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Olbia, dallo spogliatoio alla casa condivisa: il progetto 2.0 della Full Hd

Socialità e condivisione alla base del nuovo progetto dell’associazione

Olbia, dallo spogliatoio alla casa condivisa: il progetto 2.0 della Full Hd
Olbia, dallo spogliatoio alla casa condivisa: il progetto 2.0 della Full Hd
Barbara Curreli

Pubblicato il 29 June 2025 alle 10:00

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Olbia. Dallo spogliatoio alla casa protetta come nuovo strumento per promuovere la socialità e la condivisione: questo il nuovo progetto portato avanti dall'associazione Full Hd, non solo sport ma anche la condivisione di spazi e quotidianità.

Fabrizio Biancu, responsabile organizzativo delle attività del centro sportivo Full Hd, condivide questa esperienza che alcuni ragazzi della squadra hanno condiviso la scorsa settimana. "Si parte dal concetto dello sport e delle disabilità utilizzando lo sport come strumento di auto determinazione, lo sport in alta definizione, inteso dunque a 360 gradi, non contano solo i risultati agonistici ma tutto ciò che ne consegue e lo circonda. Considerare tutte le sfaccettature dello sport è per noi una priorità- spiega Biancu- ogni sport ha le sue caratteristiche e da ogni sport  vorremo imparare qualcosa in più. A noi è piaciuto molto il calcio, che ci permette di migliorare, oltre alle capacità atletiche e alle capacità calcistiche, ( abbiamo molti ragazzi tutti appassionati di calcio) , ci permette di affrontare questioni parallele come la socialità, il divertimento e l'amicizia".

Questo nuovo progetto parte proprio da qui, dalla socialità e lo stesso Biancu spiega origini e organizzazione: "su questo punto abbiamo puntato molto, la vita da spogliatoio, come strumento di coesione, condivisione e supporto, in questo ambiente si crea una sorta di auto mutuo aiuto tra i ragazzi, anche per questo abbiamo voluto fortemente fare sempre le trasferte tutti in pullman, per stare insieme, per creare un gruppo nonostante si tratti di persone diverse tra loro, ognuna con le sue peculiarità".
 
"Opera insieme a me anche Paolo Putzu che si prende carico della gestione delle emozioni dei ragazzi, non c’è il singolo giocatore, ma un gruppo e da qui è nato 2.0 il progetto di un gruppo di ragazzi che hanno vissuto uno spogliatoio più lungo, un gruppo di ragazzi che sono andati a vivere in un appartamento, un ambiente protetto, ma funzionale per loro". 
 
Biancu racconta che l'appartamento viene gentilmente concesso dall’associazione Sensibilmente Odv: "ci hanno dato una grossa mano e un grosso aiuto, l'appuntamento con l’appartamento favorisce una condivisione di spazi, i ragazzi sono coinquilini a tutti gli effetti, per ora solo il fine settimana, solo 1 notte, e pian piano aumenteremo con la previsione di arrivare a una intera settimana. Si andrà prima a lavorare sulle caratteristiche dei ragazzi e su ciò che manca, lavoriamo per sviluppare alcune competenze che dovranno esserci sia in presenza mia, sempre dietro le quinte, che in assenza dei genitori". 
 
 
Dal progetto all'organizzazione vera e propria ecco come sono strutturate le giornate in appartamento: "i ragazzi si preparano il programmino del fine settimana, si fanno un ricettario e dunque sanno già cosa cosa mangiare a colazione pranzo e cena sia il sabato che la domenica. Il sabato mattina le prime ore sono dedicate proprio all’organizzazione del fine settimana, poi andiamo a fare la spesa, e rientrati a casa inizia l’avventura. Si prepara tutto, si fanno i letti e alle 13 si va prendere il ragazzo che lavora, mentre gli altri preparano il pranzo. Totale libertà nel pomeriggio, si tratta si di una vacanza, ma con delle regole, alcune ore possono essere dedicate al mare, in questo fine settimana hanno invitato la pizza ad altri compagni di squadra invitandoli a casa, senza scordare un gelato o una bibita a passeggio per il centro".
 
La domenica si trascorre in totale relax - prosegue Biancu: "è possibile anche stare a guardare i mondiali per club, data la passione per il calcio è stata una naturale conseguenza, ma non mancano i giochi di società, la casa è ben fornita, i giochi aiutano l’auto determinazione, oltre alla socialità. I ragazzi hanno anche il compito di occuparsi della loro biancheria, devono utilizzare la lavatrice e riportare a casa la roba pulita". Ecco un altro tassello di indipendenza nell'ottica del progetto stesso e alla sera i ragazzi decidono quando andare via. 
 
"L’appartamento consta di 4 posti letto, a luglio dovremo fare altri due appuntamenti in cui si resterà una notte in più e quindi si svilupperanno altre competenze. Lo scopo di questo progetto è anche aiutare i genitori a gestire le assenze, capita che i genitori siano molto presenti e può capitare che l’eccessiva presenza genitoriale pregiudichi lo sviluppo delle autonomie". 
 
"La conclusione del progetto prevederà un periodo di permanenza in casa di una settimana, compatibilmente con l’intera organizzazione e la possibilità di coinvolgere nel tempo altri ragazzi, anche facendoci aiutare da chi ha già vissuto l’esperienza,- conclude Fabrizio Biancu - vorremmo ampliare l'idea anche ad altri giovani che non fanno parte della squadra, proprio per aiutare diverse famiglie. Campionato finito, non ci fermiamo, tra i vari appuntamenti continuiamo ad allenarci al mare, andiamo a Porto Rotondo a giocare a padel con il maestro Giovanni Derosas e ci prepariamo già per la prossima stagione che si prospetta già carica di nuove sfide e progetti". 

Ancora una volta lo sport viene raccontato e vissuto a 360 gradi e dimostra di non avere barriere, esser inclusivo e poter ampliare anche le capacità di gestione della quotidianità anche in chi può avere difficoltà o disabilità. Con l'augurio che questi percorsi siano sempre più estesi e partecipati perché lo sport è vita, felicità, divertimento e conquiste.