Wednesday, 01 October 2025
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Pubblicato il 01 October 2025 alle 09:00
Olbia. "Stiamo giocando con i bambini. Qui si può fare tutto". È stata questa la risposta che due cittadine olbiesi, Mariella M. e sua madre, si sono sentite dare ieri pomeriggio sulla spiaggia di Punta Costa Corallina, dopo aver chiesto spiegazioni a una famiglia di turisti tedeschi intenta a scavare una buca profonda oltre mezzo metro e larga circa due metri. Genitori e due figli piccoli, armati di pale da lavoro, stavano trasformando la battigia in un cantiere improvvisato. L'obiettivo dichiarato era quello di cercare l'acqua sotto la sabbia.
La scena si è verificata proprio davanti all'Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo, in un tratto di costa tutelato da precise normative ambientali. Le due olbiesi non hanno lasciato correre. "Avete un'autorizzazione a fare ciò?", hanno chiesto ai due tedeschi. Di fronte alla loro risposta evasiva – "Stiamo giocando con i bambini" – le due olbiesi hanno fatto presente che non si trovavano in Germania ma in Sardegna, dove tutto evidentemente non si può fare, ma chiamare la polizia locale per far scattare la multa quello sì: si può fare. Solo a quel punto la famiglia, tra sbuffi e visibile delusione, ha provveduto a ricoprire la grossa cavità alla meglio.
Ciò che per quei due turisti può essere sembrata un'intrusione nella loro vita privata, o un eccesso di zelo, di fronte a della semplice sabbia, nasconde in realtà pericoli reali e documentati. Le cronache hanno più volte raccontato incidenti legati a buche scavate sulla sabbia. Solo due mesi fa a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, si è consumata una tragedia: un 17enne romano, mentre si trovava al mare con la famiglia, ha scavato una buca profonda un metro e mezzo sulla spiaggia ed è morto soffocato dopo essere rimasto intrappolato nel crollo di un tunnel costruito per gioco. La sabbia, apparentemente innocua, può cedere all'improvviso: le pareti di una cavità profonda non hanno la stabilità di un terreno compatto e possono franare in pochi secondi, seppellendo chi si trova al suo interno. Il rischio non riguarda solo chi scava: altri bagnanti possono inciampare, o riportare distorsioni o fratture in buche mal ricoperte.
Ma c'è anche la questione normativa e ambientale. Le ordinanze balneari della Regione e della Guardia Costiera stabiliscono che la spiaggia non debba essere alterata in modo da comprometterne la sicurezza e la stabilità. A Costa Corallina, poi, si applica la disciplina dell'Area Marina Protetta di Tavolara, che classifica quel tratto come zona di riserva parziale. Inoltre, non è questo il caso, la legge regionale sarda 16 del 2017 vieta l'asportazione e la detenzione di sabbia, ciottoli e conchiglie, con sanzioni che vanno da 500 a 3.000 euro.
Non si tratta di regole fini a se stesse. Le spiagge e i sistemi dunali sono ecosistemi fragili, già sotto pressione per l'erosione costiera e il turismo di massa. Spostare grandi quantità di sabbia, anche solo per divertimento, contribuisce al degrado di ambienti che richiedono decenni per rigenerarsi naturalmente. La sabbia svolge un ruolo cruciale nella protezione della costa e ospita una biodiversità spesso invisibile ma fondamentale per l'equilibrio marino.
L'episodio di Costa Corallina solleva dunque una questione più ampia: quella dell'informazione ai turisti. "Qui si può fare tutto" è una frase che rivela non solo leggerezza, ma anche una mancanza di conoscenza delle regole che proteggono il patrimonio naturale sardo. Associazioni ambientaliste, amministrazioni locali e operatori della protezione civile insistono da anni sulla necessità di campagne di sensibilizzazione più incisive ed efficaci, soprattutto nelle località a maggiore affluenza turistica.
Giocare sulla spiaggia non è vietato, ci mancherebbe. Ma scavare cavità profonde è un gesto che può trasformare un momento di svago in tragedia, oltre a violare norme pensate per tutelare un bene collettivo. La buca di ieri, ricoperta sotto lo sguardo vigile di due cittadine attente, resta un monito: la bellezza della Gallura va rispettata, non solo ammirata. E la sabbia, quella sabbia così preziosa, va lasciata dov'è.
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