Friday, 25 July 2025
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Pubblicato il 24 July 2025 alle 14:20
Olbia. Una concessione demaniale negata, un progetto comunale destinato a cambiare il volto dell’area costiera di Olbia, e una sentenza che chiarisce la discrezionalità dell’amministrazione nella gestione del territorio: il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna ha respinto il ricorso di un’associazione che chiedeva il rinnovo per la gestione di un pontile nella zona di Sacra Famiglia.
Il Tar ha ritenuto “improcedibile il ricorso introduttivo per sopravvenuta carenza di interesse”, respingendo inoltre “i motivi aggiunti proposti con atto notificato in data 26 giugno 2024” e dichiarando “in parte inammissibili per carenza di interesse” quelli successivi. La controversia si chiude dunque con una decisione netta: la concessione non sarà rinnovata, e il pontile dovrà essere rimosso.
La sentenza parte da un principio generale:
“La decisione di concedere o meno un bene demaniale in concessione è oggetto di un’ampia discrezionalità che l’Amministrazione competente deve esercitare tenendo conto dell’esigenza di tutelare adeguatamente l’interesse pubblico primario affidato alle sue cure, unitamente agli altri interessi eventualmente incisi dalla relativa scelta gestionale.
Il collegio chiarisce poi che questa discrezionalità può essere sindacata “solo a fronte di vizi inficianti i presupposti di fatto ovvero i fondamenti logici della scelta, che nel caso in esame non è dato riscontare”.
Nel merito, i giudici osservano che la nuova motivazione fornita dal Comune e dall’Autorità Portuale per il diniego si basa soprattutto su un elemento urbanistico:
“L’incompatibilità tra l’attività connessa alla gestione del pontile e la nuova destinazione dell’intera area demaniale su cui insiste il (limitato) tratto in concessione di cui ora si discute”.
Secondo la sentenza, il diniego è fondato anche su un altro elemento concreto: la presenza di una nuova pista ciclopedonale che collega il Ponte di Ferro all’aeroporto di Olbia.
“Pista che risulta collocata proprio davanti all’area oggetto della concessione, ostacolando, con i relativi rischi per la sicurezza della circolazione legati all’inevitabile attraversamento della pista stessa, il transito dei mezzi di trasporto dei natanti”.
Il Tar cita anche un sopralluogo effettuato il 6 settembre 2024 che ha documentato “segni ortogonali di attraversamento della pista ciclopedonale da parte di automezzi” e “l’avvenuta rimozione, in prossimità dell’accesso al Pontile C Marina di Sacra Famiglia, della recinzione metallica che era stata sistemata sul lato terra proprio per impedire l’attraversamento”.
Un altro punto chiave nella decisione è il progetto di riqualificazione urbanistica dell’intera zona:
“L’incompatibilità tra il pontile gestito dalla ricorrente e la complessiva destinazione futura dell’intera Zona di riferimento a Parco Urbano costiero-marittimo direttamente raggiungibile dal centro di Olbia”.
Il Tar osserva che l’area in questione non risulta destinata alla nautica da diporto da alcun atto di pianificazione dell’Autorità Portuale:
“Essendo tale destinazione prevista solo nello Strumento urbanistico generale del Comune di Olbia, non ancora efficace perché non ancora approvato”.
I giudici si soffermano anche su un parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, citato dalla ricorrente, che farebbe riferimento a un documento strategico nel quale l’area sarebbe destinata a “piccolo diportismo”. Ma il Tar, riportando la replica della difesa erariale, precisa:
“Il documento citato è una mera bozza mai trasfusa in un provvedimento e che non riveste, pertanto, alcuna efficacia giuridica, men che meno normativa”.
Il tribunale conclude la sentenza riconoscendo “giusti motivi per compensare integralmente le spese del presente giudizio, vista l’obiettiva complessità della controversia”.
Una decisione che chiude una vicenda amministrativa significativa per il futuro urbanistico di Olbia: l’area interessata sarà destinata a un nuovo parco urbano costiero, con percorsi naturalistici e ciclopedonali, senza pontili per la nautica da diporto. La discrezionalità dell’amministrazione è stata riconosciuta.
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