Thursday, 05 December 2024
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Pubblicato il 29 August 2024 alle 11:18
Olbia. La siccità in Sardegna non è un problema nuovo, anche se spesso e volentieri ci si accorge dei problemi solo quando diventano macroscopici. In questi giorni, la Regione Sardegna si sta finalmente occupando del "male" che sta colpendo i boschi sardi (tra le zone colpite vi è anche la Gallura): sugherete e macchia mediterranea stanno ingiallendo a vista d'occhio.
Che sia un disseccamento generalizzato causato dalla grave siccità e/o un agente patogeno che trova terreno "fertile" a causa della siccità stessa poco "importa": il problema è oggettivamente gravissimo. Se la causa scatenante è la siccità (in Gallura la diga del Liscia non ha sofferto come gli altri bacini, ma non piove da mesi e le falde acquifere stanno soffrendo), possiamo dire senza ombra di dubbio che questa non si è palesata improvvisamente come un fulmine a ciel sereno.
La siccità era ben presente in Sardegna molti mesi prima dell'estate e a dircelo è il satellite o, per meglio dire, sono le foto satellitari scattate dal programma europeo Copernicus.
In copertina vi è un'immagine comparativa pubblicata a febbraio 2024 sul profilo X di Copernicus. Osservando questa immatine possiamo notare che già a gennaio 2024 la situazione era drammatica. La foto mostra in particolare la riduzione della portata del bacino del Flumendosa, che fornisce gran parte della Sardegna orientale. Le due foto mettono a confronto in modo inequivocabile la situazione tra il gennaio 2024 e il gennaio 2022. Nel giro di due anni sono mancati dall'invaso circa 600 milioni di metri cubi, tenendo conto che l'invaso ha sempre avuto una capacità inferiore alla portata massima.
Il problema siccità non è assolutamente nuovo: ci stava già colpendo nei mesi invernali. La situazione è poi via via peggiorata con la mancanza di pioggia e i boschi in via di dissecazione. La Regione è già al lavoro per capire le cause dell'ingiallimento di boschi e macchia mediterranea: al momento l'unica certezza è che servono misure urgenti per poter contrastare questo fenomeno, tenendo conto che ora la portata del bacino è inferiore al 50% della sua capacità e la stagione delle piogge è ancora lontana.
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