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Olbia, la storia di Giacomo Midulla: dal trapianto di cuore all’esplorazione del territorio

Incontriamo Escursioniolbia con 100 appassionati e un cuore nuovo

Olbia, la storia di Giacomo Midulla: dal trapianto di cuore all’esplorazione del territorio
Olbia, la storia di Giacomo Midulla: dal trapianto di cuore all’esplorazione del territorio
Laura Scarpellini

Pubblicato il 15 October 2025 alle 08:00

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Olbia. Giacomo Midulla originario di Luras e da tempo residente a Olbia, è la mente che ha dato forma al gruppo Escursioniolbia. Si tratta di una comunità di oltre 100 appassionati di natura e archeologia locale, dediti alle escursioni. Ma cosa rende così speciale questo gruppo amatoriale? Nata dalla pura passione per promuovere il territorio sardo, Escursioniolbia si distingue per la spontaneità delle uscite, l’assenza di obblighi e la gratuità degli eventi, accompagnate sempre da un clima di reciproco rispetto tra tutti i partecipanti.

Escursioniolbia continua a crescere con adesioni continue, non solo come gruppo di camminatori ed esploratori, ma anche come simbolo di gioia di vivere e di gratitudine verso chi dona, trasformando la scoperta del territorio in una storia di rinascita personale e collettiva. Ma dietro a questo progetto collettivo inaspettatamente c’è anche una storia personale di grande forza. Midulla infatti ha affrontato un delicatissimo trapianto di cuore che gli ha regalato una seconda possibilità, ed è tanto grande la sua riconoscenza verso il suo donatore, che ora il suo desiderio più profondo è ringraziare pubblicamente i genitori di colui che gli ha permesso una nuova vita.

Condividere questa esperienza di resilienza con la comunità ci porta a riflettere su come la passione per la propria terra possa unirsi alla valorizzazione della vita umana tenendo di buon conto, se mai ve ne fosse bisogno,ogni minuto speso a contatto con la magnificenza del territorio circostante.

 

Qual è stata l’idea originale dietro la nascita di Escursioniolbia e come è cresciuta nel tempo?

"L'idea è nata dopo quasi 16 anni che facevo escursioni, senza creare un gruppo ben preciso. Ho pensato di includere nel nome dell'iniziativa "Olbia accanto a Escursioni" perché a quanto pare parecchia gente non conosce il territorio olbiese. La mia idea era quella di andare oltre la conscenza del nostro mare, e fare esplorare anche le suggestive montagne intorno a Olbia e nel territorio della Gallura come: Monte Pinu,Monti di Limbara, Monte Plebi, Le montagne di San Giacomo, i monti di San Pantaleo, Monte Moro, Capo Figari, Capo Ceraso. Ci sono così tante altre piccole montagne, e piccole colline che si trovano a poca distanza dalla cittadina, degne di una visita. Tutto il territorio della Gallura è caratterizzato da posti bellissimi con dei panorami veramente fantastici che siano mare, cascate, prati o semplice vegetazione. Il nostro gruppo si può dire che sia cresciuto nel tempo attraverso il passa parola e un po’ anche grazie al gruppo creato su Facebook, dove periodicamente pubblico annunci per poter partecipare gratuitamente a qualche uscita. Ciò ha aiutato tantissimo la crescita del gruppo, perchè in molti vogliono conoscere meglio il nostro territorio, a pochi passi da casa.  Addirittura c'è chi è nato qui e non conosce nulla al di fuori dei soliti posti di mare che tutti frequentano".

Può descrivere un esempio emblematico di escursione recente che abbia rappresentato lo spirito del gruppo?
" L'ultima escursione importante che abbiamo organizzato l’abbiamo messa a punto sul monte Limbara e siamo andati a vedere le cascate. E' stata veramente un’escursione molto impegnativa tanto che il grado di difficoltà in quel luogo era cinque, e qualcuno si è dovuto impegnare più di quanto pensasse. Abbiamo terminato l'uscita mangiando in allegria insieme, contando oltre i 30 partecipanti. Molte escursioni le facciamo in zona in base anche al tempo a disposizione che si ha, per far contenti un po' tutti. Forse è proprio questa la forza del nostro gruppo amatoriale".

Quali consigli daresti a chi volesse fondare un gruppo simile in un’altra zona, mantenendo gratuità, partecipazione spontanea e rispetto reciproco?
"Posso solo dire che quando si trasmette la passione a chiunque partecipi alle nostre uscite, facendo capire quanto sia importante il camminare, il poter conoscere i propri territori, e trasmettendo la passione che si mette per far conoscere la propria terra, ecco che l'obiettivo principale si è concretizzato. Poi la nostra particolarità di non obbligare nessun componente del gruppo a dover partecipare per forza ad un'uscita, è molto apprezzata. Viviamo già a dei ritmi talmente frenetici per il lavoro, per i figli, per andare a scuola, insomma per mille motivi, quindi non si può creare un gruppo dove per godere delle cose belle della natura, siano presenti degli obblighi. Molto importante poi è permettere a chiunque di poter entrare a far parte del gruppo e magari consentire anche il coinvolgimento dei loro figli, e perchè no anche del proprio cane visto che ormai è divenuto un compnente a tutti gli effetti del nucleo familiare. Comunque ripeto la cosa fondamentale è trasmettere quello che che si ha dentro per far sì che anche gli altri possano coltivare col tempo la tua stessa passione".


Hai affrontato un trapianto di cuore: come ha influito questa esperienza
sulla tua visione della vita, delle escursioni e del rapporto con i partecipanti al tuo gruppo escursionistico?
"Beh, il trapianto di cuore mi ha fatto capire che ora debbo dare più peso alla vita, concedendo più tempo a me stesso, cosa che non facevo prima. Ero molto appesantito dal lavoro, pensando solo a guadagnare di più, credendo così di poter stare sempre meglio. Avevo la  convinzione che i soldi potessero sopperire a qualsiasi cosa. Poi mi sono accorto che invece i soldi non sono tutto. Su tanti aspetti il trapianto mi ha insegnato questo,  e soprattutto mi ha insegnato una cosa molto, molto bella: rispettare chi è meno fortunato di me. Non si sa mai cosa ci riservi la vita e se io oggi sono qui, è perchè sono stato davvero fortunato. Ho una cara amica Mary che vive a Parma. E' stata lei che mi ha convinto a fare dei controlli. Se non mi fossi sottoposto a degli esami, non sarei mai potuto arrivare in tempo al trapianto. Sono arrivato a Parma praticamente in fin di vita ma il mio ringraziamento più grande va alla famiglia del donatore e a tutto lo staff dell'Ospedale Sant’Orsola di Bologna, alla Dottoressa Martinez, e al Dott Potena. Un grazie immenso anche a Gianna Canu quale responsabile del mio percorso dopo il trapianto. Spesso non ci si sofferma a pensare che il trapianto di organi è un vero e proprio dono, che non si deve mai sprecare!". 


Qual è il tuo sogno o messaggio più grande nel condividere questa storia, e come intendi ringraziare i genitori del donatore?
"Oggi il mio sogno più grande è quello di poter abbracciare prima o poi i genitori di chi mi ha donato questa seconda vita perché porto questo ragazzino dentro di me. Io so che è un ragazzino, e che adesso avrebbe avuto 23 anni. Prima o poi vorrei di ricevere una chiamata da parte dei genitori di questo ragazzo e che come me abbiano il desiderio di poterci abbracciare. Credo nei sogni e sono sicuro che prima o poi accradrà. Da poco ho avuto anche la fortuna innamorarmi di una donna meravigliosa che mi sta dando nuova gioia e allegria. Sono convinto che nella vita nulla accada per caso, per cui ripeto spesso a chi mi conoce: sognate perché spesso i sogni si realizzano!".