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Comprare criptovalute in Italia: sta diventando più facile?

La CONSOB italiana ha messo in guardia dalle criptovalute. Tuttavia, sta diventando più facile entrare in gioco.

Comprare criptovalute in Italia: sta diventando più facile?
Comprare criptovalute in Italia: sta diventando più facile?
Olbia.it

Pubblicato il 23 June 2022 alle 10:55

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Cagliari. Era il 2009 quando il Bitcoin, la prima criptovaluta al mondo, fu lanciata a opera di Satoshi Nakamoto, molto probabilmente soltanto un alias dietro cui si cela un gruppo di attivisti cypherpunk che puntavano alla definizione di un nuovo sistema economico mondiale, che non si basasse più sull’intermediazione di terze parti come governi nazionali, istituzioni finanziarie e banche centrali, ma che invece puntasse sulla tecnologia blockchain e dei dati crittografati. Da allora, le criptovalute hanno letteralmente assunto un ruolo da protagonista nel mondo economico e degli investimenti. Anche in Italia, dove gradualmente la loro diffusione si fa sempre più ampia.

La diffusione delle criptovalute in Italia: una realtà in crescita

Secondo il VII Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie di Consob, si evince un crescente interesse degli italiani per il mondo delle criptovalute e più in generale degli investimenti finanziari online, con un aumento del 28% rispetto agli anni precedenti. Nel 2021 ammontano a 41 miliardi di euro il totale delle transizioni in acquisto e in vendita che sono stati effettuati dagli italiani. Nel 2019 erano 31, 43 nel 2020.

Numeri che testimoniano dunque come per gli italiani sia ormai un fatto conclamato il ricorrere a servizi online come quello che si trova su zondaglobal.com per costruire il proprio portafoglio di investimenti. Grazie a questi servizi si possono definire in autonomia e con facilità le strategie economiche per vendere e comprare criptovalute e conservarle in un digital wallet, o portafoglio digitale.

Quadro legislativo delle criptovalute in Italia: lo stato delle cose

In Italia non c’è ancora un quadro legislativo definito rispetto al mondo delle criptovalute. Si stanno comunque muovendo rapidamente dei passi in avanti, con l’obiettivo di tutelare ulteriormente i consumatori e dare stabilità al fenomeno. È dello scorso marzo il Disegno di legge n.2572 presentato al Senato italiano e che si pone l’obbiettivo di chiarire la situazione delle imposte dei redditi e sul monitoraggio fiscale. Per quel che riguarda il primo punto, la proposta è di tassare un’eventuale plusvalenza, ma solo se il controvalore totale possedute delle criptovalute possedute dall’investitore supera i 51.645,69 euro per almeno sette giorni lavorativi consecutivi.

Un ulteriore punto per regolamentare il mondo degli investimenti in criptovalute è la definizione di un nuovo registro degli Organismo Agenti e Mediatori: l’iscrizione diventerebbe obbligatoria per gli exchange e tutte quelle piattaforme online che si occupano di scambio e vendita di criptovalute o servizi dedicati alle monete virtuali. Un deciso passo in avanti che se andasse definitivamente in porto avrebbe senz’altro un impatto positivo sulla diffusione delle criptovalute in Italia.

El Salvador e Repubblica Centrafricana: le prime nazioni ad adottare il Bitcoin come valute legale

Nel frattempo, nel contesto internazionale le posizioni attorno alle criptovalute mutano velocemente. Ne è una prova la decisione del governo di El Salvador, paese dell’America Centrale che conte circa 6,5 milioni di abitanti, che ha deciso lo scorso autunno di adottare il Bitcoin come moneta ufficiale, affiancandolo al dollaro statunitense. Una scelta che nelle intenzioni del governo si muove nella direzione di risollevare l’economia nazionale. A distanza di qualche mese l’esempio di El Salvador è stato seguito anche da un altro paese africano, la Repubblica Centrafricana.

Lo scorso aprile il presidente Faustin-Archange Touadéra ha annunciato l’adozione del Bitcoin come valuta nazionale che avrà corso legale tanto quanto il franco CFA (acronimo che sta per Comunità Finanziaria Africana). Una decisione che ha avuto delle ripercussioni anche in Europa e in generale nel contesto economico europeo. Le notizie extra-continentali hanno evidenziato come sia sempre più impellente la necessità di avere un quadro legislativo comune per meglio tutelare i consumatori e dare più certezze agli investitori.

Il Bitcoin si diffonde anche in Europa: l’esempio di Lugano

La diffusione del Bitcoin è incentivata anche in paesi molto vicini all’Italia: un fattore che potrebbe avere un’influenza positiva anche nel nostro Paese. Un esempio dell’adozione sempre più crescente di questa e delle altre criptovalute arriva proprio dalla Svizzera. Lo scorso marzo il Comune di Lugano, per voce del Sindaco Michele Foletti, ha dichiarato che la città del Canton Ticino ha deciso di accettare le criptovalute per il pagamento dei servizi e dei contributi comunali.

Non solo: è stato istituito un fondo per le aziende che decideranno di accettare le criptovalute come mezzo di pagamento e per quelle aziende che decideranno di spostare la loro attività sul territorio luganese. Un ulteriore incentivo quindi per chi fa imprese e riconosce nel mondo del Bitcoin e delle monete virtuali non solo una tendenza passeggera ma uno strumento di crescita e di sviluppo. La speranza è che anche in Italia cresca la fiducia attorno a questo mondo non solo come investimento, ma come pilastro dell’economia quotidiana.