Saturday, 12 July 2025

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Olbia, camper parcheggiati in Viale Isola Bianca: olbiesi furiosi

Cinque posti auto occupati da tre camper a due passi dal centro

Olbia, camper parcheggiati in Viale Isola Bianca: olbiesi furiosi
Olbia, camper parcheggiati in Viale Isola Bianca: olbiesi furiosi
Olbia.it

Pubblicato il 10 July 2025 alle 11:03

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Olbia. Cinque parcheggi occupati da tre camper in Viale Isola Bianca, a pochi passi dal centro storico. È la segnalazione che arriva in redazione da parte di un residente indignato: “Nessun controllo da parte della Polizia Locale e la maleducazione di chi viene nella nostra terra e pensa di poter fare come vuole (e gli viene concesso)”. Un’immagine che si ripete, specialmente in estate, in varie zone della città e che solleva una questione annosa quanto irrisolta: quella del parcheggio selvaggio dei mezzi ricreazionali.

La zona incriminata non è un’area sosta per camper. Al contrario, si tratta di un parcheggio pubblico dedicato alle automobili, spesso congestionato, soprattutto nelle ore diurne. L’arrivo di veicoli di grandi dimensioni, che occupano più stalli contemporaneamente, complica ulteriormente la situazione per residenti, pendolari e lavoratori del vicino porto.

Il Comune, va detto, ha previsto un’area sosta per camper nella periferia nord della città, nella zona industriale di Basa, priva però di servizi come acqua, corrente e scarichi. Una soluzione che, secondo molti, è insufficiente e troppo lontana dal centro, motivo per cui numerosi turisti preferiscono sostare nei pressi del centro città.

Il problema, tuttavia, non è solo logistico ma anche culturale. A pesare, secondo chi segnala il fenomeno, è l’assenza di controlli sistematici

Il tema è particolarmente sentito anche dal punto di vista dell’equità urbana. Mentre auto e motocicli vengono multati per un disco orario scaduto o per una ruota fuori dallo stallo, i camper sembrano godere di una tolleranza fuori misura. In alcune città turistiche italiane, il parcheggio non autorizzato dei camper viene punito con sanzioni severe e la rimozione forzata.

La soluzione, secondo alcuni operatori del settore turistico, non è solo repressiva: servirebbero più aree attrezzate, ben segnalate e vicine ai punti d’interesse, magari anche a pagamento, in grado di offrire servizi minimi e nel contempo tutelare il decoro urbano. Ma nel frattempo, la città resta ostaggio di una stagione che non riesce a conciliare accoglienza e regole.