Saturday, 13 September 2025
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Pubblicato il 12 September 2025 alle 08:00
Loiri. La musica a quanto pare pulsa nel dna di Dario Deriu, figlio di un lungo sodalizio tra generazioni e voci: suo padre infatti dirige da anni il Coro di Loiri, offrendo una scuola di canto e di scena che ha forgiato una pratica musicale condivisa. Fin dalla più tenera età, Deriu ha calcato i palchi delle feste padronali già a soli tre anni, aprendosi così a una parabola artistica che lo vede oggi protagonista. I duetti con i talenti più in vista della scena sarda prima e con la sua band originale poi, Deriu continua a percorrere le estati della Gallura tra successi e riconoscimenti.
La sua carriera è un viaggio tra tradizione e innovazione: dal confronto con figure consolidate della musica locale all’esplorazione di nuove produzioni, passando per incontri musicali di alto livello che hanno arricchito il suo bagaglio artistico e la sua cifra stilistica.
Nell’intervista che segue Deriu racconta le tappe fondamentali della sua crescita artistica, le sfide affrontate e le prospettive per un futuro che si profila ricco di corsi, incontri creativi e nuove pezzi originali. Una voce giovane ma già matura, pronta a trasformare la scena musicale sarda e non solo, in un palcoscenico sempre più internazionale.
Come è nata la sua strada musicale tra Gallura e collaborazioni con artisti italiani di rilievo, e quale momento della tua carriera senti abbia segnato davvero il tuo salto di qualità?
"La mia passione è nata fin da Bambino essendo “figlio d’arte” ( mio Padre ha fondato e diretto e tutt’oggi dirige il Coro Di Loiri, e la famiglia dalla parte di mio padre ha sempre vissuto in mezzo alla musica). A soli 3 anni sono salito sul palco alla festa del mio paese, Lori. Avevo interpretato un brano dei Tazenda durante un karaoke (spettacolo di Renato Piccinnu). Poi per anni ho studiato solfeggio e pianoforte dal Maestro Giantore Budroni. Poi crescendo mi sono appassionato anche alla chitarra, sentendomi attratto dalla musica pop/rock sarda e alle tradizioni della nostra isola. Successivamente suonando anche l’armonica a bocca oltre che la chitarra già a 15 anni ho iniziato ad accompagnare diversi gruppi folkloristici. Oggi ho il piacere di Accompagnare il Gruppo Folk di Sant’Antonio di Gallura e il Gruppo Folk di San Pantaleo. In parallelo alla crescita legata alle tradizioni ho formato una band che è vissuta per 10 anni, i Gentiles, con cui ho girato tutta l’isola e collaborato con i big in Sardegna, Giuliano Marongiu, Maria Luisa Congiu, Bertas, Istentales, Tazenda e persino Marco Morandi figlio del grande Artista Gianni. Da qualche anno ho abbandonato i Gentiles e ho creato una band mia, composta da Jury Altana alla batteria, Francesco Amadori al basso, Alessandro Azara alle tastiere e Fabrizio Pintus alle chitarre elettriche. Il salto di qualità arriva con l’esperienza, calcando palcoscenici, e in ore passate in studio a provare e ad incidere lavori discografici. Di questo ne ho certezza".
Può raccontare la nascita della sua band: ispirazioni, processi di scrittura dei pezzi e come trasformi le influenze personali in un sound originale?
"La nascita della mia band è legata alla voglia di cambiare e di prendere in mano le redini di un progetto musicale da solo. L'ispirazione e le mie canzoni nascono da esperienze personali, e da quello che mi e ci circonda. Posso dire che la fase embrionale delle mie canzoni si manifesta un po' ovunque: sul mio divano, in macchina, ad una festa, durante una passeggiata. In questi contesti arriva l'idea, dopo cerco di concretizzare tutto nel mio studio imbracciando una chitarra, con un foglio davanti, una penna e mille parole in testa. Abbinare sempre una melodia adatta ad ogni singola parola non è automatico. Gli arrangiamenti vengono concepiti pensandoli quasi come se fossero il “carattere” della canzone".
Com’è stato il duettare con Maria Luisa Congiu nel nuovo singolo AnimaS? Quali emozioni ha provato in quell’esecuzione live a Baia Sardinia?
"AnimaS è il mio ultimo lavoro discografico ed è nato dall’ispirazione di un amore tra due persone che sono attratte uno dall’altro/a ma non hanno il coraggio di dirselo. Maria Luisa è’ una cara amica, grande cantautrice e artista, e soprattutto sempre pronta ad aiutare il prossimo. La sua umiltà è disarmante. Qualche mese fa le ho presentato il brano con solo una chitarra e una semplice voce. Immediatamente ha accettato il mio invito per una collaborazione. Ad oggi il brano sta avendo un buon riconoscimento d’ascolto nelle piattaforme digitali e qualche giorno fa l’abbiamo presentato per la prima volta in pubblico duettando sul palco a Baia Sardina. È stato un momento di emozione pura che ha generato un caloroso applauso del pubblico che ha apprezzato tantissimo sia il brano che il nostro duetto".
Quali idee o progetti ha per il futuro: nuove collaborazioni, tournée, oppure sperimentazioni musicali che vorrebbe realizzare con la sua band?
"I progetti futuri sono tanti. Il primo sicuramente sarà quello di affidare il mio progetto a delle agenzie che lo promuovano, con competenza e conoscenza. In passato putroppo ho fatto delle scelte sbagliate che hanno rallentato un po’ il mio percorso artistico, ma sono già a lavoro per rimetterlo in marcia, più grintoso di prima. Già dal prossimo inverno intravedo nuove collaborazioni perché penso sempre che la musica sia il miglior mezzo di comunicazione, anche tra noi artisti. Per quanto riguarda il mondo delle produzioni ad altri artisti continuerò a produrre altri colleghi e ho già diversi brani in studio che usciranno entro il 2025. In passato ho scritto già per: Morgana Brais, Andrea Sanna, Maria Giovanna Cherchi, con molte soddisfazioni".
Qual è la lezione più importante che ha imparato nel suo percorso da chitarrista e come intende trasmetterla ai giovani musicisti della sua terra?
"Posso dire di non avere una lezione in particolare da rammentare. Però ho bellissimi ricordi di feste, piazze, allegri comitati, attente amministrazioni, Pro Loco che mi hanno ospitato è gente meravigliosa che è venuta ad ascoltarmi. Credo che le vere lezioni, le vere esperienze siano proprio queste. Un messaggio che posso trasmettere come d’artista credo sia quello di credere sempre in quello che si fa e apprezzare i complimenti, ma anche saper ascoltare le critiche da parte di chi cerca di rivolgerle in maniera costruttiva. Sono sempre più convinto che le altre chiacchiere sia meglio lasciarle al vento".
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