Olbia - Un plico di carte pesante mezzo chilo ha accolto la stampa olbiese nella sala dove di solito si riunisce il CdA del Consorzio industriale del Nord-est Sardegna: dentro tutti i documenti che riguardano l'ormai famoso percolato siciliano. Tantissimi fogli che, secondo il Presidente Settimo Nizzi, raccontano una sola storia: quella di un'operazione fatta secondo le regole stoppata per mere ragioni strumentali. Entriamo nel dettaglio. Innanziutto "l'operazione percolato" è un atto gestionale del Consorzio. "Abbiamo approvato un bilancio - ha spiegato Settimo Nizzi - e in questo bilancio vi è un capitolo dedicato". Col bilancio approvato, dunque, la parte politica ha dato un indirizzo che la parte amministrativa segue. Il contratto con la Paradivi Servizi rientra nell'attività gestionale e, pertanto, il Cipnes ha agito secondo le sue competenze. Non solo: l'igner Gianni Maurelli non era tenuto ad informare il Presidente Settimo Nizzi che è venuto a conoscenza del problema giovedì 11 Aprile, quando è stato informato dalla Capitaneria della nave Othello e del suo carico. La mattina dopo, il 12 aprile - giorno del consiglio comunale, Nizzi - sentito il Direttore Marittimo Nunzio Martello - di concerto il Diettore generale del Cipnes Carta e tenuto conto dell'ordinanza sindacale 7/2008, ha chiesto al dirigente Maurelli di fermare tutto. La nave col carico di percolato viene fermata ancor prima di partire. Sono le 12:03. "Se una persona è un bravo amministratore pubblico - ha sottolineato Nizzi - essendo membro del Cipnes e sapendo le cose già da giorni, perchè non ha chiamato me o il direttore Carta?". Per Nizzi la risposta a questa domanda è semplice. "Ha pensato fare lo scoop - ha rincarato il consigliere azzurro - ha pensato di fare il salvatore della Patria". Giovannelli si difende con la sua ordinanza,
la numero 7 del 2008, nella quale si prescrive il divieto in tutto il territorio comunale di trattare rifiuti provenienti da altre regioni. "Quella ordinanza - ha detto Nizzi - è illegittima perchè si basa su una legge cassata dalla Corte Costituzionale". Effettivamente tale ordinanza si basa sull'articolo 6 comma 19 della Legge regionale 6/2001. Lo stesso articolo 6 comma 19 dichiarato illegittimo dalla sentenza numero 12 del 2007. Caduto l'articolo, cade l'ordinanza. E, ovviamente, la querelle. Tutta questa storia avrà sicuramente delle ripercussioni. Dato che il contrato è stato disatteso, i soggetti coinvolti (ad esempio la Regione Sicilia) potrebbero fare causa. Ma non solo. In questi giorni Settimo Nizzi è stato bersaglio di discussioni web non proprio da "educande". Per questo l'ex deputato ha deciso di denunciare tutti coloro che hanno offeso la sua reputazione alla Polizia Postale.