Olbia, 10 Febbraio 2015 - L'indagine sui cosiddetti "piloti furbetti" che lavorano all'estero e percepiscono la (favolosa) cassaintegrazione in Italia, tocca anche la Sardegna. Gli indagati dalla Guardia di Finanza per truffa sono 36 in totale e otto di questi sono piloti Meridiana (di cui tre residenti ad Olbia). La Procura di Roma, per questi casi, ha trasmesso gli atti alla Procura di Tempio Pausania per competenza territoriale. Una inchiesta, questa, che promette sviluppi eclatanti se è vero che le Fiamme Gialle stanno verificando la posizione di altri cassintegrati deluxe del comparto aereo (assistenti di volo compresi). La truffa ai danni dello Stato è, infatti, ingente: se la GdF scoprisse altri "furbetti", il danno allo Stato sarebbe quantificabile in decine di milioni di euro. Grazie ad accordi e leggi molto favorevoli, i piloti possono contare su una cassaintegrazione all'80% dello stipendio senza il tetto previsto per tutte le altre categorie di lavoratori. I piloti finiti al centro dell'indagine della Guardia di Finanza, a seconda del grado di anzianità di servizio, percepivano dai 3000 ai 10'000 euro. Cifre di tutto rispetto che, a quanto pare, non erano "abbastanza". I piloti finiti sotto indagine sono accusati di aver cumulato la cassaintegrazione percepita in Italia ad un succoso stipendio elargito da compagnie estere, pricipalmente arabe. Per fare un esempio esemplificativo, uno dei piloti sotto indagine, assunto dalla Qatar Airways, è accusato di aver percepito senza averne diritto 260mila euro. Soldi, questi, che dovrebbero essere restituiti all'INPS. In particolare, l'accusa avanzata dalla GdF è proprio quella di non aver avvertito l'Istituto Previdenziale di aver trovato lavoro all'estero. Per non farsi "beccare" dal fisco italiano, i piloti indagati non avrebbero mai volato in Italia. Il trucco, però, non è durato a lungo stando alle indagini delle Fiamme gialle. In tutto questo le compagnie aeree sono estranee ad ogni coinvolgimento.