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Ztl Olbia, Comune 'bastonato': cartelli, privacy e grammatica fanno annullare le multe

Ztl Olbia, Comune 'bastonato': cartelli, privacy e grammatica fanno annullare le multe
Ztl Olbia, Comune 'bastonato': cartelli, privacy e grammatica fanno annullare le multe
Angela Galiberti

Pubblicato il 25 September 2019 alle 14:03

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Olbia, 25 settembre 2019 - A qualche settimana dall'annullamento delle multe della Ztl olbiese da parte del Giudice di Pace, ecco la sentenza con le motivazioni: una sentenza storica, importantissima, che rappresenta uno schiaffo morale e legale nei confronti del Comune di Olbia e in particolare dell'Amministrazione guidata dal sindaco Settimo Nizzi che ha sempre difeso a spada tratta la Ztl (qua le dichiarazioni rese alla Nuova Sardegna il 31 marzo 2018 in cui definisce la segnaletica "regolare").

Ebbene, la Ztl olbiese fino al 22 marzo 2019 non era affatto regolare: questo è ciò che si legge nella sentenza del giudice di pace di Olbia, il quale ha riassunto in 4/5 punti le motivazioni che hanno portato all'annullamento dei verbali e all'accoglimento della tesi del dott. Arrigo Delaria e di Luca Pintori del gruppo Fb "Ricorso Ztl Olbia".

La prima motivazione è quella sulla segnaletica verticale. Per settimane, i ricorrenti hanno ripetuto che i cartelli sono stati cambiati e il giudice ha dato ragione ai cittadini.

Intanto, la segnaletica trovata dai giudici durante l'esperimento giudiziale del 23 novembre 2018 "non può dirsi coincidente con quella presente alla data delle rilevate infrazioni".

E ancora: "si deve dedurre l'assenza, alla data delle invocate infrazioni, di tutta la cartellonistica più arretrata".

Da qui discende il punto successivo che riguarda le distanze di avvistamento e il conseguente posizionamento dei cartelli di preavviso.

Il giudice di pace scrive, papale papale, che non esiste una discrezionalità di posizionamento di tale cartellonistica: la norma che deve essere applicata si trova nel Regolamento Attuativo del Codice della Strada, specificatamente nell'articolo 127 denominato - ovviamente - "Segnali di preavviso" che in una tabella indica distanze e relative velocità.

Poiché nel centro storico di Olbia non ci sono cartelli che indicano un limite di velocità diverso da quello standard e non esistono segnaletiche di corsie di decelerazione, il limite da considerarsi valido è quello dei 50 km/h e non dei 30 km/h.

Dunque, le distanze dei cartelli di preavviso deve essere di 60 metri a partire dall'intersezione con il varco della Ztl.

"Al netto della cartellonistica inserita successivamente alla data del 22 marzo 2018, alcuna cartellonistica di preavviso risulta essere stata posizionata nel rispetto delle distanze minime individuate", si legge nella sentenza.

E ancora: "Il Comune di Olbia non ha fornito prova alcuna della regolarità della cartellonistica al tempo dell'invocata infrazione nei confronti della ricorrente, ma risulta al contrario in atti la prova della non regolarità della medesima cartellonistica di avviso".

Il giudice di pace sottolinea, inoltre, l'assenza della segnaletica orizzontale: questa assente persino durante l'esperimento giudiziale del novembre scorso.

Poi, ecco la privacy e la famosa "Informativa minima" che è mancata per mesi e che serve per indicare all'utenza la presenza di un occhio elettronico e il conseguente trattamento dei dati.

Poiché tale cartello era assente, le prove raccolte senza aver avvertito i cittadini della presenza di telecamere sono inutilizzabili. Poiché per staccare quella specifica multa serve una prova e quella prova è inutilizzabile, la multa non esiste e viene annullata.

Sotto la scure del giudice pace è finita anche la segnaletica recante la scritta "Varco attivo".

Vocabolario Treccani alla mano, il giudice demolisce la tesi del Comune e restituisce dignità alla lingua italiana e anche al povero cittadino.

Le diciture "Varco attivo" e "Varco non attivo", spiega il giudice, sono fraintendibili: nel primo si comprende che il varco è aperto e dunque transitabile, nel secondo si capisce che non si può passare.

Il Comune, invece, intende l'esatto opposto e ciò rende tale cartello fortemente ambiguo: il contrario di ciò che dovrebbe essere, spiega il giudice, una comunicazione diretta a una moltitudine di persone.

"Il precetto non viene inteso dai destinatari nel reale e chiaro suo significato, si generano fraintendimenti ed equivoci tanto che il medesimo è da ritenersi non legittimamente operativo ed efficace in quanto difetta appunto di una formulazione oggettivamente chiara", spiega la sentenza.

Da ciò ne discende che se il cittadino non comprende il segnale non può esserci multa.

"In conclusione, nessun addebito deve essere contestato al ricorrente sotto l'aspetto dell'impugnabilità soggettiva in forza dell'incomprensibilità ovvero evidente equivocità del precetto di divieto di accesso alla Ztl contenuto nella cartellonistica elettronica posizionata nella zona a traffico limitato per aver agito con una condotta improntata a buona fede ovvero per aver posto in essere un dato comportamento senza che gli si possa addebitare psicologicamente alcuna violazione, per essere l'azione materialmente realizzata non direttamente riferibile soggettivamente all'autore della violazione", continua il documento.

In parole povere, il giudice che spiega la buona fede del cittadino è palese e che non ha fatto un'infrazione con consapevolezza.

L'ultima nota riguarda sempre la questione del "Varco attivo": il 28 giugno 2019 il Ministero dei Trasporti con una nota ufficiale ha chiesto ai Comuni di cambiare tale dicitura in una più comprensibile che dovrà essere in doppia lingua per i Comuni turistici come Olbia.

Soddisfatti Arrigo Delaria e Luca Pintori.

"Sono contento del risultato ottenuto. Il giudice ha accolto le nostre ragioni e ci auguriamo che l’amministrazione comunale ne tenga conto per il futuro. L’azione del gruppo Facebook ricorso ztl Olbia è sempre stata improntata al miglioramento della ztl, e le nostre critiche si sono rivelate fondate. Siamo sicuri che non riceveremo alcuna scusa per gli attacchi subiti ma alla fine giustizia è stata fatta", spiega Luca Pintori.

Sulla stessa linea il dott. Delaria: "Siamo soddisfatti dalla sentenza del Giudice di pace di Olbia che ha confermato quanto da noi proposto in ricorso.In particolare la buona fede dei cittadini illegittimamente sanzionati nonché della malposta segnaletica stradale. Infine la violazione delle disposizioni privacy da noi sottolineata più volte".