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Olbia, Casula e i Savoia tiranni: quando l'identità di un popolo si costruisce con la Storia

Olbia, Casula e i Savoia tiranni: quando l'identità di un popolo si costruisce con la Storia
Olbia, Casula e i Savoia tiranni: quando l'identità di un popolo si costruisce con la Storia
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 May 2019 alle 17:41

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Olbia, 18 maggio 2019 - La Storia è una materia impietosa, specialmente quando affronta a viso aperto temi scabrosi, cupi e controversi che - nella stragrande maggioranza dei casi - vengono edulcorati dalla narrazione dei vincitori (i quali, ovviamente, tendono a nascondere o minimizzare tutte le loro malefatte).

E così, quando la Storia viene messa a nudo avviene qualcosa di strano: si subisce una sorta di shock e si assiste a una presa di coscienza dolorosa.

Dolorosa perché ci si rende conto che la Storia non ha pietà e che la narrazione dei vincitori è la cosa più lontana dalla verità storica che possa esistere e che i suoi effetti a lungo termine possono essere disastrosi.

Qualche giorno fa, durante il pieno svolgimento della festa di San Simplicio - mentre andava in scena il caos "giostre" e gli olbiesi si tuffavano sui panini caddozzi, Francesco Casula presentava il suo libro "Carlo Felice e i tiranni sabaudi" alla Casa del Popolo di via Porpora: luogo dove si fa cultura e si sviluppa la coscienza critica.

"Carlo Felice e i tiranni sabaudi" è un excursus di pura verità storica sul "Regno di Sardegna" e sulla violenta conquista che la nostra isola subì da parte dei Savoia e di Carlo Felice.

A introdurre i lavori di fronte a una platea stracolma e molto qualificata (presenti, tra gli altri, l'antropologo Bachisio Bandinu, l'archeologo Agostino Amucano, l'indipendentista e consigliera di parità Lidia Fancello) ecco Antonio Appeddu: fine conoscitore della storia sarda ed eccellente oratore.

L'incontro, durato oltre due ore, vola via quasi d'incanto: il dott. Casula, con passione, elenca tutti i misfatti patiti dal popolo sardo.

Un popolo fiaccato dalla violenza bieca, dalle chiudende, dagli stupri e dalle sopraffazioni anche culturali: perché il sardo, lingua nobile e musicale, venne talmente schiacciato e vilipeso da essere usato con vergogna.

Un popolo, quello sardo, che oggi è alla faticosa ricerca della sua identità perduta e che forse nella conoscenza della storia può ritrovarla per ricostruire una "coscienza di sardità" per elaborare quell'esperimento di ingegneria sociale che è stata l'Unità d'Italia.