il resto della sua produzione, riflette un linguaggio contemporaneo ma profondamente legato al mondo reale, fatto di forme riconoscibili e di emozioni che emergono dal tratto, dalla luce, dalle scelte cromatiche. Una ricerca espressiva che parte dalla Sardegna, ma che guarda con naturalezza al panorama internazionale.
Accanto alla gloria della premiazione, anche un traguardo fondamentale per ogni artista: la possibilità di esporre le proprie opere a Firenze, nella cornice storica e scenografica del Salone dei Cinquecento, e di accedere a una visibilità ben oltre i confini regionali. Per Olbia e la Gallura, il successo di Andrea Sanna oggi è motivo di orgoglio. Per lui sicuramente questo sarà un nuovo punto di partenza in un percorso che ha trovato nella pittura la sua rotta principale, senza però rinnegare le contaminazioni e quelle esperienze, come la musica, che hanno contribuito a costruire un’identità creativa unica.
Al nostro incontro l'artista si svela tra ispirazioni, progetti futuri e il racconto di un sogno che continua a prendere forma, un colore alla volta.
Quali sono le sue aspettative dopo aver ricevuto il Fiorino d’oro e come pensa di far evolvere la sua carriera artistica nei prossimi anni?
"Il Fiorino d'oro è stato sicuramente un bellissimo riconoscimento per il mio lavoro, avere l’onore di vedere una mia opera nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio è un qualcosa di indimenticabile e meraviglioso. L’obiettivo è quello di poter portare la mia pittura in giro nel prossimo anno. Sto lavorando ad alcuni dipinti che verranno esposti in due mostre nel 2026, una collettiva a Calangianus e una personale a Sassari. Mi piacerebbe molto avere l'occasione di confrontarmi nuovamente con artisti di varie regioni, magari anche artisti esteri, per imparare il più possibile, perché nel modo dell'arte non si finisce mai di imparare".
Guardando indietro, c’è qualcosa nel suo percorso creativo che avrebbevoluto affrontare diversamente o una sfida che le ha lasciato un rimpianto?
"Probabilmente potendo tornare indietro avrei intrapreso un percorso di studi diverso, essendomi diplomato all'istituto tecnico industriale, ovviamente non proprio un percorso artistico. Mentre non credo di avere dei rimpianti per una sfida non affrontata, di per sé questo mio percorso è una grande sfida, in un mondo così proiettato sull'efficienza e la velocità, ho scelto un qualcosa che richiede tempo, lentezza e tanto amore".
In che modo la sua terra natale, la Sardegna, continua a influenzare le sue opere e quanto il contatto con altre esperienze artistiche, come la musica, arricchisce la sua visione creativa?
"La mia terra è una fonte inesauribile di ispirazione, per un pittore è praticamente impossibile fare cento metri senza ritrovarsi davanti un paesaggio da ritrarre, sia esso in montagna, campagna o al mare. La musica insieme alla pittura, sono parti fondamentali della mia vita. Quando dipingo ho bisogno di ascoltare la giusta musica a seconda del lavoro, questo è per me fondamentale. Le due arti si sostengono".
Come ha influenzato la sua sensibilità di musicista nella definizione del suo linguaggio pittorico e delle sue opere visive?
"Come dicevo, le due arti si sostengono e delle volte la giusta musica può far nascere delle idee che prima non si erano ancora formate, o che comunque non erano ancora ben definite. Ascolto molta musica e molti generi diametralmente opposti, questo credo vada a stimolare molto la mia fantasia".
Ha dei programmi a breve termine ?
"Per il momento sto lavorando su diversi dipinti e l'intenzione è quella di portarli alla visione del pubblico nel 2026, condividendo le mie idee, le sensazioni che ho provato nella creazione delle opere e per capire come le stesse appaiano agli occhi delle persone. Mi ha sempre affascinato vedere la reazione del pubblico davanti a una mia opera e soprattutto sapere cosa quest’ultima gli trasmettesse. Perché alla fine, come per una canzone, anche nei dipinti finiamo per specchiarci, vedendo una parte di noi o della nostra vita".
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