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Olbia, fact checking: il Porto turistico che non c'è

Inserito nel programma, non è mai stato realizzato

Olbia, fact checking: il Porto turistico che non c'è
Olbia, fact checking: il Porto turistico che non c'è
Angela Galiberti

Pubblicato il 01 March 2021 alle 06:56

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Olbia. Continua il nostro fact-checking del programma elettorale 2016 che ha portato all'elezione dell'attuale sindaco uscente, Settimo Nizzi. Un programma lungo 31 pagine, pieno zeppo di idee e progetti, che però è rimasto gran parte lettera morta. Oggi parliamo di uno degli “unicorni” delle campagne elettorali olbiesi che, puntualmente, si presenta in tutti i programmi elettorali (pur con qualche sfumatura): il porto turistico al Molo Brin. Scrive Nizzi nel 2016: “realizzazione del porto turistico nel Waterfront del Comune nell’area del molo Brin e Bosazza, riconfermando le autorizzazioni rilasciate dal Comune di Olbia a partire dal 2004, che l’amministrazione comunale uscente ha inopinatamente ritirato, con il risultato di negare la realizzazione del porto turistico per imbarcazioni da diporto con fondi privati”. Constatare che tale porto turistico non è mai stato realizzato non è certamente difficile: basta recarsi al Molo Brin e osservare il nulla assoluto che si staglia davanti ai nostri occhi. Per “nulla assoluto” intendiamo l'area di sosta, piena zeppa di auto, corredata da zero pontili. I motivi per i quali questo progetto praticamente mitologico non è stato realizzato è facile da scoprire: non c'è un piano regolatore del porto, quindi non ci può essere un porto turistico. Non solo: ormai da anni, il Comune di Olbia non è rappresentato all'interno del Comitato dell'Autorità portuale per questione puramente “politica”. Nizzi, infatti, ha dato il via ormai diversi anni fa a una guerra di carte bollate per auto-nominarsi all'interno dell'organismo di governo della Port Authority. La legge, però, non lo permette più da tempo ed è per questo che il sindaco di Olbia ha più volte ricorso senza ottenere alcun successo (il tutto a spese dei contribuenti). La legge, ovvero il decreto 232/2017, è chiarissima: il sindaco non può essere nominato nel Comitato di Gestione, deve a sua volta nominare un suo rappresentante. Questa nomina non è mai avvenuta, a parte “l'autoinvestura” che ovviamente non ha portato da nessuna parte. A conti fatti, il Comune di Olbia non è rappresentato all'interno del Comitato di Gestione e dunque non può dire la sua su niente. Per contro, se qualcosa si sta muovendo sul fronte porto turistico lo si deve solo ed esclusivamente al presidente Massimo Deiana e alla programmazione che l'autorità portuale sta portando avanti. Per di più, è da sottolineare che l'area dove dovrebbe sorgere il porto turistico non è di competenza comunale, ma demaniale, per cui il Comune non ci può mettere neanche uno spillo. Dunque, perché inserirlo nel programma? Ai posteri l'ardua sentenza.