Friday, 14 November 2025
Informazione dal 1999
Pubblicato il 14 November 2025 alle 08:00
Olbia. Il Circolo Canottieri Olbia ASD, ormai entrato nella storia dell’agonismo sportivo locale, si trova oggi in una fase di forte incertezza: il rinnovo della concessione della sede è impossibilitato e non è chiaro dove possa spostarsi l’associazione, che finora ha retto grazie all’impegno di atleti, soci e staff tecnico. L’ombra dello sfratto si allunga sull’intero tessuto sportivo olbiese, già vivace e fragile quando si parla di infrastrutture adeguate alle attività di canottaggio, palestra e allenamenti su terraferma.
La gestione degli immobili resta al centro della controversia. L’ultima parola dovrebbe spettare al consorzio UniOlbia, che nei mesi scorsi ha fatto cadere le richieste di un confronto diretto su un percorso di riposizionamento delle sedi sportive. Intanto, senza una collocazione alternativa, il Circolo rischia di perdere non solo uno spazio vitale ma anche la stessa identità di una comunità che nel tempo ha coltivato talento, disciplina e fortre senso di appartenenza.
Tra le ragioni del dissidio c’è la necessità concreta di spazi su terraferma. Le attrezzature sportive richiedono infrastrutture dedicate,-magazzini, depositi, aree di riposo per gli sportivi e di allenamento – . Senza di esse, la pratica agonistica, la preparazione atletica e la crescita di nuove leve rischiano di rallentare drasticamente. L’assenza di una sede stabile si ripercuote inevitabilmente sui programmi sportivi, sulle categorie giovanili e sulla possibilità di organizzare regolari allenamenti e gare.
La storia del Circolo Canottieri Olbia ASD è ricca di episodi significativi. Nato nel 2009 per volontà e passione di Roberto Ferrilli, ex militare dell'aeronautica e già comandante di aerei di linea, è una realtà sportiva e vivace con numerosi iscritti, grandi e piccini. In passato la sede era situata nella darsena, in via Redipuglia, sul versante Mogadiscio. Poi è seguito il trasferimento in via dei Lidi, all’interno dei grandi spazi dell’ex area Sep (Società escavo porti), recuperati e riconvertiti dall’Autorità portuale. Oggi però, quell’assetto non è più compatibile con la realtà di un circolo sportivo che ha bisogno di continuità e di una destinazione chiara. L’ex Sep è finito nel pacchetto delle sedi universitarie, aprendo così la strada a una nuova realtà: la sede della facoltà di ingegneria navale dell’Università di Cagliari.
L’Università a quanto pare ha già espresso disponibilità ad accogliere gli sportivi e a fornire spazi adeguati per la pratica delle attività fisiche, ma l’accordo definitivo non è stato mai ufficializzato. In questo contesto, cresce la pressante domanda di una soluzione rapida per evitare che un pezzo della cultura sportiva olbiese venga estirpato dal tessuto cittadino.
Dal punto di vista sportivo, la rinuncia a una sede stabile comporta rischi concreti. Il Circolo Canottieri Olbia non è solo una palestra o un punto di ritrovo: è una realtà che genera opportunità per giovani atleti, promuove valori come la disciplina, il lavoro di squadra e la resilienza, e funge da esempio di impegno civico per la comunità. Senza un luogo dove allenarsi, tutto questo rischia di evaporare.
Dal lato istituzionale, l’ecosistema locale è chiamato a una riflessione sull’equilibrio tra sviluppo universitario e salvaguardia del patrimonio sportivo cittadino. La progressiva trasformazione degli spazi portuali e l’ingresso di nuove funzioni universitarie richiedono sicuramente una gestione attenta delle esigenze di chi pratica sport. Il rischio purtroppo è quello di andare a creare una frattura tra la crescita intellettuale e la pratica sportiva, due motori del progresso che, in una realtà di piccole città, dovrebbero camminare di pari passo.
Il dottor Enzo Eremita, membro del Circolo Canottieri Olbia e stimato professionista che gran parte della città (e non solo) conosce, non può fare a meno di lanciare con la sua lettera, un accorato appello invitando le istituzioni e delle parti coinvolte in tale situazione, ad una presa di coscenza a favore dei cittadini, degli sportivi e della storia di Olbia. Ecco che stavolta entrano in gioco il passato, il presente e il futuro della trama sociale olbiese dove lo sport incontra i giovani con il loro carico di aspettative verso il futuro, e i veterani di questa splendida disciplina sportiva che non se la sentono di veder dissolvere la memoria della comunità, con così tanta nonchalance.
Di seguito la lettera del dottor Eremita:
"Li abbiamo visti da Via dei Lidi o da via Redipuglia, dal ponte dei traghetti o dalle nostre barche mentre andavamo a pesca o a zonzo, con gli scafi appena adagiati sull’acqua come insetti pattinatori, con le lunghe zampe che toccano il mare leggere senza sollevare spruzzi, perchè è la barca che deve spostarsi e l’acqua rimanere ferma. Stupiti dalla sincronia dei movimenti, prova di lunghi allenamenti, abbiamo visto questi ragazzi, (o erano ragazze?) Inarcati sui remi lanciare le loro barche verso mete a loro note a noi sconosciute, con tenacia, instancabili, rapidi, in una immagine che è metafora della vita. Erano parte consueta del panorama portuale olbiese.
Forse non li vedremo più. L'attuale sede deve chiudere perchè irrevocabilmente destinata ad altra struttura, e non si riesce a trovarne una nuova. Vediamo ancora i magnifici flamingo dalle fiammeggianti camice color salmone che ci fanno dono della loro eleganza nelle acque di Poltu Quadu e rischiamo di non vedere più le sottili imbarcazioni del nostro Circolo Canottieri coi nostri giovani più volenterosi a bordo. È una forma di bellezza che è esposta seriamente alla scomparsa, secondo una legge che prevede che in un porto ci debbano essere solo attività importanti, di grande ritorno economico. Il bello, la disciplina, la forza di volontà non contano, come qualsiasi valore che non sia numerico. I fenicotteri sopravvivono per caso, fino a quando qualcuno non metterà le mani su quell’angolo di porto. Beh, anche il canottaggio è un’attività che porta utili, anche se richiede tempo, perchè tempra e seleziona gli spiriti migliori. Ed è uno sport bello.
Il canottaggio nasce in area aristocratica e si diffonde nel popolo. E un popolo, come quello olbiese, non può dimenticare che una delle sue radici è proprio fra quei remi che servivano una volta a percorrere e coltivare il golfo, misconosciute ma valevoli fatiche. Non si può pensare che questi cittadini osservino sbadatamente la scomparsa di questa attività. Sarebbe un tradimento, una negazione del proprio passato, da un lato, e dall’altro la rinuncia a praticare una disciplina che forma il carattere e lo spirito di collaborazione…in tempi in cui i giovani hanno grossi problemi a realizzarsi per il meglio.
È un appello, questo, rivolto agli olbiesi, perché non assistano indifferenti alla sparizione del canotaggio ad Olbia. Con un pò di buona volontà, un golfo così ampio, uno spazio per continuare a svolgere questo sport ci deve essere. Enzo Eremita".
14 November 2025
14 November 2025
14 November 2025
13 November 2025
12 November 2025
12 November 2025
12 November 2025
12 November 2025
12 November 2025
12 November 2025
12 November 2025