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Monumenti Aperti a Golfo Aranci: l'archeologo Amucano svela i retroscena di questa prima edizione

Monumenti Aperti approda per la prima volta a Golfo Aranci

 Monumenti Aperti a Golfo Aranci: l'archeologo Amucano svela i retroscena di questa prima edizione
 Monumenti Aperti a Golfo Aranci: l'archeologo Amucano svela i retroscena di questa prima edizione
Ilaria Del Giudice

Pubblicato il 12 May 2025 alle 10:00

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Golfo Aranci. Si estende dal 3 maggio al 9 novembre la grande manifestazione culturale Monumenti Aperti 2025, ideata e promossa da Imago Mundi, che quest'anno, per la 29ª edizione, abbraccia ben 87 comuni in 19 regioni d'Italia. Dopo anni di successo nei territori vicini, i prossimi 17 e 18 maggio, l'iniziativa approda per la prima volta a Golfo Aranci (qui un articolo), pronta a svelare i tesori di una comunità tra memoria, storia e identità. 

A coordinare scientificamente e didatticamente l'iniziativa golfarancina è Marco Agostino Amucano, 64 anni, nato a Olbia. Archeologo e dottore di ricerca, con un passato da direttore delle aree archeologiche olbiesi per circa otto anni e autore di numerose pubblicazioni scientifiche internazionali, Amucano insegna da quasi 13 anni nella scuola media locale. Considera Golfo Aranci il suo luogo d'adozione e ha dedicato la sua carriera alla valorizzazione del territorio, combinando ricerca, didattica e riscoperta della memoria collettiva.

Lo abbiamo intervistato per scoprire i retroscena di questa prima edizione golfarancina, il percorso formativo degli studenti-guida e le peculiarità di un progetto che promette di offrire ai visitatori un viaggio immersivo tra storia, paesaggio e cultura locale.

Professor Amucano, lei è il coordinatore scientifico e didattico di Monumenti Aperti a Golfo Aranci. Ci racconta com'è nata questa iniziativa?

"L'idea di partecipare a Monumenti Aperti era stata accarezzata già alcuni anni fa, ma a causa della pandemia non si era potuta realizzare. Quest'anno, grazie all'entusiasmo del Sindaco Giuseppe Fasolino e al supporto dell'amministrazione comunale di Golfo Aranci, si è deciso di dare finalmente avvio a questa iniziativa in forma sperimentale. L'amministrazione ha garantito l'aspetto gestionale, istituzionale e di sostegno organizzativo di tutti gli eventi collaterali delle due giornate della manifestazione, mentre il coordinamento scientifico e didattico dell'intero progetto è stato da me svolto con la preziosa collaborazione dei colleghi docenti, particolarmente Silvia Asara, Alessandra Pisanu, Rita Deiana, Clementino Cannas, Elisabetta Bussu, quindi dell'archeologa Paola Mancini e di Tonino Ena, che ha la concessione del bunker di Cala Moresca. Va ricordato anche il fondamentale contributo di Alessandra Feola, presidente del consiglio comunale, che tanto si sta prodigando per la riuscita dell'evento, insieme all'assessora alla Pubblica Istruzione Stefania Frau. Ringrazio anche il Dirigente scolastico della Scuola media Diaz, Francesco Scanu, per avere accolto con entusiasmo l'idea".

Ci può raccontare di più sul suo lavoro di formazione degli studenti?

"La formazione è stata centrale. Monumenti Aperti deve essere un'occasione educativa, non solo una vetrina. Ho scritto personalmente i materiali divulgativi adattandoli a un linguaggio accessibile e ho lavorato con i ragazzi perché comprendessero davvero il valore dei luoghi che presenteranno. La selezione degli studenti è avvenuta in base all'impegno, all'interesse e alla capacità di raccontare: volevo che ogni giovane guida potesse sentirsi protagonista consapevole del patrimonio che rappresenta".

Lei insegna da molti anni a Golfo Aranci. Quanto ha influito questo legame?

"Insegno nella scuola media di Golfo Aranci, complesso staccato della scuola "Armando Diaz" di Olbia, da quasi 13 anni. Golfo Aranci è ormai per me un luogo d'adozione. In questi anni ho sempre lavorato per avvicinare i ragazzi alla conoscenza del loro territorio e delle loro radici. Tra i progetti più significativi che ricordo c'è la "Spoon River golfarancina", dove, utilizzando le fotografie di Marianne Sin-Pfältzer, i ragazzi davano voce in prima persona ai personaggi del passato, ricostruendone la vita e la memoria".

Quali sono i punti di forza dell'edizione 2025 di Monumenti Aperti a Golfo Aranci?

"L'equilibrio fra storia, memoria e paesaggio. Dalla Stazione Ferroviaria, che racconta l'arrivo della modernità, al Pozzo Sacro di Milis dell'età nuragica; passando per la memoria visiva della Via dei Caduti fino al Bunker di Cala Moresca, memoria recente della Seconda Guerra Mondiale. Ogni tappa è parte di una narrazione coerente, pensata per guidare il visitatore in un viaggio nel tempo e nello spazio".

Lei ha alle spalle una lunga carriera come archeologo. Come ha influito su questo progetto?

"Da archeologo con esperienza pluridecennale — a partire dagli anni Ottanta, con incarichi di direzione delle aree archeologiche di Olbia e pubblicazioni scientifiche internazionali — sono abituato a coniugare rigore scientifico e divulgazione. In Monumenti Aperti, questa doppia anima si è tradotta nel costruire un percorso che fosse al tempo stesso fondato sui dati storici e accessibile al grande pubblico, grazie anche al coinvolgimento attivo degli studenti".

Un pensiero su questa nuova esperienza?

"Questo primo esperimento di Monumenti Aperti a Golfo Aranci nasce sotto i migliori auspici grazie al lavoro sinergico di tutti. Se l'iniziativa saprà soddisfare pienamente tutti coloro che vi hanno creduto, vi hanno lavorato e vi hanno partecipato, sarà senz'altro replicata negli anni futuri, rafforzando un percorso di crescita culturale, educativa e identitaria per l'intera comunità".